DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
Marco Cremonesi per il ‘Corriere della Sera’
Otto caselle in bilico, una situazione che qualcuno definisce «allarmante» e una lista dei ministri che nel giro di poche ore il premier incaricato dovrebbe portare al capo dello Stato. La giornata di ieri è a dir poco tumultuosa e lascia le parti sul punto di far saltare il banco. Molti i nodi da sciogliere prima di salire al Colle. E su due fronti. Anzitutto ci sono le caselle da vagliare con il Quirinale e su cui si sono concentrate le attenzioni e le preoccupazioni degli ultimi giorni: Economia, Difesa, Esteri e Interni. Poi, ci sono le questioni interne al tavolo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il superministero, la Sanità e le Infrastrutture.
Le questioni sono diverse. E sono anche gli schemi interni, la distribuzione dei poteri tra Lega e M5S a rendere l' esito della trattativa più difficile. Il nodo principale rimane la questione del nome di Paolo Savona, un nome che non solo riscontra i dubbi del Quirinale, ma è anche «casus belli» tra le due forze politiche. La Lega vede Savona come «una personalità terza, con un suo spessore e una storia professionale indiscutibile» e proprio per questo ritiene che il Mef non sia riconducibile a un suo rappresentante.
Ecco allora la richiesta di spacchettare il superministero in carico negli scenari a Luigi Di Maio: Lavoro e Sviluppo economico divisi, per poter gestire uno dei dicasteri «economici». Una scelta che ovviamente non sta bene al Movimento, che ha sollevato critiche anche su un' altra pedina fondamentale: quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Al momento è indicato nello scacchiere il leghista Giancarlo Giorgetti, ma i pentastellati chiedono lo sdoppiamento del ruolo, inserendo anche un proprio nome (probabilmente Vincenzo Spadafora) a Palazzo Chigi. Per le Infrastrutture torna in partita Laura Castelli, la No Tav potrebbe trovare sponda nella sensibilità quirinalizia alla parità di genere nella composizione dell' esecutivo. Riaprire la discussione su alcuni dicasteri comporta inevitabilmente il coinvolgimento di altri, come la Sanità.
RENZI SALZANO PRIMO MINISTRO QATAR
Ma tra tanti dubbi che si addensano, ci sono anche dei passi avanti in punti chiave. Ormai è caduta l' opzione Giampiero Massolo per gli Esteri, al suo posto l' ambasciatore in Qatar Pasquale Salzano: questa scelta potrebbe anche sciogliere uno dei nodi presentati al Colle. La Difesa, invece, rimane una incognita.
«Al momento Elisabetta Trenta è la nostra candidata», ribadiscono i 5 Stelle, ma la situazione è in rapida evoluzione. La sua presenza è a forte rischio, la personalità indicata per il ministero dovrebbe comunque essere espressione dei pentastellati. Discorso opposto per Matteo Salvini, che dovrebbe rimanere ancorato al Viminale. Su Savona invece - assicurano le parti in causa - «andremo compatti», tutte le opzioni però restano in campo.
I 5 Stelle minimizzano il livello di scontro: «Non c' è questa confusione. Tutto procede tranquillamente». Per il finale di partita basterà attendere ventiquattro ore o poco meno: oggi in serata o molto più probabilmente sabato - a meno di improvvise rotture della trattativa - Conte salirà al Quirinale. «Troveremo una soluzione per ogni cosa», assicurano da più parti. Un primo passo in vista del confronto finale.
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