RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Monica Guerzoni per corriere.it - Estratti
Il tema dei diritti non era in cima all'agenda internazionale che Giorgia Meloni, da presidente del G7, va limando personalmente da settimane. Eppure è la questione dell'aborto il primo dossier che la presidente del Consiglio, chiusa da due giorni tra le bianche e lussuose mura di Borgo Egnazia, si trova sul tavolo del vertice dei sette «grandi» della Terra.
emmanuel macron giorgia meloni
Il G7 in Puglia, evento centrale della presidenza italiana, al quale prenderà eccezionalmente parte Papa Francesco, si apre domani a Savelletri (Fasano) e la prima spina è l'accusa, che arriva da Bruxelles alla fondatrice di Fratelli d'Italia, di aver voluto eliminare il riferimento all'interruzione volontaria di gravidanza dall'ultima bozza delle conclusioni che gli sherpa di Palazzo Chigi, guidati da Elisabetta Belloni, hanno presentato agli altri Paesi.
giorgia meloni emmanuel macron meme by edoardo baraldi
La Francia, che (assieme al Canada) voleva spingere più avanti la definizione nel documento sul diritto all'aborto, non l'ha presa affatto bene e anche la delegazione europea ha accolto con irritazione la scelta italiana.
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Scoppiata la polemica, destinata in Italia a riaccendere lo scontro sui diritti tra maggioranza e opposizione, la presidenza del Consiglio ha chiarito che il negoziato sui valori comuni del vertice è ancora in corso e che «nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all'aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7».
BORGO EGNAZIA BLINDATO PER IL G7
Una formula diplomatica per smentire il «blitz» di Giorgia Meloni.
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IL BLITZ DI MELONI
Marco Bresolin per lastampa.it - Estratti
ursula von der leyen giorgia meloni
Anche se il G7 che si apre domani a Borgo Egnazia sarà concentrato soprattutto sulle grandi questioni geopolitiche, a partire dal congelamento dei beni russi alle eventuali sanzioni alle banche cinesi per il loro sostegno a Mosca, al vertice guidato dall’Italia rischia di esplodere lo scontro sulla questione dei diritti. E in particolare su quello all’aborto.
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giorgia meloni emmanuel macron
Negli incontri preparatori, Germania e Stati Uniti hanno chiesto di mantenere lo stesso messaggio anche nel comunicato del vertice italiano, mentre Francia e Canada hanno proposto di utilizzare un linguaggio ancora più esplicito con un emendamento in cui si chiedeva di «affermare l’importanza di preservare e garantire un accesso effettivo all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto». Dunque non soltanto «affrontare» la questione dell’accesso all’aborto, ma «preservare e garantire» un accesso «effettivo» all’interruzione di gravidanza.
Con grande sorpresa degli sherpa, però, non soltanto la presidenza italiana non ha accolto l’emendamento franco-canadese, ma ha addirittura eliminato qualsiasi riferimento dalla bozza del comunicato.
Un atteggiamento che ha provocato l’irritazione della delegazione francese, ma anche di quella europea che partecipa al tavolo. «Questo episodio rappresenta un chiaro scontro sui valori tra i membri del G7» spiega a “La Stampa” una fonte diplomatica europea al corrente delle discussioni. Che aggiunge: «È incredibile che una presidenza del G7 utilizzi il proprio ruolo per spingere l’intero G7 a fare marcia indietro rispetto ai precedenti progressi sui valori».
La nota della presidenza
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Dopo la pubblicazione della notizia, fonti della presidenza hanno diffuso una nota per dire che «nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all'aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7, così come riportato da alcuni organi di stampa in una fase in cui le dinamiche negoziali sono ancora in corso».
Effettivamente è vero che «nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento» all'aborto, ma il punto è che è stata la presidenza stessa che si occupa della stesura delle bozze a evitare qualsiasi riferimento all'interruzione della gravidanza nell'ultima bozza che è stata fatta circolare dalle altre delegazioni, come confermato da più fonti a La Stampa.
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Le trattative tra gli sherpa sono ancora in corso e con ogni probabilità ci saranno altre bozze da qui all'adozione del comunicato finale da parte dei leader. «Tutto quello che entrerà nel documento conclusivo - continuano le fonti della presidenza - sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri del G7».
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