DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alberto Gentili per il Messaggero
Non è ancora spenta l'eco della battaglia sul governatore della Banca d'Italia e già scatta la partita per le nomine in Consob, Authority dell'Energia e Corte dei conti. Questa volta lo scontro avviene sotto traccia. Senza clamore. Soprattutto nel solco di un'indicazione, secondo più fonti, lasciata trapelare dal Quirinale: evitare forzature e strappi, le nomine in scadenza dopo lo scioglimento del Parlamento dovranno essere fatte dal nuovo governo, d'intesa con le Camere che si insedieranno nel post-elezioni.
Il nodo più urgente da sciogliere è quello della Consob: il presidente Giuseppe Vegas scade il 15 dicembre. Dopo le audizioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle crisi bancarie che hanno evidenziato anche difetti normativi e lacune sulla vigilanza, in un primo momento i riflettori sono stati puntati sull'attuale vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Ma, sempre dal Colle, si narra sia arrivata la richiesta di lasciare Legnini al proprio posto per non creare un buco nell'organo di autogoverno dei giudici. Ed è scattato, dunque, un derby tra il segretario del Pd, Matteo Renzi, e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.
IL DUELLO
Renzi ha in tasca diversi nomi. Il primo, a sorpresa, è quello di Paolo Ciocca, attuale vicedirettore del Dis, il Dipartimento per l'informazione e la sicurezza. I Servizi, insomma. Ciocca però non è uno 007, ha lavorato all'Abi, è stato capo direzione in Banca d'Italia ed è un esperto di fisco. In alternativa, il segretario del Pd, è pronto a puntare su Angelo Provasoli, ex rettore della Bocconi ed economista, sul suo consigliere economico Marco Fortis o, in alternativa, sull'ex prefetto di Milano ed ex commissario del Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca.
Anche Padoan, che su Consob ha voce in capitolo (spetta al governo indicare alle commissioni Finanze di Camera e Senato il nome su cui poi ottenere il parere) sta vagliando più ipotesi. La prima porta a Roberto Garofoli, suo attuale capo di gabinetto, consigliere di Stato con un passato a palazzo Chigi con Enrico Letta e alla Farnesina con Massimo D'Alema. Trascorsi che lo rendono inviso a Renzi.
L'altra opzione di Padoan conduce all'interno della Consob, al commissario Carmine Di Noia nominato proprio dal leader dem nel 2016 insieme al magistrato Giuseppe Maria Berruti. Un nome, quest'ultimo, che piace al braccio destro di Renzi e ministro dello Sport, Luca Lotti. La decisione verrà presa a inizio dicembre, appena il Senato avrà dato il via libera alla legge di bilancio: «Prima di allora vogliamo evitare qualsiasi elemento di disturbo...», spiegano a palazzo Chigi.
L'ALTRA PARTITA
Anche per l'Authority dell'energia è scattato il toto nomi e il conseguente braccio di ferro. Anche perché, in base alla legge, il presidente uscente Guido Pier Paolo Bortoni in regime di prorogatio non può neppure procedere al periodico adeguamento delle tariffe. Così già giravano numerose candidature: l'attuale ministro al Sud, Claudio De Vincenti, il presidente dell'Enea Federico Testa e il dirigente di Confindustria esperto di questioni energetiche Massimo Beccarello.
C'è chi dice che si è fatto avanti anche Silvio Berlusconi proponendo Luisa Todini, già presidente di Poste e partner del fondo per l'efficientamento energetico Green Arrow Capital.
Poi però, visto che il presidente dell'Authority scade a febbraio - quando ormai il Parlamento sarà sciolto e il governo avrebbe difficoltà a ottenere il parere delle commissioni Industria di Camera e Senato - è scattato lo stop quirinalizio, d'intesa con palazzo Chigi. E per ovviare alla paralisi decisionale dell'Authority in regime di prorogatio, Paolo Gentiloni ha deciso di inserire nel decreto milleproroghe di fine anno un emendamento ad hoc che permetterà a Bortoni di procedere all'adeguamento delle tariffe e agli altri compiti istituzionali «con pieni poteri».
Arturo Martucci di Scarfizzi corte dei conti
Più facile la partita per la Corte dei conti. Il presidente Arturo Martucci va in pensione a fine dicembre e in base alla legge Madia è impossibile la riconferma. Perciò l'attenzione del governo si sposta per la presidenza sugli attuali giudici Angelo Buscema, Alberto Avoli e Gaetano D'Auria. Quest'ultimo è ormai vicino alla pensione, è più facile che la scelta cada su uno dei primi due.
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