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“LO SCANDALO DI MILANO DIVENTA COSÌ LO SPECCHIO DI UN SISTEMA POLITICO DEBOLE, CONDIZIONATO DALLE NOMENKLATURE LOCALI” – MASSIMO FRANCO: “LA FRENATA QUASI GENERALE SULLA RICHIESTA DI DIMISSIONI CONTRO LA GIUNTA DEL SINDACO DI MILANO, GIUSEPPE SALA, NON E’ SOLO IN OMAGGIO AL GARANTISMO. UN SUO PASSO INDIETRO AVREBBE CREATO ENORMI PROBLEMI AL PARTITO DI ELLY SCHLEIN A POCHI MESI DALLE REGIONALI IN AUTUNNO. MA AVREBBE MESSO NEI GUAI ANCHE LA MAGGIORANZA DI GIORGIA MELONI: SULL’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA MILANESE, LA DESTRA È DIVISA. E SOPRATTUTTO, LO È ALTRETTANTO SU UN CANDIDATO DA OPPORGLI IN TEMPI BREVI”

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Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

beppe sala

Ritenere che la frenata quasi generale sulla richiesta di dimissioni contro la giunta del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sia solo in omaggio al garantismo, sarebbe ingenuo, se non ipocrita. La sensazione è che un suo passo indietro avrebbe creato enormi problemi al partito di Elly Schlein a pochi mesi dalle Regionali in autunno.

 

Ma avrebbe messo nei guai anche la maggioranza di Giorgia Meloni. Non a caso la premier è stata tra i primi a sostenere che un avviso di garanzia non può provocare «automaticamente» le dimissioni. Sull’inchiesta della magistratura milanese, la destra è divisa. E soprattutto, lo è altrettanto su un candidato da opporgli in tempi brevi.

 

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Lo scandalo di Milano diventa così lo specchio di un sistema politico debole; condizionato dalle nomenklature locali; e in difficoltà quando il potere nazionale cerca di ricalibrare equilibri radicatisi negli anni sia a livello regionale che nelle città. Per questo la scelta delle candidature rimane spinosa. E per paradosso è una sfida in primo luogo per il governo.

 

[…] L’intesa tra la premier, i suoi vice Matteo Salvini e Tajani e il capo di Noi moderati, Maurizio Lupi è in incubazione: anche perché il rinvio delle Regionali al 2026, ha confermato Fedriga, a questo punto è impossibile. […] Il garbuglio è essenzialmente politico, e non facile da sciogliere. La questione principale è rimasta a lungo la candidatura in Veneto dopo l’esclusione per divieto di terzo mandato di Luca Zaia. Si era parlato in alternativa di un suo inserimento come ministro nel governo Meloni, o di una sua lista collegata alla maggioranza: tutte varianti che confermavano la difficoltà di una soluzione condivisa dagli alleati. E questo fa il paio con l’incertezza sulla Campania e sulla Puglia. […]

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