DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Lina Palmerini per il Sole 24 Ore - Estratti
FASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO
La discussione sul Mes va inquadrata nella logica della campagna elettorale, vale per Salvini e vale per Meloni. Dunque tutti gli attacchi sollevati dalla premier a Conte vanno inquadrati in questo schema. Quello, cioè, di individuare il responsabile di scelte difficili in cui lei è obbligata a rivedere le sue posizioni granitiche. Forse si prepara a un “sì” doloroso sul Fondo salva-Stati e deve quindi costruire un filo narrativo che addebiti le responsabilità a un passato che non le appartiene ma che la mette alle strette. Non è un caso che il leader 5 Stelle sia diventato l’avversario principale.
MARIO DRAGHI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
In effetti è più semplice additare lui se non altro perché ha guidato due Esecutivi e nella narrazione politica corrente i macigni del presente vanno fatti ricadere sempre sui precedenti inquilini di Palazzo Chigi. Dal Superbonus al Mes offre bersagli polemici ideali.
(...)
Ora, a differenza degli anni scorsi, non può attaccare l’Europa con slogan sovranisti perchè sa che all’indomani delle elezioni si aprono nuovi giochi politici a Bruxelles e lei potrebbe entrare nel gruppo di chi guida l’Ue. In questo schema, è entrato e uscito pure Draghi. Prima infatti lo ha attaccato per la sua foto in treno con Macron e Scholz (quando andarono a sostenere l’Ucraina) ma poi ha corretto il tiro dicendo che non era lui il suo bersaglio. Il problema è che si è accorta che aveva scelto l’esempio sbagliato sia per l’argomento politico – sostegno a Kiev – sia per la personalità di Draghi che continua a pesare in quegli ambienti europei con cui deve fare - e farà - i conti.
GIORGIA MELONI GIUSEPPE CONTE - ATREJU
Ecco, perchè ieri ha voluto chiarire e tendere una mano all’ex Governatore Bce che alcuni vorrebbero alla guida della prossima Commissione Ue. In un certo senso il suo attacco poi ritirato a Draghi rappresenta quel doppio registro che usa sull’Europa. Oggi, per esempio, tratterà sul Patto di stabilità con Macron e Scholz ma ad Atreju è stato invitato il leader di destra di Vox.
E così andrà sul Mes la cui ratifica, prima o poi, dovrà approdare in Parlamento. Quando arriverà il momento sarà complicato per la maggioranza sfilarsi perchè la prima vittima di un “no” sarebbe il ministro dell’Economia che in vari vertici Ue si è speso per l’approvazione. Certo, si tornerà a incolpare Conte che da un duello con Meloni ha più da guadagnare che da perdere.
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