DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
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Si consumerà oggi l'ultimo assalto dei renzie-boys. L'assalto in questione è all'Ancitel. Stiamo parlando della spa tecnologica del'Anci, cioè l'associazione dei sindaci, praticamente la lobby del premier Matteo Renzi. Ancitel è un giocattolino che fino allo scorso anno fatturava più di 20 milioni di euro sul quale si è scatenato l'appetito di un'azienda, Datamanagement, che molti considerano vicina ai parlamentari del Partito democratico di rito renziano.
Datamanagement, in effetti, ha finanziato con alcune decine di migliaia di euro, in particolare, la campagna 2013 del piddino Angelo Rughetti, che in Ancitel si è fatto le ossa e poi è stato per più di un lustro segretario generale dell'Anci. Rughetti oggi è sottosegretario alla Funzione pubblica, per molti il vero "ispiratore" della ministra Marianna Madia.
L'assemblea dei soci Ancitel (Anci, Inps, Telecom, Aci), tuttavia, sembra una riunione di grembiulini, visto che non sono ancora noti né l'orario né la sede. Un'incertezza, dicono i ben informati, in parte legata all'agenda pienissima di Piero Fassino (presidente Anci e sindaco di Torino) in parte finalizzata a depistare l'attenzione dei sindacati interni, che da qualche mese sono in agitazione.
Sta di fatto che l'assemblea, che ha assunto i connotati di un appuntamento tra massoni, servirà ad approvare il bilancio 2013 e, soprattutto, a sancire l'uscita di scena dell'amministratore delegato, Paolo Teti. Al suo posto verrà promosso l'attuale direttore generale, Gianna Marini, una renziana di ferro. Non a caso, mentre si occupa dell'azienda dei sindaci, la Marini guida da diversi mesi Big bang, un'associazione nata nell'ottobre 2013 per sostenere Renzi a Roma. Un'esperienza politica che era stata preceduta dalla candidatura alle regionali dello scorso anno.
La Marini correva per un posto da consigliere regionale del Lazio nelle file del Pd, ma in cabina elettorale l'hanno votata poco più di mille persone. Un flop clamoroso che taluni riconducono alla campagna elettorale giudicata dagli addetti ai lavori un po' sotto tono.
Marini aveva scommesso molto sull'Ancitel sia facendo leva sulla buona volontà di alcuni dirigenti che la aiutarono a redigere il programma politico sia come bacino elettorale: i 120 lavoratori, oggi preoccupati per lo stipendio, ricordano ancora il "discorso" che il direttore generale tenne nella sala riunioni aziendale. Discorso che può essere sintetizzato così: mi dovete votare per forza, se vi sono piaciuta perché così potrete contare su una persona che stimate in consiglio regionale, se non vi piaccio perché così mi togliete dalle palle. Calcolatore alla mano, praticamente Marini ha preso i voti dei suoi dipendenti e quelli degli amici.
Questioni politiche a parte, Marini adesso dovrà gestire la transizione dell'Ancitel tra vecchi e nuovi azionisti. Il deal con Datamanagement non è scontato. Un po' come stanno facendo gli emiri di Etihad con Alitalia, i compratori hanno posto condizioni e si sono avvalsi di una due diligence confezionata dai cervelloni di Ernst & Young.
Un braccio di ferro che ha fatto perdere tempo prezioso che ha consentito ad altri soggetti di farsi avanti per rilevare Ancitel. A rompere le uova nel paniere dei renziani è spuntato il colosso dell'informatica quotato in Borsa, Engineering, attraverso una sua controllata in cui ha un peso rilevante Nicola Melideo, ex top manager della stessa Ancitel.
MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE ANGELO RUGHETTI MARIANNA MADIA Gianna Marini
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