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MELONI SPEDISCE DIETRO LA LAVAGNA CALDERONE E SCHILLACI – I MINISTERI HANNO IMPIEGATO IN MEDIA APPENA IL 32% DEI FONDI DI COESIONE EUROPEI, CON UN MISERO 4,8% IN TERMINI DI PAGAMENTI. DATI CHE HANNO FATTO SBOTTARE LA DUCETTA: “PRIMA DI BATTERE CASSA A GIORGETTI SULLA MANOVRA, USATE I FONDI” – IL MINISTERO CON I RITARDI PIÙ GRAVI È QUELLO DEL LAVORO, CHE HA EROGATO LO 0,30% DELLE RISORSE. MALISSIMO ANCHE IL DICASTERO DELLA SALUTE – IL DIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE SVIMEZ, LUCA BIANCHI: “NON POSSONO ESSERE I FONDI STRUTTURALI A SALVARE LA MANOVRA...”

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Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”

 

giorgia meloni marina calderone lapresse

Un avanzamento del 31,78% in termini di impegni e del 4,83% in termini di pagamenti. Sono i numeri che martedì hanno fatto sbottare la premier Giorgia Meloni, che, rivolgendosi ai ministri, li ha invitati a spendere i fondi di coesione «prima di battere cassa a Giorgetti, visto che su tanti progetti rischiamo di essere in ritardo...».

 

Un ritardo che supera quello delle risorse destinate esclusivamente alle Regioni: lì il tasso di spesa raggiunge l'8%, sempre poco, ma quasi il doppio rispetto a quello degli undici programmi nazionali, che gestiscono circa un terzo del totale dei fondi di coesione, quasi 26 miliardi e mezzo a fronte dei 74,8 destinati all'Italia per il periodo 2021-2027.

 

I "peggiori"

I FONDI DI COESIONE - QUANTO HANNO SPESO I MINISTERI ITALIANI

I numeri del monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato sono stati pubblicati in uno dei bollettini statistici del ministero dell'Economia, e sono aggiornati al 31 agosto di quest'anno.

 

Se si vuole, permettono di stilare una "top ten" del ritardo: a perdere sarebbero indubbiamente i ministeri della Salute e poi del Lavoro e delle Politiche Sociali, che per i progetti (il primo sull'inclusione e la lotta alla povertà, il secondo su giovani, donne e lavoro) ha erogato rispettivamente lo 0 e lo 0,30% delle risorse.

 

[...]

 

I "migliori"

FINANZIAMENTI EUROPEI

In testa con una quota di spesa del 13,45% il piano nazionale Capacità per la Coesione, che fa capo al ministero per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione Tommaso Foti. La presidenza del Consiglio gestisce in effetti anche altri progetti nazionali, anche attraverso il dipartimento per il Sud: verrebbe da dire che la premier dovrebbe rivolgere anche a se stessa l'invito ad accelerare l'attuazione dei progetti finanziati con i fondi di coesione.

 

Dal ministero presieduto da Foti tuttavia spiegano che in realtà il costo delle procedure di spesa avviate è pari a circa l'80%. Tra le operazioni più qualificanti figura il concorso per l'assunzione di 2.200 funzionari: le assunzioni da parte degli Enti locali beneficiari sono in corso.

 

Va meglio di quel che sembra

GIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACI

A rivendicare risultati migliori da quelli che emergono dalle tabelle della Ragioneria sono anche altri ministeri. Da quello dell'Agricoltura, per esempio, che gestisce il programma finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l'Acquacoltura, si apprende che ad oggi sono stati certificati 56 milioni di pagamenti in quota Ue di cui 50 milioni del ministero (che quindi ha già superato l'obiettivo) e 6 delle Regioni, e che l'obiettivo di spesa complessiva di 87,6 milioni verrà raggiunto entro dicembre.

 

[…]

 

A che serve la coesione

giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse

Classifiche a parte, viene da chiedersi che legame c'è tra i fondi di coesione e le richieste dei ministeri rispetto alla manovra. «È indubbia l'esigenza di accelerare — rileva Luca Bianchi, direttore della Svimez, l'associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno — ma non è chiaro il collegamento tra i fondi di coesione, che sono risorse strutturali che servono a finanziare interventi che riducono i divari, e la legge di Bilancio. Non possono essere i fondi strutturali a salvare la manovra, facendo fronte a esigenze congiunturali».

 

[…]

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Le difficoltà legate all'utilizzo dei fondi strutturali non sono una novità ma nel ciclo 2021-2017, ricorda Bianchi, si è aggiunta una variabile in più: il Pnrr. Gli enti hanno dovuto gestire una quantità di risorse enormi, e arrancano. Un errore?

 

Tutt'altro: «Il metodo del Pnrr ha favorito lo sviluppo del Sud negli ultimi tre anni, e andrebbe applicato anche ai fondi di coesione». Per le risorse che si fatica a spendere, «le Regioni hanno già avviato la riprogrammazione, seguendo le indicazioni Ue. Per la parte nazionale è più difficile, perché si tratta di progetti ben delineati, c'è poca flessibilità».

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