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Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
Professor Marco Ponti, su Tav e grandi opere il vento è cambiato anche nel governo?
«Mi sembra evidente. Il ministro Toninelli ha di fatto deciso che non si blocca più nessun cantiere, compreso quello della Tav».
Si sente tradito?
«No. Mi dispiace, che è un' altra cosa. A cominciare da quella sulla Tav, le nostre analisi costi-benefici sono state usate per fini politici, ma appare evidente che non saranno mai applicate».
Davvero Toninelli non risponde più alle sue mail?
«È così. Ma forse non abbiamo molto da dirci. Il ministro si è rivelato identico al suo predecessore Graziano Delrio».
Detto da lei non sembra un complimento.
«Non lo è infatti. Anche Delrio aveva detto che ogni cantiere sarebbe stato giudicato in base alle analisi costi-benefici. Poi, quando si è trovato di fronte agli interessi costituiti, ha cambiato idea dicendo che nulla doveva essere toccato perché si trattava di opere fondamentali. Trovate le differenze tra lui e Toninelli. Non ci sono».
Non le sembra un giudizio severo?
«A me Toninelli diceva che bisognava analizzare da capo tutto, a cominciare dalla Tav.
Ci ha chiamato lui. Era pronto, mi copriva le spalle. Poi, appena ci sono stati un minimo di resistenza dei poteri costituiti e un problema di consenso, chi l' ha più visto e sentito. Come Delrio, come Renzi, come la famosa lavagna di Berlusconi in diretta da Bruno Vespa, piena di grandi opere inutili. Pagheremo caro, pagheremo tutto, noi contribuenti».
Ehm... non teme di essere cacciato?
«Io e la mia squadra lavoriamo gratis. L' incarico scade a settembre. E poi sono già stato messo alla porta da cinque diversi ministri dei Trasporti.
Uno più, uno meno, non fa differenza».
E se il problema stesse nel vostro idealismo?
«Ma non mi faccia ridere. Sempre la solita storia, in questo Paese. In Italia si scambiano soldi con i voti. Toninelli ha appena promesso venti miliardi di investimento per le ferrovie del Sud. In Italia dei denari pubblici non frega niente a nessuno».
L' analisi costi-benefici sulla Tav è stata il punto di rottura?
«La stupirò: no, affatto. Sono soddisfatto dei risultati di quel lavoro. Noi con la nostra Acb abbiamo sempre voluto aprire un dibattito democratico. E una discussione, in quei giorni incasinati, c' è stata. Io stesso ho partecipato a 18 dibattiti, alcuni non sempre democratici. Ma almeno se n' è parlato».
Per fare il contrario di quel che sostenete voi?
«Sarò anche un idealista, ma non sono scemo. Ho sempre saputo che la decisione non dipendeva da noi, ma dalla politica. C' è stato un buon dibattito, mi basta questo.
Quando il premier Conte ha preso in mano la pratica, nella notte dei lunghi coltelli, ha detto che gli sembrava un lavoro convincente».
L' aumento dei finanziamenti Ue all' opera potrebbe farle cambiare idea?
«La Tav resta un progetto risibile, che si faccia o meno. Se non altro finirà per costare poco. Se l' Europa paga per metà, chissenefrega, il progetto resta irrilevante, ma che la facciano pure. Non è quello lo scandalo».
marco ponti vs paolo liguori 2
Qual è allora il suo tasto dolente?
«Abbiamo ultimato l' analisi costi-benefici sulla Tav Brescia-Padova. Una follia da 8 miliardi di euro. In confronto la Torino-Lione è una spesuccia. Toninelli non l' ha pubblicata, anche se ora pare che lo farà. Ma intanto, ancora prima che consegnassimo il nostro lavoro, aveva già detto che l' opera si sarebbe fatta. Più o meno lo stesso per la Gronda di Genova. Che senso ha tutto questo?».
Quando ha capito che qualcosa non andava?
«L' analisi costi-benefici sul Terzo valico è stata l' inizio di tutti i nostri mali. Per noi era un "no" chiaro e tondo, il ministero ha detto sì, senza neppure parlarne. Ricordo che ci ballano sopra 7 miliardi, tutti nostri».
Cosa risponde a chi vi accusa di saper dire solo no?
«Noi dovevamo dire se un tal progetto conviene alla comunità. Ad esempio, nonostante il fango che ci è stato tirato addosso, non siamo Si Tav o No Tav, siamo seguaci dei numeri. Paga l' Europa? Evviva. Ma il giudizio negativo non dipende da chi paga, dipende solo dai benefici inferiori ai costi. Tutto qui».
Credeva che questa volta potesse esser diversa dalle altre?
«Nel film The darkest hour , L' ora più buia , quando il re d' Inghilterra chiede a Winston Churchill perché beve così tanto a mezzogiorno, lui risponde di essere allenato. Ecco, io sono ben allenato al fatto che le ragioni del consenso elettorale prevalgono sempre sui soldi dei contribuenti. Basta vedere il bilancio dello Stato. Avanti così, e finiamo presto in Grecia. Ma ad alta velocità, ci mancherebbe altro».
MARCO PONTI NO TAVdanilo toninelli 2CANTIERE TAV TORINO LIONE danilo toninelli 1danilo toninelli gianfranco battistiBRUNO VESPA DANILO TONINELLI CON IL PONTE MORANDI CROLLATOBRUNO VESPA DANILO TONINELLI
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