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MAMDANI SI PREPARA ALLA GUERRA LEGALE CON TRUMP – IL NEOSINDACO DI NEW YORK HA PRONTA UNA SQUADRA DI 200 AVVOCATI PER DIFENDERSI DA “THE DONALD”, CHE HA MINACCIATO DI TAGLIARE I FONDI FEDRALI ALLA CITTÀ – IL COATTO DELLA CASA BIANCA HA DEFINITO IL DEM “UN COMUNISTA” E “UN PAZZO”. MA IN PRIVATO LO HA ELOGIATO COME “ABILE COMUNICATORE” – PER REALIZZARE LE SUE PROMESSE SU AUTOBUS E ASILI GRATUITI E SUL CONGELAMENTO DEGLI AFFITTI, A MAMDANI SERVONO 7 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO. E INTENDE IMPORRE UNA TASSA DEL 2% SU TUTTI COLORO CHE GUADAGNANO PIÙ DI UN MILIONE…
1. IL PRIMO ATTO DI MAMDANI: UN TEAM DI TRANSIZIONE COMPOSTO DA SOLE DONNE
Estratto dell’articolo di V. MA. per il “Corriere della Sera”
Il nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani, ha annunciato un team di transizione guidato da donne, all’indomani della vittoria nelle elezioni. Per dimostrare di essere pronto alla sfida di gestire la più grande metropoli d’America, con un bilancio di 115 miliardi di dollari e 300 mila impiegati municipali, il sindaco 34enne ha scelto nomi conosciuti, in diversi casi persone che hanno lavorato con precedenti sindaci.
La squadra della transizione è co-presieduta da Lina Khan, che ha guidato sotto Biden la Federal Trade Commission, agenzia federale con il duplice obiettivo di proteggere i consumatori e promuovere la concorrenza leale nel mercato.
Le altre donne a capo della transizione sono: l’ex vicesindaca del primo cittadino uscente Eric Adams, Maria Torres Springer, che rassegnò le dimissioni l’inverno scorso (il New York Times scrive che potrebbe anche occupare lo stesso ruolo per Mamdani), Grace Bonilla già nell’amministrazione dell’ex sindaco Michael Bloomberg, e Melanie Hartzog, ex vicesindaca per la Sanità di Bill de Blasio, il predecessore di Adams.
[…] Le promesse di autobus gratuiti, assistenza all’infanzia gratuita fino ai 5 anni, congelamento degli affitti per 2 milioni di newyorkesi potrebbero costare 7 miliardi di dollari l’anno. Mamdani vuole una tassa del 2% su tutti coloro che guadagnano più di un milione per aiutare a finanziare la sua agenda.
ZOHRAN MAMDANI - FOTO LAPRESSE
Come sindaco più giovane da oltre un secolo e come «socialista democratico», Mamdani sa che c’è una lente d’ingrandimento sulle sue scelte e che bisogna prepararsi a eventuali mosse del presidente Donald Trump. Anche per questo Mamdani ha già convocato una squadra di 200 avvocati.
Per il momento miliardari come Bill Ackman si congratulano e si rendono disponibili ad aiutarlo, pur avendo finanziato la campagna del rivale Andrew Cuomo. Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, dice di avergli lasciato un messaggio in segreteria telefonica.
Nella sua prima conferenza stampa dopo la vittoria, Mamdani ha detto che vuole che la squadra di transizione lo aiuti a costruire una amministrazione municipale «impegnata a risolvere vecchi problemi con nuove soluzioni».
Ha già promesso che non cambierà il capo della polizia, Jessica Tisch: un impegno importante agli occhi di leader che gli hanno dato l’endorsement come la governatrice democratica dello Stato, Kathy Hochul, e dei leader del mondo del business.
[…]
2. COSÌ LONTANI (MA ANCHE COSÌ SIMILI) DONALD E ZOHRAN, PROVE DI DIALOGO
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
I newyorkesi (e non solo) sono ansiosi di sapere che tipo di rapporto avranno Donald Trump e Zohran Mamdani. La notte della vittoria, Mamdani ha sfidato il presidente, chiedendogli di alzare al volume per ascoltare il suo messaggio, che sostanzialmente era «giù le mani da New York».
«Dire che devo alzare il volume è una cosa pericolosa per lui – ha detto Trump in un’intervista con Fox News –. Deve essere un po’ più rispettoso con Washington, altrimenti non ha possibilità di aver successo. Io voglio che la città abbia successo. Penso che dovrebbe tenderci la mano, sono qui. Vediamo che succede».
Trump ha definito Mamdani un «comunista» e «un pazzo» (e ha detto anche di essere più bello di lui).
Secondo fonti del New York Times, allo stesso tempo, lo descrive in privato come un abile comunicatore e un politico di talento. Anche Mamdani il giorno dopo si è detto «interessato a discutere con il presidente Trump su come possiamo lavorare insieme per servire i newyorkesi, che si tratti di realizzare le sue promesse sul costo della vita (che in una recente intervista aveva definito “fallite”, ndr) o le tante questioni di cui i newyorkesi mi hanno parlato a proposito dell’impatto drastico per loro e le loro vite delle leggi approvate dal presidente Trump».
«Lavorerò con il presidente se vuole lavorare insieme per realizzare le sue promesse elettorali sui costi più basi del cibo e della vita», ha ripetuto Mamdani ma «se il presidente cerca di colpire le persone di questa città, le difenderò passo dopo passo».
Nonostante le enormi differenze tra Trump e Mamdani, entrambi sono newyorkesi proiettati al vertice da vittorie improbabili, abili a comunicare con i social, sentiti come autentici dai sostenitori anche perché hanno preso posizioni controverse che hanno alienato i leader dei loro stessi partiti: Trump aggressivo sull’immigrazione, Mamdani in opposizione a Israele. [...]
C'E' ANCORA MAMDANI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Molti credono che lo scontro sia inevitabile e che la città sarà presto bersaglio del presidente che ha minacciato di trattenere fondi federali (anche se non può farlo facilmente se sono stati autorizzati dal Congresso e quando ha tentato in altre città per le loro politiche sull’immigrazione, i tribunali lo hanno impedito).
Potrebbe mandare la Guardia nazionale. Trump comunque ha interessi personali nel successo finanziario della città, dove possiede numerose proprietà immobiliari, e molti gli sconsigliano mosse avventate. Il sindaco ha poche leve al di là di fargli causa.
[...] Tanti repubblicani dicono apertamente che la vittoria di Mamdani è un regalo per Trump: potrà usarla per continuare a dire che il partito democratico è guidato da «estremisti». Il suo ex stratega Steve Bannon, che considera il populismo come motore della politica moderna, vede tuttavia nella vittoria del nuovo sindaco (che definisce un neomarxista) il segno dell’ascesa delle forze anti-sistema anche a sinistra, capaci di portare alle urne elettori che tendono a non votare: «È il modello Trump».
DONALD TRUMP SULL AIR FORCE ONE
Secondo Bannon questo dovrebbe essere un campanello dall’allarme per i repubblicani, anche perché Mamdani sta puntando sul costo della vita, tema cavalcato da Trump contro Biden. [...]
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