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AVVISO PER SALVINI E TAJANI: NON C’È SPAZIO DI MANOVRA – NEL VERTICE DI MAGGIORANZA GIORGIA MELONI È STATA NETTA CON GLI ALLEATI: “I SOLDI SONO QUELLI”. TRADOTTO: SE VOLETE MODIFICHE ALLA LEGGE DI BILANCIO DOVETE TROVARE LE COPERTURE – RISPEDITA AL MITTENTE LA RICHIESTA DEL LEGHISTA DI ALLARGARE LA PLATEA PER LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE. E GIORGETTI DIFENDE L’AUMENTO DELLA CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI BREVI – L’IRA DELLA DUCETTA PER GLI 80 EMENDAMENTI ARRIVATI DAI DICASTERI: “CONCEDO A OGNI MINISTRO UNA SINGOLA MODIFICA”
IL VERTICE NON SBLOCCA LA MANOVRA MURO DI MELONI SULLE CARTELLE
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
«I soldi sono quelli». Quando Matteo Salvini irrompe nel vertice di maggioranza in corso a Palazzo Chigi, chiedendo di allargare la rottamazione delle cartelle, è Giorgia Meloni a tirare il freno a mano. Al leader della Lega, collegato in video dalla Puglia, la premier impartisce la regola aurea delle correzioni alla manovra: i saldi devono restare invariati.
Tradotto: la sanatoria non potrà avere un centesimo in più rispetto al miliardo e mezzo già a disposizione. Se si vogliono includere i debiti scaturiti dalle dichiarazioni infedeli, come recita la richiesta, allora il Carroccio dovrà rinunciare a un tassello già acquisito. Meno rate o meno cartelle da rottamare.
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
[…] Ecco perché Salvini si affretta a cercare una soluzione. «Allora chiediamo più soldi alle banche», incalza per provare a tenere a galla le rivendicazioni della Lega. Sono tante, dalle risorse per le assunzioni e gli straordinari delle forze dell'ordine a una sterilizzazione più generosa dell'aumento dell'età pensionabile.
Ma l'arringa contro gli istituti di credito resta senza risposta. Poi tocca ai leader di Forza Italia e Noi Moderati, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, annunciare i rispettivi emendamenti. Come i leghisti, gli azzurri puntano a dare un segnale sulla sicurezza, ma vogliono anche cancellare l'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi e la norma che rivede la tassazione sui dividendi delle società. […]
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Al coro delle modifiche si uniscono i capigruppo di maggioranza al Senato, dove la manovra ha preso ieri il via in commissione Bilancio. Anche loro affacciano le richieste che stanno arrivando copiose dai parlamentari. Nessuno indica però le coperture.
Dopo il primo giro di tavolo, la manovra della prudenza si ritrova già sottosopra. Ecco perché la premier torna a insistere sulla necessità di non manomettere l'impianto: «Abbiamo fatto una buona manovra, non stravolgiamola», è la raccomandazione rivolta alla maggioranza a 72 ore dalla scadenza del termine per il deposito degli emendamenti a Palazzo Madama.
antonio tajani maurizio lupi assemblea nazionale di noi moderati foto lapresse
Ma il monito è rivolto anche ai ministri. La richiesta è perentoria: le correzioni sono già troppe, vanno ridotte drasticamente. A blindare il messaggio è il titolare dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Il ministro ascolta le richieste. Tutte assolutamente legittime, ma - è il ragionamento - tutte difficili da realizzare. Tra l'altro - ricorda ai presenti - per fare le modifiche bisogna anche individuare le coperture.
[…] Non per questo, però, la manovra è esente da problemi. Anche i ritocchi hanno bisogno di coperture. Soprattutto quando tolgono soldi. Come la norma sui dividendi: i tecnici del Mef studiano tre soluzioni per modificarla.
La scelta è dettata dalla necessità di perdere il meno possibile rispetto al miliardo di gettito che garantisce lo schema inserito nella Finanziaria. In ogni caso, l'esecutivo punta a una revisione. Un altro no a FI e Lega, che invece spingono per la soppressione.
La stessa dinamica riguarda gli affitti brevi. Giorgetti difende il principio che ha ispirato l'inasprimento della tassazione per chi affitta tramite piattaforme. Tajani e Salvini si ritrovano spiazzati.
Anche la cancellazione dell'aumento della cedolare secca finisce su un binario morto. Il rilancio della maggioranza punta a un'aliquota al 23% invece che al 26%, ma il titolare del Tesoro ripete che ogni modifica ha bisogno di soldi. Lo ribadisce anche la premier.
E quando a sera il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari riunisce i parlamentari di FdI per mettere in fila gli emendamenti, sono i capigruppo Galeazzo Bignami e Lucio Malan a rilanciare il messaggio: le richieste devono essere tutte coperte e soprattutto poche. La linea della premier è pronta a sbarcare al Senato.
MANOVRA, ALT DI MELONI: CONCEDO A OGNI MINISTRO UNA SINGOLA MODIFICA
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano e Luca Monticelli per “La Stampa”
matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giancarlo giorgetti 3
Un solo emendamento per ministero. E «basta proclami» da parte degli alleati. Giorgia Meloni cala la scure sulle modifiche della legge di bilancio e stoppa le velleità dei membri del suo stesso governo. La frenata della presidente del Consiglio è arrivata nel corso di un vertice riservato a Palazzo Chigi […]
Un incontro di più di un'ora in cui Meloni ha chiesto a Lega e Forza Italia di ridimensionare le proprie uscite sulla manovra. Come ogni anno la disputa è complessa e le fughe in avanti numerose al punto da infastidire la premier. Al rigore dei conti, i due vicepresidenti del Consiglio hanno opposto le proprie richieste.
L'azzurro spingendo per ridimensionare l'intervento sui dividendi delle società e sugli affitti brevi, il segretario del Carroccio ha ribadito di voler inasprire il contributo alle banche e rilanciato l'idea di allargare la platea per la pace fiscale.
[…]
Sulla scrivania di Giorgetti negli ultimi giorni sono piovute ben 80 richieste di emendamenti, facendo saltare dalla sedia la ragioniera dello Stato Daria Perrotta. Inevitabile, quindi, l'intervento della premier. Non solo.
[…]
giancarlo giorgetti controlla i numeri della manovra foto lapresse
Al Mef sono alle prese con tante richieste, molte difficilmente realizzabili. Il ministro Giorgetti ha ribadito il ragionamento fatto più volte negli ultimi giorni: le modifiche si possono fare se si trovano le coperture. Si cercherà di procedere cercando di valorizzare gli emendamenti parlamentari grazie al regolamento del Senato che consente una flessibilità maggiore rispetto alla Camera.
L'idea che ha in mente il governo è quella di utilizzare gli emendamenti depositati in commissione, senza presentarne dei propri, qualora ci siano proposte che corrispondono alle linee di intervento stabilite. Questo meccanismo a Montecitorio avviene attraverso le riformulazioni, a Palazzo Madama invece i senatori possono presentare i cosiddetti "testi 2", di fatto cambiando la loro proposta senza passare per le riformulazioni.
MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
Venerdì è fissata la scadenza degli emendamenti per i gruppi, però maggioranza e opposizione si sono portate avanti e hanno raggiunto un accordo sui testi "segnalati", ovvero quelli che verranno discussi in commissione: saranno 400 da ripartire tra i partiti e dovranno essere individuati entro il 18 novembre. Ovviamente la dote da 100 milioni per le misure riservate ai parlamentari non basterà a coprire le 400 proposte. […]
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