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LA MANINA DI RENZI – MATTEONZO ANDO’ A UNA CENA IN CASA DI DANIELA SANTANCHÈ INSIEME A IGNAZIO LA RUSSA A POCHI GIORNI DALL’ELEZIONE PER LA PRESIDENZA DEL SENATO. E FU LÌ CHE L’EX SINDACO DI FIRENZE STRINSE UN PATTO PER VOTARE ‘GNAZIO NONOSTANTE ITALIA VIVA FOSSE ALL’OPPOSIZIONE. A RACCONTARLO È IL SUO EX ALLEATO, CARLO CALENDA, NEL LIBRO APPENA USCITO, “IL PATTO” - RENZI PUNTAVA AD AVERE IN CAMBIO UNA VICEPRESIDENZA TRA CAMERA E SENATO, OLTRE A UNA PRESIDENZA TRA COPASIR E VIGILANZA RAI: ALLA FINE SI E’ ACCONTENTATO DELLA VICEPRESIDENZA DELLA VIGILANZA, CON MARIA ELENA BOSCHI…

Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli per il “Fatto quotidiano”

 

IGNAZIO LA RUSSA MATTEO RENZI

Matteo Renzi ospite a una cena in casa di Daniela Santanchè insieme a Ignazio La Russa a pochi giorni dall’elezione per la presidenza del Senato. E fu lì che l’ex sindaco di Firenze strinse un patto per votare l’esponente di FdI nonostante il suo partito, Italia Viva, fosse all’opposizione.

 

A raccontarlo è il suo ex alleato, Carlo Calenda, nel libro appena uscito, Il Patto. Incontro che in quei giorni venne raccontato pure dal leghista Stefano Candiani: “L’altro giorno Renzi si è visto con La Russa...”.

 

DANIELA SANTANCHE E IGNAZIO LA RUSSA

Dunque, subodorato il tradimento forzista, una manovra venne messa in campo da Santanchè per portare voti dall’opposizione. La suddetta cena ieri è stata smentita da un articolo di Davide Faraone sul Riformista, dove si racconta che l’unico incontro a tre avvenne a Cortina oltre due mesi dopo, il 29 dicembre 2022. E si smentisce anche il patto in questione, con una versione opposta: i meloniani su La Russa strinsero un accordo con Pd e Movimento 5 Stelle.

 

Ma torniamo a quel fatidico 13 ottobre 2022. La tensione tra Forza Italia e FdI è alle stelle per il no di Meloni all’ingresso nell’esecutivo di Licia Ronzulli, che invece Silvio Berlusconi spinge, e alla nomina alla Giustizia di un nome indicato da Arcore.

 

Così Ronzulli decide di mandare un segnale a Giorgia: alla prima votazione i 18 senatori azzurri non partecipano. Con l’eccezione, per cortesia istituzionale, di Berlusconi ed Elisabetta Casellati.

IGNAZIO LA RUSSA MATTEO RENZI

 

Senza FI, La Russa raggiungerebbe 99 voti, ben al di sotto del quorum fissato a 104. Gliene arrivano invece 116, 17 in più del previsto e, a sorpresa, è eletto al primo tentativo. Un colpo durissimo per Berlusconi (e Ronzulli), che si vede così rovinato il giorno del rientro a Palazzo Madama a nove anni dalla decadenza.

 

Ma chi furono quei 17 franchi tiratori al contrario? […] E qui s’inserisce la ricostruzione di Calenda, col patto siglato a casa Santanchè. I 9 senatori di Iv-Azione sarebbero stati sufficienti perché, sommati ai 99 del centrodestra, si arriva a 108, 4 voti in più del quorum (104). Tra quei 9, però, 4 erano di Azione. Coi soli 5 renziani si sarebbe arrivati a 104. E Ignazio l’avrebbe sfangata per un soffio.

 

davide faraone foto di bacco

Di certo qualche franco tiratore da altri gruppi c’è stato, ma quello di Renzi è l’unico gruppo sospettato di essersi mosso in blocco per La Russa. In quelle ore, la cronista del Corriere Monica Guerzoni va in tv con una presunta lista di senatori “ribelli” e cita il 5 Stelle Stefano Patuanelli, che smentisce subito.

 

Anche Renzi, che quel mattino si incontrò proprio con Patuanelli e col dem Dario Franceschini, nega: “Se avessi fatto questa operazione, lo rivendicherei”.

 

stefano patuanelli foto di bacco

Per individuare il soccorso rosso i cronisti esaminarono pure il momento al Var, calcolando il tempo del passaggio all’interno del catafalco: tutti quelli che ci misero qualche secondo in più del dovuto – tra questi, proprio i renziani – finirono tra i sospettati. In cambio di quel patto, secondo Calenda, Renzi puntava ad avere una vicepresidenza tra Camera e Senato, oltre a una presidenza tra Copasir eVigilanza Rai. Si dovrà accontentare della vicepresidenza della Vigilanza, con Maria Elena Boschi.

dario franceschini foto di bacco (2)