RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo
Marco Antonellis per Dagospia
È finita come tutti ormai sapevano, come doveva finire. L'aula del Senato ha accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Gregoretti. La Lega non ha partecipato al voto uscendo dall'aula. Nella Lega uscendo dal Transatlantico scuotono la testa: "Abbiamo fatto l'ennesimo favore a Giorgia Meloni che ora potrà crescere e far pesare ancora di più il proprio ruolo". Ma tant'è. Gli uomini di via Bellerio cercano comunque di guardare avanti, a cominciare dalle prossime regionali.
VIGNETTA VAURO - SALVINI E LA CRESCITA DI GIORGIA MELONI
Dove si cercherà da lunedì prossimo di fare il punto della situazione con tutti i consiglieri regionali. È lì che il Capitano incontrerà tutti i dirigenti del territorio per dare la linea e ascoltare le problematiche locali. C'è bisogno di maggiore capacità di sintesi e di dialogo sia sulle singole iniziative politiche sia in viste delle prossime elezioni regionali. Inutile dire che il mancato Ko al governo in Emilia Romagna sta a ancora lasciando strascichi su tutta la macchina organizzativa leghista. Il vertice di tutto il centrodestra potrebbe venire a seguire, una volta messa a punto la strategia leghista.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Ma la vera partita si giocherà sui nomi che saranno scelti come candidati per le prossime elezioni regionali; e qui manca ancora l'accordo. Così come in via Bellerio non passano inosservate le critiche di Fratelli d'Italia: la Lega continua a giocare da sola come se già esistesse il proporzionale, questo il refrain che si ascolta dalle parti di Giorgia Meloni. Per tutta risposta c'è chi è pronto a scommettere che il Capitano leghista starebbe pensando ad una clamorosa campagna acquisti, non solo in casa 5 Stelle ma anche in ambito Centrodestra, nessuno escluso.
Di questi tempi meglio non parlare di Matteo Renzi a "Giuseppi" Conte: i due non si vedono e non si sentono e forse è meglio così. Il Premier potrebbe perdere il proverbiale aplomb. Giuseppi è a dir poco arrabbiato per le polemiche sulla prescrizione che stanno fiaccando il governo. Idem sentire anche dalle parti del Quirinale che si sarebbe aspettato una discussione sulla giustizia senza bandierine di partito.
Ma la spallata di Renzi al governo rischia di fallire, esattamente come è fallita quella dell'altro Matteo in Emilia Romagna: in Transatlantico c'è chi parla di contatti interlocutori tra esponenti di Italia Viva e del centrodestra ma, al di là della comune battaglia sulla prescrizione, non avrebbero dato l'esito sperato. Insomma, niente ribaltoni in vista.
C'è troppa paura, anche all'interno del centrodestra, di rimanere senza seggio in caso di elezioni anticipate ed in più un governo di centrodestra con Renzi non avrebbe comunque i numeri per governare (a proposito di Italia Viva si fanno sempre più insistenti le voci di possibili ritorni nel Pd). Servirebbe anche una quota di grillini e del Misto. In poche parole, tutto troppo complicato. Nel dubbio meglio lasciare le cose come stanno e godersi altri tre anni di (meritato?) stipendio parlamentare.
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