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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
IL GOVERNO MELONI HA TROVATO ALTRE TOGHE DA ATTACCARE: QUELLE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE – DOPO L’ESPOSTO SUL CASO ALMASRI, PRESENTATO ALLA CPI DAI LEGALI DI UN RIFUGIATO SUDANESE CONTRO MELONI, PIANTEDOSI E NORDIO PER “OSTACOLO ALLA GIUSTIZIA”, DA ROMA È PARTITA LA CONTROFFENSIVA – TAJANI: “BISOGNA APRIRE UN'INCHIESTA SULLA CORTE PENALE”. E PALAZZO CHIGI PREPARA UNA RICHIESTA DI SPIEGAZIONI ALLA CPI SULLE “INCONGRUENZE” NELLE PROCEDURE ATTIVATE PER IL MANDATO DI ARRESTO DEL GENERALE LIBICO…
1. "L'ITALIA OSTACOLA LA GIUSTIZIA" SUL CASO ALMASRI È SCONTRO TRA GOVERNO E CORTE DELL'AJA
Estratto dell’articolo di Irene Famà per “La Stampa”
«Hanno ostacolato la giustizia». E con la liberazione e il rimpatrio del generale libico Almasri «hanno impedito la sua testimonianza davanti alla Corte». Volevano evitare uno scandalo. Volevano «coprire gli interessi dell'Italia e dell'Europa in Libia». Così sono rimasti in silenzio. «Remained silent». Ventitré pagine di accuse al governo italiano sono state presentate alla Corte penale internazionale. E così, il giorno dopo l'informativa dei ministri e la bagarre in Parlamento, si consuma lo scontro tra il governo italiano e la Cpi.
La premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, è scritto, «hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali».
INFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE.
Prima le reazioni a caldo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani attacca: «Forse bisogna aprire un'inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata». E il Guardasigilli ironizza: «Credo che a questo mondo tutti indaghino un po' su tutto». Poi le questioni giuridiche. «Non c'è nessun procedimento aperto contro l'Italia dalla Corte penale internazionale», si affrettano a sottolineare fonti di governo.
Per ora la denuncia è nell'ufficio del procuratore. Che, «non l'ha ufficialmente inviata né al cancelliere né ai giudici. Le comunicazioni sono moltissime, ognuna viene vagliata e solo se ritenuta fondata può originare un procedimento, che richiede mesi». Dalla Cpi chiariscono: «Secondo lo Statuto di Roma, qualsiasi individuo o gruppo di qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni al procuratore della Corte».
Insomma. L'esposto è stato acquisito e protocollato dalla Corte dell'Aja. Che ora deciderà se ed eventualmente come procedere.[…]
L'esposto, promosso da Front-Lex, organizzazione internazionale di avvocati da anni in prima linea per i diritti umani, è dettagliato. Nomi e gnomi. La premier, il Guardasigilli e il ministro dell'Interno hanno «violato l'articolo 70 dello Statuto di Roma».
Hanno «ostacolato la libera testimonianza di un teste».
E gli avvocati scrivono l'atto per conto di un signore sudanese, originario del Darfur: ha ottenuto lo status di rifiugiato a Parigi, alle spalle «insieme alla moglie e ad altri innumerevoli migranti» ha un passato di violenza. Torture, sevizie che, racconta l'uomo, hanno il volto di chi indossa la divisa nei lager libici.
«Campi di detenzione atroci dove si ammazza, si stupra, si riduce in schiavitù» controllati, tra gli altri, anche dal generale Almasri. […]
2. LETTERA CONTRO I GIUDICI EUROPEI. PALAZZO CHIGI ORA ALZA IL TIRO
Estratto dell’articolo di Irene Famà e Francesco Malfetano per “La Stampa”
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
Da Roma a Perugia fino all'Aja: il trait d'union è l'ossessione del governo per le toghe deflagrata con il caso Almasri. Le fasi alterne con cui Giorgia Meloni sta provando a ritmare abbassamento e innalzamento dei toni, ieri sono impazzite. Prima trapelano le veline indignate nei confronti del procuratore Francesco Lo Voi, reo di essersi rifugiato alle Mauritius dopo aver notificato l'indagine sul caso del generale libico a Palazzo Chigi.
Poi si discute con insistenza, secondo quanto risulta a La Stampa, l'idea di un esposto dell'esecutivo alla Corte di Perugia, proprio nei confronti del procuratore capo di Roma ma per la vicenda che coinvolge Gaetano Caputi, il capo di gabinetto di Meloni.
Infine, mentre si palesa un repentino cambio della strategia comunicativa del centrodestra, anche il conflitto con la Corte Penale Internazionale (Cpi) fa un salto di qualità.
[..] il barometro mandato fuori giri dalle reazioni rabbiose di Nordio e del vicepremier Tajani. Due interventi scomposti che dietro al «tutti indagano su tutto» scandito dal Guardasigilli, nascondono l'intenzione articolata dal vicepremier di «indagare sull'Aja». E infatti, a sera, trapela come la prossima settimana verrà inoltrata alla Cpi una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico Almasri.
mantovano meloni nordio piantedosi
Una lettera è la controffensiva che il governo valuta di mettere in campo da giorni e che il nuovo tassello dello scontro collocato ieri ha reso necessaria. L'idea è contrapporre mediaticamente questa iniziativa alle prossime mosse dell'Aja. Dal Tribunale internazionale, spiegano fonti vicine alla premier che preferiscono restare anonime, è in arrivo una nota di reprimenda nei confronti dell'Italia per la mancata consegna del carceriere nordafricano.
Un atto ufficiale che darebbe nuovamente adito all'opposizione per chiedere a Meloni di andare a riferire in Parlamento.
[…]
Per sminare una faccenda delicata e sotto il pressing delle opposizioni, il centrodestra ha prima difeso per giorni la teoria del cavillo giudiziario che avrebbe costretto l'Italia a rimpatriare il libico, poi è passato dall'evidenziare come il carceriere fosse un pericolo pubblico alla colpa addossata alla Cpi mercoledì da Nordio, in Parlamento.
Ora invece Palazzo Chigi e il governo, dopo aver scelto di non apporre il segreto di Stato, provano a frenare le opposizioni sposando la tesi che la Libia è una questione di sicurezza nazionale. Esattamente il principio sottolineato dall'ex ministro del Pd Marco Minniti in prima serata da Bruno Vespa.
LA LIBERAZIONE DI Almasri Osama Najeen - vignetta by biani
Il caso Almasri, dunque, fa divampare lo scontro tra governo e toghe. E il procuratore capo di Roma finisce sotto attacco. Quello indiretto, fatto di indiscrezioni e insinuazioni, e quello diretto, di relazioni presentate dai consiglieri del centrodestra del Csm e di iniziative legali annunciate.
[…]
Al momento resta quanto detto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, ascoltato dal Copasir. Che suona più o meno così: quello commesso dal procuratore Lo Voi «è un reato grave», una «rivelazione di segreto» che potrebbe anche contemplare un illecito disciplinare.
alfredo mantovano giorgia meloni
La questione, nata a margine di un'inchiesta per diffamazione a carico di alcuni giornalisti del Domani, ruota intorno a un'informativa dei servizi segreti finita negli atti a disposizioni delle parti.
Palazzo Chigi si interroga se rivolgersi alla procura di Perugia. E i consiglieri di centrodestra del Csm che stanno valutando se inviare o meno una segnalazione al Comitato di presidenza. Si valuta, insomma, l'opportunità di alzare ulteriormente il livello dello scontro.
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