DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Venerdì scorso il governo ha trasmesso una nota di poche righe al Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Per la prima volta da quando è autorizzata a farlo, ovvero da febbraio scorso, la presidenza del Consiglio ha messo nero su bianco la presenza, più volte ufficiosamente trapelata negli ultimi mesi, di piccoli nuclei di reparti militari speciali su territorio libico.
Si tratterebbe del primo dispiegamento di soldati italiani rispetto al contingente di 600-900 unità previsto dal piano messo a punto dal nostro governo e anticipato dal Corriere lo scorso aprile.
Secondo un decreto del presidente del Consiglio approvato a febbraio, e secretato, il governo può inviare corpi speciali all' estero, con le garanzie funzionali della nostra intelligence, secondo la linea di comando dei servizi, a supporto degli stessi, e dunque con la completa regia di Palazzo Chigi. Questo per ragioni di sicurezza nazionale.
In questo caso i militari non dipendono dalla Difesa né dalla coalizione internazionale che sostiene il governo libico, ma rispondono direttamente alla catena di comando degli 007 e godono, per tutta la durata dell' operazione, delle stesse garanzie.
Secondo la legge il governo stesso è obbligato a comunicare al Copasir alcuni dettagli di queste missioni «entro 30 giorni» dalla conclusione delle operazioni. A questo proposito la nota inviata viene definita «ambigua» da alcuni dei membri del Copasir, non chiarirebbe se i nostri reparti speciali abbiano concluso o meno un' operazione, né da quanto tempo si trovino in Libia.
La nota, anticipata ieri dall' Huffington Post , sottolinea un dettaglio: le nostre forze speciali (si tratterebbe di alcune decine di militari) svolgono o hanno svolto azioni di carattere logistico, di addestramento, di supporto delle operazioni di nostri alleati o delle milizie anti-Isis. Insomma si specificherebbe il carattere no-combat della presenza. Che potrebbe anche andare indietro nel tempo di alcuni mesi.
Il governo libico ha chiesto nelle ultime ore al nostro governo l' allestimento di un ospedale militare a ridosso di Sirte. Lo Stato maggiore della nostra Difesa ci sta già lavorando, nel breve periodo i primi moduli della struttura dovrebbero essere pronti a operare.
In questo momento forniamo all' esercito libico materiale di protezione, come giubbotti anti-proiettili e visori notturni, grandi quantità di kit medici di emergenza, mentre è ancora in fase di discussione un' operazione di ampio respiro di addestramento delle forze libiche: il modello sarebbe quello iracheno, potrebbe riguardare anche la Guardia presidenziale di Tripoli e la polizia locale, i primi addestratori verrebbero formati in Italia.
Ieri i Cinque Stelle hanno duramente criticato il governo. «Oggi gli italiani scoprono che il proprio Paese è militarmente impegnato in Libia con forze speciali. È gravissimo».
Di segno opposto il pensiero dell' ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini: «I libici combattono il Daesh anche in nome e per conto nostro. Bisogna evitare polemiche inutili».
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