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MARRONI FA “IL CUCCHIAIO” A RENZI: L’AD DI CONSIP NON SI DIMETTE PRIMA DEL DIBATTITO AL SENATO DI OGGI. ANZI, CONVOCA L’ASSEMBLEA CHE DEFINIRA’ LA SUA USCITA MARTEDI’ PROSSIMO, 27 GIUGNO – IL PD RISCHIA DI ANDARE IN MINORANZA. GIA’ PRONTO IL SOCCORSO AZZURRO DI FARSA ITALIA PER EVITARE LA SFIDUCIA A LOTTI: LA CHIEDONO I BERSANIANI
Tommaso Ciriaco per la Repubblica
Che Luigi Marroni non scherzi lo si intuisce a metà giornata, l' ennesima di una guerra fredda permanente con il governo. L' amministratore delegato lascia i suoi uffici nella sede di Consip come se nulla fosse. E, soprattutto, convoca l' assemblea dei soci chiamata a rinnovare il cda per l' ultimo giorno utile, il 27 giugno.
Uno schiaffo al Tesoro, che l' aveva inseguito per tutto il giorno pregandolo di stringere i tempi. «Troviamo una soluzione - l' invito fatto recapitare da Pier Carlo Padoan - c' è ancora una via d' uscita». Come non detto, la "resistenza" dell' ad serve soprattutto a preservare il passaggio parlamentare di oggi. Che rischia, numeri alla mano, di trasformarsi in un boomerang per il Pd, visto che il "soccorso azzurro" del Cavaliere potrebbe risultare decisivo per bocciare la sfiducia politica a Luca Lotti, contenuta nella mozione Mdp. «L' asse tra Renzi e Berlusconi - già attacca Roberto Speranza - emergerà forte in Aula».
La trattativa è frenetica e coinvolge anche Piero Grasso. Il Presidente, in assenza di novità, non muoverà un dito per frenare la discussione. I renziani si infuriano, ma lavorano soprattutto per evitare il siluramento del ministro dello Sport, braccio destro di Matteo Renzi. L' ipotesi di un rinvio del dibattito stuzzica i dem, ma rischia di esporli a un massacro mediatico.
Per questo, il capogruppo dem Luigi Zanda pensa soprattutto a tranquillizzare gli animi: «È completamente insensato votare mozioni su un cda che è già decaduto - premette ma se si va avanti lavoreremo per approvare quella unitaria di maggioranza, che abbiamo aggiornato alla luce delle novità di questi giorni».
E proprio qui, pallottoliere alla mano, entrano in campo berlusconiani ed ex berlusconiani. La mozione dei bersaniani gode infatti di numeri importanti. Soltanto il "no" di Forza Italia ed Ala, allora, può mettere al riparo la maggioranza da un incidente fatale. «Noi - fa sapere Paolo Romani ai vertici renziani - siamo contro le sfiducie individuali». Che è poi la linea imposta da Denis Verdini al suo gruppo, più spaccato che mai: «Ma che dobbiamo fare, mica possiamo mandare tutti a casa...».
Ma c' è anche un altro possibile inciampo, per il Pd. Ai nastri di partenza, la mozione di Gaetano Quagliariello non gode di una maggioranza. Eppure, sempre Mdp potrebbe decidere di sostenerla, stravolgendo tutti gli equilibri. «Potremmo farlo - ammette Speranza - a patto che contenga un chiaro riferimento a Lotti». Decideranno i senatori bersaniani, in un summit convocato all' alba di oggi.
Le trame parlamentari si intrecciano per tutto il giorno con le manovre di Marroni. L' ad si presenta nel suo studio di buon mattino. Lo consiglia, passo dopo passo, il suo avvocato. L' attesa è tutta per il dibattito parlamentare, che il manager considera il "primo passo" del nuovo corso. «Devo difendermi, indietro non si torna ». Per questo, andrà a parlare con Raffaele Cantone. E sempre per questa ragione, continua a studiare un possibile varco per trascinare questa storia in un' aula di giustizia.
Il Tesoro, in realtà, prova per tutto il giorno a mostrargli un' altra via d' uscita, tanto che Padoan tiene in freezer un intervento che potrebbe pronunciare stamane, a margine di un convegno. Alla fine Marroni si decide e convoca l' assemblea, ma si prende fino all' ultimo giorno utile per tenere sulla graticola il Giglio magico.
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