marisa rodano

“NEANCHE UNA MINISTRA PD? E’ UNA SCONFITTA DELLA SINISTRA. DIPENDE DALLA POLITICA DEI DIRIGENTI DEM NEGLI ULTIMI ANNI” - IL J'ACCUSE DELLA MITICA MARISA RODANO, EX DIRIGENTE PCI-PDS:  ''SIAMO RIMASTI AGLI ANNI ’50. NON VORREI SI CONTINUASSE A PARLARE DI QUOTE, BISOGNEREBBE CONCENTRARSI SUL FATTO CHE LE DONNE DEBBANO AVERE GLI STESSI DIRITTI. LE DONNE DEL PD ORA RINUNCINO A TUTTI I POSTI DI SOTTOGOVERNO CHE SARANNO LORO OFFERTI"

Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"

 

MARISA RODANO

Marisa Rodano ha compiuto 100 anni e crede ancora nella lotta. Nei simboli, anche, lei che è nata nello stesso giorno del Partito comunista italiano, il 21 gennaio del 1921. Lei che - l'8 marzo 1946 - scelse la mimosa per festeggiare la festa internazionale della donna, un fiore povero, ma una pianta robusta, tenace. Risponde al telefono a ora di cena, l'ex dirigente del Pci, del Pds, dell'Unione donne italiane.

 

Antifascista, partigiana, parlamentare, prima donna a ricoprire l'incarico di vicepresidente della Camera, Rodano ha 5 figli, 11 nipoti e un'idea precisa del perché il Pd non abbia nominato neanche una ministra: «Io penso che ci sia, anche a sinistra, per lo meno in una parte della sinistra, l'idea che in realtà più donne ci sono, meno posti ci sono per gli uomini».

 

MARISA RODANO NILDE JOTTI

Ancora? E soprattutto, perché?

«Perché malgrado tutto resiste quella vecchia convinzione per cui le donne debbano occuparsi della famiglia, dei bambini, di un'area solo parapolitica».

 

Siamo rimasti agli anni '50?

«Stupisce anche me, ma devo dire che l'impressione di chi vede le cose da fuori - attraverso i giornali, la televisione, stando chiusa in casa come devo fare io ora - è questa».

 

Ma non crede ci sia stata una regressione? Lei ha rivestito ruoli importanti, in Parlamento, nel partito ...

«Non tanto importanti, mi sono sempre occupata delle donne». ( Dalla cornetta arriva un sorriso, un cenno di ironia).

 

Ci sono state per anni troppe riserve indiane, a sinistra, luoghi specifici dove confinare il pensiero femminile?

«Per parecchio tempo gli uomini hanno pensato che le donne potessero occuparsi solo di materie particolari, relative ai bambini, alla famiglia, alla cura, non delle stesse cose di cui si occupavano loro».

 

Hanno paura?

«Non è che hanno paura, hanno la convinzione che spetti a loro».

MARISA RODANO

 

Cosa bisogna fare, quindi?

«Continuare a battersi per una equilibrata presenza delle donne in tutti i luoghi in cui si decide. Una presenza paritaria».

 

Per anni si è affidata questa missione alle quote rosa.

«È una parola che non mi è mai piaciuta. Non vorrei si continuasse a parlare di quote, bisognerebbe concentrarsi sul fatto che le donne devono avere gli stessi diritti, le stesse opportunità. In tutti questi anni mi sono battuta per questo. E penso anch' io che le donne del Pd dovrebbero rinunciare a tutti i posti di sottogoverno che saranno loro offerti, fare un gesto simbolico forte che rimetta tutto in gioco».

 

Non pensa che questa situazione sia anche generata da una sorta di timidezza delle donne in politica. Dalla certezza di poter ottenere qualcosa solo mettendosi dietro al capo - uomo - di turno?

ZINGARETTI

«Non credo questo. Penso che le donne siano state negli anni troppo occupate, impegnate a sostenere la loro attività sia dentro che fuori dalla famiglia. Una vita faticosa, difficile».

 

I tempi in cui si riteneva che il loro unico dovere fosse fare figli sono finiti, o no?

«C'è stato un avanzamento dal punto di vista intellettuale, ma da quello pratico, se guardiamo alle misure concrete per la vita quotidiana, che consentano di conciliare lavoro e famiglia, non è stato fatto quasi niente».

 

È una sconfitta della sinistra?

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«Oggettivamente lo è. E non credo dipenda dalle debolezze delle donne, ma dal tipo di politica che i dirigenti del Pd hanno condotto negli ultimi anni e nelle ultime settimane».

 

Che consiglio darebbe alle donne che fanno politica nel Pd?

«Di continuare a battersi per avere il ruolo che spetta loro e per ottenere quelle misure che rendono possibile la conciliazione lavoro-famiglia. Perché se non vanno avanti le politiche che servono a tutte le donne, non vanno avanti neanche le donne in politica».

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