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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
1. E LA FIGLIA ESPLODE: “ITALIA, MI FAI SCHIFO”
Da “La Stampa”
Salvatore Girone Massimiliano Latorre
La figlia 20enne di Massimiliano Latorre, Giulia, si è sfogata su Facebook dopo aver appreso la notizia: «Italia di m..., mi fai schifo. Mio padre ha l’ischemia. Vi preoccupate di portare qui gli immigrati che bucano le ruote perché vogliono i soldi e non vi preoccupati dei fratelli che combattono per voi». Si è aggrappata all’ironia: «Che bella notizia... E l’Italia li lascia ancora lì a tal punto di farli ammalare. Bravi, bravi»
2. IL MARÒ LATORRE COLPITO DA ISCHEMIA “ATTACCO LEGATO ALLO STRESS CRONICO” IL FUCILIERE IN OSPEDALE MA ORA STA MEGLIO. IL MINISTRO PINOTTI VOLA A NEW DELHI
Grazia Longo per “La Stampa”
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
La retromarcia su Facebook di Giulia Latorre, dopo che il padre le ha telefonato per tranquillizzarla e indurla «a mantenere la calma e il low profile che abbiamo sempre avuto in questo dramma».
Il volo immediato in India del ministro della difesa Roberta Pinotti, concertato insieme al premier Matteo Renzi, per controllare personalmente le condizioni del fuciliere della Marina, arrestato nel febbraio 2012 insieme al collega Salvatore Girone dopo la morte di due pescatori indiani. E poi, tutta la girandola di dichiarazioni sull’impegno del governo per riportare a casa i due marò e le polemiche, da parte delle opposizioni, su un ritardo prolungato all’infinito.
L’unica buona notizia, per ora, è che Massimiliano Latorre è fuori pericolo: sia i medici del reparto neurologico dell’ospedale di New Delhi, sia quelli dell’Umberto I di Roma, partiti insieme al ministro, lo considerano «in condizioni stazionarie, non gravi, nonostante la necessità di cure appropriate e di costante osservazione». Quanto al suo rimpatrio per ragioni sanitarie, la partita è ancora tutta da giocare.
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha contattato la compagna del marò, Paola Moschetti, per esprimerle la vicinanza sua e dell’esecutivo: «Sono vicina a Massimiliano Latorre cui auguro con tutto il cuore di rimettersi al più presto. Seguiamo ogni giorno il caso dei due fucilieri di Marina con l’obiettivo di riportarli in Italia: per il governo è una priorità. E come sempre, il ministero degli Esteri e tutte le sue strutture sono al lavoro per assistere al meglio i due militari e le loro famiglie».
Latorre (assistito dall’avvocato Massimo Saracino) e Girone - in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie - vennero arrestati (durante il governo Monti) per un episodio avvenuto in acque internazionali. Uno dei primi a soccorrere Latorre è stato proprio l’amico Salvatore Girone, insieme alla moglie Vania. Tanto che lo stesso ministro della Difesa li ha ringraziati «per l’estrema solidarietà e la vicinanza». Preoccupato è anche Alessandro Girone, fratello di Salvatore: «La situazione è abbastanza seria, Massimiliano ha avuto un ictus in una zona profonda del cervello. So che si è svegliato e ha parlato, ma non è ancora al 100%».
L’ischemia transitoria si è verificata a poca distanza dai festeggiamenti per il tredicesimo compleanno di Tommaso - Tommy - il figlio di minore di Latorre, in India fino a tre giorni fa insieme alla sorella Giulia. Che ora urla la sua furia e il suo sdegno su Fb. «Complimenti Italia, ci state portando alla morte per tante cose!». Ma poi la riflessione ha il sopravvento e, sempre su Facebook, dichiara: «Mi ha telefonato papà e mi ha detto che mi ama». Alla preoccupazione per la salute del padre si aggiunge, inoltre, quella per la propria, a causa di un piccolo incidente con la moto avvenuto ieri pomeriggio.
Intanto, secondo il professor Paolo Maria Rossini, ordinario di neurologia e direttore dell’Istituto di neurologia del Policlinico Gemelli «il malore del marò potrebbe essere legato allo stress cronico che può essere all’origine di attacchi ischemici cerebrali transitori come il suo». E mentre prosegue l’attività diplomatica del nostro Paese, si intensificano anche le polemiche. Da La Russa a Gasparri, passando per i grillini, è tutto un coro di critiche.
Tra le più agguerrite, quella della presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni: «Renzi, Pinotti e Mogherini: basta idiozie. Se il governo vuole riportare davvero i marò in Italia lanci immediatamente l’ultimatum a Nato, Onu e Unione Europea: il ritiro immediato dei contingenti militari italiani da tutte le missioni di pace».
3. NON SI PUÒ PIÙ PERDERE TEMPO - LA SCELTA DELL’ARBITRATO È VICINA
Danilo Taino per “Il Corriere della Sera”
La storia e la cronaca non hanno i tempi della politica e della burocrazia. Spesso accelerano e sorprendono. Nella notte tra domenica e lunedì, nell’ambasciata italiana di New Delhi, si sono prese carico della vicenda dei due marò. Nella forma drammatica dell’ischemia di Massimiliano Latorre, hanno introdotto una nuova dinamica nel caso dei due pescatori indiani uccisi il 15 febbraio 2012, della cui morte Latorre è accusato assieme al commilitone Salvatore Girone. L’urgenza di prendere iniziative per portare al più presto i due fucilieri di Marina fuori dall’India a questo punto diventa pressante.
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha detto che la vicenda è una priorità «ancora più oggi alla luce di quanto avvenuto e della situazione di difficoltà che si è creata». Si tratta ora di stabilire come la vicenda di domenica notte cambi il quadro di un caso che si trascina da oltre due anni e mezzo senza che i due militari abbiano avuto un giusto processo, nonostante le assicurazioni prodotte dalle autorità indiane.
Al momento, gli elementi importanti che la crisi di Latorre mette in movimento sembrano essere due. Il primo è l’accelerazione che può prendere il contenzioso tra Roma e Delhi sulla vicenda. L’Italia rifiuta la giurisdizione indiana, sia perché ritiene che quel 15 febbraio i marò fossero in missione ufficiale, coperti dall’immunità data dalla loro funzione e quindi da processare in Italia o in un tribunale terzo, sia perché la giustizia indiana ha dimostrato di non essere in grado di istruire un processo capace di dare garanzie di imparzialità e di rapidità.
L’ultima volta nell’autunno scorso, aveva assicurato che una soluzione sarebbe stata «fast and fair», rapida e giusta. Da allora, niente è successo. Ora, il malore di Latorre può essere considerato — anche se gli indiani potrebbero contestare questa lettura — il risultato di uno stress cronico provocato dalla situazione non solo di pseudo-cattività dei due militari (obbligati a risiedere a Delhi, nell’ambasciata italiana) ma anche di quotidiana incertezza sul loro futuro.
Si tratta di una tesi forte che può essere messa sul tavolo del governo di Narendra Modi per forzarlo ad aprire un canale di colloquio diplomatico che il primo ministro indiano finora non ha escluso ma che nemmeno ha attivato.
Soprattutto, la condizione di grave disagio dei due fucilieri — va ricordato anche il messaggio video altamente emotivo prodotto da Girone lo scorso 2 giugno — può essere un’argomentazione decisiva quando l’Italia dovesse decidere, a questo punto in tempi decisamente brevi, di ricorrere a un arbitrato internazionale sulla base dell’Annex 7 dell’Unclos, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla legge del mare.
Il quale Annex 7 contempla anche l’eventualità di misure provvisorie determinate da situazioni particolari, come potrebbe essere lo stato di stress continuo dei due fucilieri.
Una misura provvisoria potrebbe essere quella, decisa da una corte internazionale, di permettere a Latorre e Girone di lasciare l’India per andare in un Paese terzo in attesa del processo. Questa ipotesi di ricorso all’arbitrato è da sempre sul tavolo: ora diventa di attualità e paradossalmente ha una maggiore forza giuridica.
La seconda dinamica importante messa in moto dal malore di Latorre riguarda la scelta del ministro che dovrà sostituire Federica Mogherini agli Esteri quando questa assumerà la funzione di Alto rappresentante della politica estera della Ue.
Essendo la questione marò uno degli elementi centrali della politica estera italiana dei prossimi anni, sul quale si determinerà una parte consistente della reputazione e della credibilità internazionali del Paese, sembra naturale che il prossimo ministro degli Esteri debba essere individuato e indicato in tempi brevi e che sia qualcuno che ha una forte sensibilità rispetto alla vicenda, in termini di conoscenza del dossier diplomatico e giuridico. La continuità d’azione, in questo caso, può rivelarsi decisiva.
L’angosciosa notte di domenica costringe politici e funzionari a non perdere più un minuto.
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