ROMANZO CRIMINALE - PREMIO SCIASCIA: IL TESTO DEL CONDANNATO PER MAFIA HA SUPERATO QUELLO SCRITTO DALLA FIGLIA DEL GIUDICE UCCISO DALLA MAFIA - LA LETTERATURA HA UN POTERE SALVIFICO?

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Dino Messina per “Il Corriere della Sera

 

cover sardo grassonelli malerbacover sardo grassonelli malerba

Le polemiche, il riconoscimento e ancora altre polemiche. Soprattutto perché il testo del condannato per mafia ha superato quello scritto dalla figlia del giudice ucciso dalla mafia. Il «Premio Racalmare-Leonardo Sciascia» è stato assegnato a «Malerba», il libro scritto da Giuseppe Grassonelli, killer condannato all’ergastolo, insieme con il giornalista del Tg5 Carmelo Sardo.

 

Così ha deciso la giuria popolare attribuendogli tredici voti. Più di quelli presi da «È così lieve il tuo bacio sulla fronte» di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco, ucciso da Cosa nostra e «Piccola Atene» di Salvatore Falzone. «Sono orgoglioso di questo premio che condivido con tutti coloro che credono nel riscatto anche di chi ha sbagliato — ha scritto Sardo su Facebook —. E sappiamo che anche Sciascia ci credeva». 
 

«Malerba», l’epopea malavitosa di Giuseppe Grassonelli, forse sarà ricordata solo per le polemiche nate dalla vittoria del Racalmare, il premio ideato da Leonardo Sciascia. Le confessioni dell’ex killer di mafia (e le scuse ai concittadini di Porto Empedocle) probabilmente non hanno la forza di grandi casi letterari nati nelle colonie penali: Papillon di Henri Charrière, che nel 1967, dopo l’incendio del suo night in Venezuela, decise di raccontare le peripezie di condannato nella Guyana Francese (con nove tentativi di fuga in dodici anni di detenzione). Un racconto affascinante con qualche concessione alla fantasia che regalò a Charrière, scomparso nel 1973, fama duratura, anche grazie al film con Steve McQueen e Dustin Hoffman. 
 

Caterina Chinnici
Caterina Chinnici

Un caso letterario (e umano) ancora più dirompente, per le implicazioni della lotta contro la pena di morte, quello di Caryl Chessman, già ladruncolo abituale (e forse omicida) arrestato a 27 anni con l’accusa di aver rapinato e stuprato alcune donne. Chessman negò sempre di aver commesso quei delitti e in opere come Cella 2455 braccio della morte e Quel ragazzo è un killer regalò dei veri cammei alla letteratura di genere. Il valore letterario e le battaglie civili di Chessman non gli evitarono di finire sulla sedia elettrica, il 2 maggio 1960, nel carcere di San Quintino. 
 

Luciano LutringLuciano Lutring

Qualche interesse per la storia del nostro costume ce lo offrono Luciano Lutring, detto «il solista del mitra» perché nascondeva l’arma in una custodia di violino. Nemico pubblico numero uno in Francia e in Italia, autore di rapine con un «fatturato» complessivo di trenta miliardi di lire degli anni Sessanta, Lutring faceva le cose in grande: fu graziato sia dal presidente Georges Pompidou, sia dall’italiano Giovanni Leone. Così poté dedicarsi alla pittura e alla scrittura (naturalmente autobiografica): Il solista del mitra venne pubblicato nel 1966, lo stesso anno, guarda caso, dell’uscita del film di Carlo Lizzani, Svegliati e uccidi . 
 

RAFFAELE CUTOLO NEGLI ANNI OTTANTA RAFFAELE CUTOLO NEGLI ANNI OTTANTA

Meno affascinanti ci appaiono le conversioni letterarie del fondatore della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo, che nonostante il titolo di «’o professore» ha firmato versi ben mediocri, come «polvere bianca ti odio». O quella di Vincenzo Andraous, conosciuto nei primi anni Ottanta come il killer delle carceri italiane («vivo tra mille rimorsi ma la poesia mi ha cambiato» confidava nel 1993 al cronista del Corriere Stefano Lorenzetto). Tuttavia una storia umana interessante dove la letteratura è medicina. 
 

Un percorso simile in fondo a quello di Grassonelli, che si affranca da una storia di mafia attraverso la riflessione e la scrittura. Niente a che vedere questa storia con il romanticismo delle vite sbagliate di Charrière e Lutring. O con il fascino sulfureo di grandi poeti che conobbero la galera e fors’anche la forca: primo fra tutti François Villon (1431-1463), ladro e assassino, condannato a morte, autore di alcuni testi fondamentali della letteratura francese, come La ballata degli impiccati , e poi di drammaturghi maledetti come Jean Genet. 
 

CESARE BATTISTI CESARE BATTISTI

La letteratura può avere un potere salvifico: a patto che si ammettano i propri delitti e si sia disposti a renderne conto. È stato così per Edward Bunker, scrittore di talento dal passato criminale che ispirò James Ellroy e Quentin Tarantino. E per un «maledetto» in sedicesimo come Bruno Brancher, ultimo cantore della vecchia mala milanese. Non è così per Cesare Battisti, l’ex terrorista diventato romanziere che non ha voluto mai pagare per i suoi errori.