DAGOREPORT – DI FRONTE ALLO PSICODRAMMA LEGHISTA SUL VENETO, CON SALVINI CHE PER SALVARE LA…
Paolo Cappelleri per ANSA
Dopo giorni di accuse incrociate e il duro confronto di ieri al Senato, alla Camera arriva quello che appare un inizio di disgelo sul tema del fascismo fra centrosinistra e centrodestra. Se è definitiva lo dirà il tempo.
Intanto la svolta ha preso forma quando Tommaso Foti, vicecapogruppo di FdI, accolto da un applauso al ritorno in Aula dopo una lunga assenza per motivi di salute, ha anticipato che ci sarebbe stato un "voto distensivo" sulle mozioni in discussione.
Foti ha annunciato che il suo partito "non ha riserve a condannare fascismo, nazionalsocialismo e comunismo" e che "se il governo ravvede le condizioni della legge Scelba per procedere con decreto all'immediato scioglimento di Forza nuova noi non abbiamo alcuna difficoltà, perché noi come FdI non abbiamo nulla da spartire con questa gente". Dal punto di vista del Pd è la condanna attesa sin da quando è andato in scena l'assalto alla Cgil il 9 ottobre. "Il centrodestra ha fatto un passo avanti importante", ha riconosciuto Debora Serracchiani, annunciando a quel punto l'astensione sulla mozione di centrodestra che impegnava il Governo contro "tutte - nessuna esclusa - le realtà eversive".
A sua volta il centrodestra si è astenuto sulla mozione delle forze progressiste (da cui ha preso le distanze il deputato di Iv Roberto Giachetti, secondo cui "è inutile senza una sentenza in vista") che chiedeva al governo lo scioglimento di Forza nuova: il testo era lo stesso passato ieri al Senato, con un ordine del giorno anziché una mozione, non per ammorbidire la richiesta - hanno chiarito i dem - ma solo per sintetizzare le quattro presentate da forze di centrosinistra.
Per ogni valutazione il premier Mario Draghi attende i provvedimenti della magistratura sull'assalto alla Cgil, per cui sono stati arrestati alcuni leader di Fn. Intanto, caduto il tabù dello scioglimento anche da parte di FdI, la strada del disgelo fra i due fronti politici può apparire in discesa, almeno finché i toni non tornano da campagna elettorale. È decisamente presto, però, per parlare di pacificazione o armonia politica, che rischia di saltare al primo distinguo.
Ad esempio quello con cui in serata la leader di FdI Giorgia Meloni chiedeva perché "Pd, M5S e tutta la sinistra non hanno avuto il coraggio di votare insieme a noi" la mozione "contro estrema destra, estrema sinistra, centri sociali e black bloc, no Tav, organizzazioni anarco-insurrezionaliste e legate al radicalismo islamico impegnate nella propaganda antisemita contro lo Stato d'Israele". (ANSA).
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