RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”
SONDAGGIO IPSOS PER CORRIERE DELLA SERA - 27 NOVEMBRE 2021
Con l'aumento del numero dei contagi registrato nel mese di novembre è ripreso a crescere il timore degli italiani per il Covid, come pure il consenso per il green pass che si attesta al 66% (+7% rispetto a metà ottobre), mentre i contrari scendono dal 31% al 27%.
Il Natale è alle porte e, nonostante oltre 47 milioni di cittadini over 12 siano stati vaccinati con almeno una dose (87%), molti sono preoccupati di non poterlo festeggiare come vorrebbero. I favorevoli al green pass prevalgono tra tutti gli elettorati, ma in misura diversa: più convinti i dem (93% i favorevoli), gli elettori delle altre formazioni del centrosinistra (84%) e i pentastellati (78%), un po' meno gli elettori di Forza Italia e delle forze minori del centrodestra (62%), i leghisti (59%) e gli elettori di FdI, tra i quali il 50% si dichiara a favore ma il 45% ritiene che la misura sia esagerata e violi la libertà di chi non vuole farsi vaccinare.
In questo contesto di crescente timore per la situazione sanitaria, controbilanciato da una significativa fiducia dei cittadini per le prospettive economiche del Paese, l'indice di gradimento del governo fa segnare un aumento di tre punti rispetto a ottobre (da 60 a 63), avvicinandosi a quello del premier che aumenta di un punto (da 63 a 64).
Il dibattito politico e mediatico delle ultime settimane, concentrato sulle misure contenute nella legge di Bilancio 2022 e sul totonomi del prossimo presidente della Repubblica, non ha modificato sostanzialmente gli orientamenti di voto degli elettori.
Ai vertici della graduatoria si confermano il Pd con il 20,8% delle preferenze (stabile rispetto a ottobre), FdI che aumenta di un punto (dal 18,8% di ottobre al 19,8% odierno) e scavalca la Lega che si attesta al 19,1% (- 0,9%). Per la tranquillità di coloro che di fronte ai sondaggi gridano allo scandalo o esultano esageratamente, va osservato che le differenze tra i primi tre partiti sono davvero contenute, all'interno del margine di errore statistico e ciò determina, nelle diverse rilevazioni, sorpassi e controsorpassi sul podio. A seguire si colloca il M5s con il 15,5%, in calo di un punto, quindi Forza Italia con l'8,5% (+0,5%), poi la consueta schiera di forze politiche intorno al 2%. Da notare l'aumento del partito degli astensionisti e degli indecisi che raggiunge il 41,5%.
Sulla base di queste stime, sommando i dati di preferenza attribuiti ai singoli partiti complessivamente le tre forze del centrodestra si attestano al 47,4% e prevalgono sia sul centrosinistra (32,1%) nonché su un'alleanza giallorossa (Pd, M5s, Art.1-Mdp e SI), accreditata del 39,1%.
matteo salvini giorgia meloni assemblea nazionale federmanager 2
Viceversa, qualora si delineasse l'ipotesi, alquanto remota, di una coalizione di centrosinistra «extralarge», comprensiva di tutte le formazioni diverse da quelle del centrodestra, lo scenario risulterebbe in equilibrio (47,6% a 47,4%).
Anche il gradimento dei leader dei partiti non mostra cambiamenti di rilievo: Conte ha fermato la flessione che aveva fatto seguito all'assunzione del ruolo di leader del M5S e al conseguente venire meno del profilo istituzionale che gli garantiva un consenso trasversale, si mantiene al primo posto con un indice pari a 43 ed è seguito da Giorgia Meloni (stabile a 37) e Speranza (35) che continua ad essere valutato più nel ruolo di ministro della Sanità che in quello di leader di Articolo 1 (a conferma del limitato appeal del partito che guida).
silvio berlusconi fa la terza dose 5
Più staccati Letta e Berlusconi, entrambi a 31, e Salvini (stabile a 30). L'unica variazione significativa del mese riguarda Emma Bonino (passa da 25 a 28), il cui nome è circolato tra le possibili candidature al Quirinale.
Lo scenario che emerge mostra una discreta distanza, quasi un'indifferenza, dell'opinione pubblica rispetto alle vicende politico-partitiche delle ultime settimane, dal tavolo sulla finanziaria proposto da Letta, alle tensioni interne alla Lega e al M5S, alle manovre in vista dell'elezione del capo dello Stato.
Covid e prospettive economiche del Paese guidano l'agenda dei cittadini che, non a caso, guardano più al premier e all'azione del governo che alle forze politiche il cui sostegno all'esecutivo non sembra determinare un ritorno positivo o una penalizzazione in termini di consenso, come se fossero due mondi paralleli.
emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3salvini meloni
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