DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mauro Favale per “la Repubblica”
Giura chi lo ha visto l'ultima volta su Skype (dove nel suo profilo campeggia l' aforisma «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce») di averlo trovato addirittura «euforico». E, d' altronde, la linea è quella di un ottimismo ostentato, di una soddisfazione piena per le misure prese dal governo.
«Si è tolta dal tavolo l'ipotesi dello scioglimento del Campidoglio e le parole di Alfano spazzano via i rumors sul commissariamento », dice Ignazio Marino l'americano. Americano lo è per formazione professionale (ha studiato a Pittsburgh), ma anche, di fatto, dal 15 agosto: da allora, dopo un giro in Texas e una puntata ai Caraibi (per le immersioni subacquee), è ancora negli States che si trova il sindaco di Roma. Sulla East Cost, stavolta. Probabilmente a Philadelphia, dove Marino ha diversi amici e dove sta scalettando i contenuti del suo libro di memorie in uscita, forse, a dicembre (a gestire la trattativa con un paio di case editrici c'è la sua agente Rosaria Carpinelli).
La certezza di quale sia il buen retiro di Marino, però, non c' è. «Ragioni di sicurezza», avvertono i suoi collaboratori. Ad imporle, la scorta assegnatagli a fine giugno, due settimane dopo la seconda tranche di arresti per Mafia capitale. E così, la condizione per partire all' estero solo con moglie e figlia è stata quella di mantenere il più stretto riserbo sui suoi spostamenti.
«Proprio non so dove sia», dice il vicesindaco Marco Causi. «Io non lo posso dire», ammette la fedelissima assessora Alessandra Cattoi. Entrambi, però, l' hanno sentito ieri, in una giornata chiave per Roma. Entrambi hanno convenuto con lui che, come il sindaco ha scritto in una nota, «la collaborazione tra Campidoglio e governo è un elemento di ricchezza e di sicurezza di grande importanza».
IGNAZIO MARINO SUB ALLE BAHAMAS
Archiviate in un colpo solo le polemiche di inizio estate col premier Matteo Renzi, Marino ringrazia il sottosegretario Claudio De Vincenti sentito al telefono subito dopo il consiglio dei ministri e visto in conferenza stampa a Palazzo Chigi, seguita in streaming dal suo inseparabile portatile. Perchè è così che il sindaco di Roma ha passato la giornata: un occhio al telefonino, un messaggio su Whatsapp ai collaboratori, una mail al vicesindaco, una pagina del libro, una chiamata intercontinentale.
Più d' una, a dire il vero, visto che Marino, oltre a De Vincenti, ha parlato anche col ministro dell' Interno Angelino Alfano, con quello dei Trasporti, Graziano Delrio, con il commissario del Pd romano Matteo Orfini ma soprattutto col prefetto Franco Gabrielli, l' uomo col quale dovrà giocoforza confrontarsi su qualsiasi decisione da prendere.
«Sarà una collaborazione seria e leale, già in atto da mesi », ricorda il sindaco. Che, sempre da oltreoceano non perde occasione per rimarcare che «le infiltrazioni che hanno inquinato l' amministrazione durante la consiliatura Alemanno hanno incontrato un muro di discontinuità con la mia giunta». Non un accenno alle polemiche sulla sua assenza nè sul suo rientro.
«Mi ha detto che dal 4 settembre posso andare in ferie», dice Causi. Prima di tornare in Italia, però, è possibile che Marino vada a trovare il suo amico e sindaco di New York Bill De Blasio per ricambiargli la visita di un anno fa. Allora le vacanze del primo cittadino della Grande Mela (9 giorni lontano tra Roma, Capri e Venezia) gli costarono un fiume di polemiche. Marino potrebbe forse chiedergli consiglio su come affrontare la bufera al suo rientro dopo 18 giorni di vacanza.
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