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MARIO FRIGERIO RICONOBBE DAVVERO OLINDO ROMANO COME SUO AGGRESSORE IL 20 DICEMBRE 2006? – LE RIVELAZIONI NEL NUOVO LIBRO DI FELICE MANTI ED EDOARDO MONTOLLI: “IL TESTIMONE SOSTENNE IN AULA CHE DAL MOMENTO IN CUI IL MARESCIALLO GALLORINI GLI FECE IL NOME DI OLINDO, LUI SI LIBERÒ DI UN PESO E DISSE A TUTTI CHE AD AGGREDIRLO ERA STATO IL VICINO DI CASA. MA QUESTO, SEMPLICEMENTE, NON È VERO. E TUTTO SAREBBE STATO CHIARO FIN DALL’INIZIO SE…”

Anticipazione da “Olindo e Rosa”, di Felice Manti ed Edoardo Montolli (ed. Algama)

 

olindo e rosa bazzi

Mario Frigerio riconobbe davvero Olindo Romano come suo aggressore il 20 dicembre 2006, parlando con il comandante dei carabinieri Luciano Gallorini? Felice Manti ed Edoardo Montolli ne parlano nel loro ultimo libro «Olindo e Rosa, il più atroce errore giudiziario nella storia della Repubblica» (Algama editore), disponibile su Amazon e in tutti gli ebook store.

 

I due giornalisti scrissero nel lontano 2008 la controinchiesta Il grande abbaglio – Due innocenti verso l’ergastolo? e finirono travolti dalle polemiche per aver sostenuto l’estraneità di Olindo Romano e Rosa Bazzi alla mattanza nella quale la sera dell’11 dicembre 2006 persero la vita Raffaella Castagna, suo figlio di due anni e mezzo Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

 

Mario Frigerio

Il nuovo volume si avvale della prefazione del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, che ha chiesto la revisione del processo dopo aver approfondito gli atti e dopo aver letto, come scrive egli stesso, proprio Il grande abbaglio.

 

E oggi che il caso è stato riaperto, i due cronisti raccontano i retroscena dei processi che portarono la coppia all’ergastolo, svelando tutti i dettagli delle nuove prove che scagionano i coniugi.

 

Il testimone sostenne in aula, e successivamente in tutte le interviste, che dal momento in cui il maresciallo Gallorini, il 20 dicembre 2006, gli fece il nome di Olindo, lui si liberò di un peso e disse a tutti che ad aggredirlo era stato il vicino di casa. Ma, scrivono nel nuovo libro Manti e Montolli «questo, semplicemente, non è vero. E tutto sarebbe stato chiaro fin dall’inizio se solo le intercettazioni considerate “non utili” dai carabinieri fossero entrate nei processi e confrontate con le testimonianze in aula, ma anche con le prime dichiarazioni dei figli di Frigerio. Cosa che non avvenne mai».

 

OLINDO E ROSA - FELICE MANTI ED EDOARDO MONTOLLI

I cronisti pubblicano così gli audio successivi al colloquio del 20 dicembre mai entrati a processo in cui il testimone non ricordava assolutamente nulla dell’aggressione: si tratta di audio del 22, del 24 e del 26 dicembre, quest’ultimo avvenuto con il proprio avvocato e con i figli addirittura dopo che i pm erano andati via certi che il testimone avesse identificato in Olindo il suo aggressore.

 

Il riconoscimento avvenne forzatamente dunque nei giorni successivi, quando, tuttavia, le intercettazioni di Frigerio scompaiono improvvisamente, e senza alcun verbale di giustificazione, dalle 11,49 del 28 dicembre alle 9,55 del 3 gennaio. Di certo in una data completamente diversa da quella dichiarata in aula dal testimone. Perchè?

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