RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Antonio Bravetti per “la Stampa”
Con i «neofascisti» Fratelli d'Italia al governo l'Italia rischia un futuro «tetro». Il New York Times e il londinese Guardian mettono sotto la propria lente l'ascesa di Giorgia Meloni e parlano di «sviluppo allarmante» per il nostro Paese, ora che il governo è caduto e le elezioni si avvicinano. Il commento del New York Times, a firma di David Broder, definisce un «evento sismico» l'eventualità che per la prima volta «un partito di estrema destra arrivi alla guida di una grande economia dell'Eurozona». A scatenare il terremoto, per ora, è FdI, che non accetta le accuse.
GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI
«Con la campagna elettorale è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro me e Fratelli d'Italia. Aspettatevi di tutto in queste settimane - ribatte Meloni su Facebook - perché sono consapevoli dell'imminente sconfitta e useranno ogni mezzo per tentare di fermarci. Se ci riusciranno o no, quello dipenderà da voi». Enrico Letta la pensa diversamente: «Contro Meloni non c'è nulla né di scorretto né di personale. Non condivido questo vittimismo. Ogni volta c'è qualcuno, c'è sempre un capro espiatorio».
comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3
Il Guardian ricorre alla letteratura per raccontare che Mario Draghi, come «il Giulio Cesare di Shakespeare, è stato pugnalato alla schiena la scorsa settimana, vittima di un complotto della destra». Cui bono? Il latino lo usa il quotidiano britannico, che si domanda: «Chi ci guadagna da tutto questo? E' ovvio, i tre partiti di destra: i ribelli neofascisti Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi».
Secondo il Guardian, tuttavia, «una vittoria populista dell'estrema destra questo autunno non è inevitabile. Se non altro, gli elettori potrebbero e dovrebbero punire Meloni ed i suoi alleati per aver causato questa crisi inutile e dannosa». E pure The Economist tre giorni fa titolava "Game over" la fine dell'esperimento Draghi per sbirciare oltre l'orizzonte gravato da nubi nere: Ready for the right? Pronti per la destra, che "solleverebbe gravi dubbi sulla capità dell'Italia di affrontare le riforme chieste dalla Commissione europea" in cambio del recovery fund?
Ignazio La Russa non ci sta e, intervistato a Mezz' ora in più su Rai3, ribatte: «Politicamente abbiamo precisi elementi per dire che ci sono ambienti italianissimi della cultura, del giornalismo, della politica, che stanno lavorando in combutta con ambienti della sinistra internazionale affinché li aiutino a non perdere, dicendo che c'è un pericolo di destra, un pericolo Meloni. Noi non perderemo un voto, ma è un modo per danneggiare l'Italia».
il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 1
Un complotto ordito dalla sinistra, un fuoco ordinato da Roma. E' la tesi Meloni, illustrata in un'intervista alla Stampa sabato: «Si stanno muovendo una serie di think tank che vanno in giro per dire che se vince la Meloni l'Italia viene risucchiata da un buco nero, io trovo questa strategia molto irresponsabile. Queste persone sanno benissimo che qui, se vince il centrodestra non c'è nessun terremoto, anzi. Come si è dimostrato con l'Ucraina non c'è nulla da temere».
GIORGIA MELONI E IL CARTELLO ELEZIONI SUBITO
Meloni rivendica le sue credenziali e la sua "presentabilità" all'estero ribadendo l'atlantismo di FdI e le scelte fatte a favore di Kiev in questi mesi di guerra. Per il New York Times, però, è solo una «strategia di marketing: una ferma politica estera atlantista e un'agenda apertamente reazionaria in patria».
Il quotidiano americano la accosta a Marine Le Pen e agli spagnoli di Vox, ricordando i toni del suo comizio in Andalusia. Che non sono piaciuti nemmeno al Guardian: «La posizione del suo partito "L'Italia prima di tutto", la retorica anti-migranti "tolleranza zero" e le opinioni arcaiche sulle questioni di genere otterranno voti facili, ma sono l'antitesi di una leadership responsabile e sensata».
Terreno su cui l'attacca anche Matteo Orfini (Pd): «Meloni e Salvini hanno cominciato la campagna elettorale coi soliti post su sicurezza e immigrazione, aggressivi e violenti nella loro migliore tradizione». Contemporaneamente, a ricordare la cerchia di alleanze internazionali di FdI, sui social riappaiono le foto che ritraggono Meloni con Steve Bannon, l'ex consigliere di Donald Trump, o le sue dichiarazioni a favore di Viktor Orban.
«Abbiamo ottimi rapporti», assicurava poco tempo fa. Qualche giorno fa, mentre cadeva il governo, Meloni spiegava ai militanti riuniti in piazza la sua visione dell'Europa, il suo programma una volta a palazzo Chigi: «Vi dicono che se il centrodestra, Fratelli d'Italia e Meloni arrivano al governo l'Europa è preoccupata. Certo che è preoccupata: se FdI, che è un partito di patrioti, arriva al governo, i pezzi d'Italia che ha svenduto il Pd ai francesi e ai tedeschi mica glieli svende».
Un tipo di europeismo che non piace a Stefano Ceccanti, deputato del Pd, che ha ripescato un'iniziativa di FdI del 2018: «Fratelli d'Italia contiene nel suo simbolo quello del Msi che non votò per la Nato nel 1949, Meloni ha presentato un progetto costituzionale per affermare il primato del diritto interno su quello europeo. Problemi del passato e anche del presente».
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