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A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA…
1. L’OSSESSIONE DI SCHÄUBLE SUI TASSI E PARTE ALL’ATTACCO DELLA BCE
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
L’attacco del governo di Berlino alla Banca centrale europea di Mario Draghi sembra iniziato. Non è ancora un assalto; ma non ha precedenti. In discussione vengono messe apertamente la politica monetaria non convenzionale della Bce — di creazione di liquidità sui mercati — e la stessa indipendenza dalla politica dell’istituzione di Francoforte. Il segnale più forte è arrivato da Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze: si sapeva che in privato aveva spesso criticato i tassi troppo bassi; ora, però, la sua critica è diventata pubblica e dura nel contenuto.
Venerdì sera, durante una riunione a Kronberg im Taunus, Schäuble ha detto che «l’eccesso di liquidità è diventato più una causa che una soluzione del problema». Ha raccontato di avere chiesto al segretario al Tesoro americano Jack Lew che, di concerto, i ministri finanziari intervengano sulle rispettive banche centrali per convincerle “a lentamente uscire” dalle politiche espansive”.
E per essere chiaro ha aggiunto: «Non sono soddisfatto dei bassi tassi d’interesse, preferirei tassi più alti»: per aggiungere che ne parlerà con Draghi nei prossimi giorni. Fin qui, la novità non da poco è che un esponente di rilievo del governo di Berlino, stretto alleato di Angela Merkel, critica apertamente la Bce, passando sopra alla sua indipendenza dalla politica, una delle regole d’oro sempre affermate dalla Germania.
Nel corso della serata, però, Schäuble è andato oltre. Ha legato il successo del partito di destra nazionalista AfD a recenti elezioni regionali in Germania proprio alla politica di bassi tassi d’interesse che penalizzerebbe i risparmiatori tedeschi. «Sii molto orgoglioso, ho detto a Mario Draghi — ha raccontato il ministro secondo l’agenzia Ap —. Puoi attribuire il 50% dei risultati di un partito che sembra essere nuovo e di successo in Germania al disegno di questa politica».
Accusa straordinariamente pesante. Sulla questione, Frau Merkel non si è espressa in pubblico. Avrebbe parlato con Draghi dei tassi d’interesse bassi durante un incontro europeo, ma formalmente la cancelliera non ha commentato. Nel suo partito, l’Unione Cdu-Csu, però, il clima si è molto riscaldato nei giorni scorsi. Uno dei leader della Cdu, Michael Fuchs, ha sostenuto che il governo di Berlino «deve dire chiaramente che la politica dei tassi d’interesse di Draghi non è corretta. Non abbiamo alzato la voce abbastanza».
Ancora più duro Markus Söder, ministro delle Finanze della Baviera e probabile futuro leader della Csu: «La politica degli zero interessi è un attacco ai patrimoni di milioni di tedeschi che hanno messo il loro denaro nei conti di risparmio e nelle polizze vita». E su questi toni altri politici.
A parte la questione AfD, a Berlino si dice di temere che la Bce vada oltre a quanto fatto finora: l’ipotesi di Helicopter Money — denaro stampato e in qualche forma distribuito ai cittadini dell’Eurozona — non è mai stata discussa, fatto sta che a Berlino è vista come reale, una linea rossa insuperabile. Il settimanale «Der Spiegel» ha riportato persino l’ipotesi, che sarebbe circolata nel ministero di Schäuble, di un’iniziativa legale contro la Bce se quel passo fosse intrapreso.
La ragione «formale» per la quale i politici tedeschi hanno deciso di considerare non più valido il massimo rispetto dell’indipendenza della banca centrale sta nel fatto che ritengono che essa sia uscita dal suo campo di azione, che sia andata cioè oltre al mandato di politica monetaria e abbia invaso la politica fiscale, regno dei partiti. Con tutta probabilità, la Bce non starà in silenzio e difenderà le proprie scelte come le migliori per l’Eurozona.
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2. QUELL’INVASIONE DI CAMPO DI BERLINO
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
L’ attacco del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble e di altri esponenti politici di Berlino alla Bce, questo fine settimana, è una novità assoluta, da quando esiste l’euro. L’indipendenza della banca centrale è da sempre una stella polare dell’impalcatura politica tedesca. Se viene a cadere, il rischio di una crisi istituzionale nell’intera eurozona può diventare devastante: l’istituzione di Francoforte è sola nel combattere per condurre i Paesi dell’euro fuori dalla coda velenosa del dopo crisi finanziaria.
Konrad Adam Alternative fuer Deutschland
Delegittimare la Banca centrale europea è un notevole rischio. Non è che sia intoccabile: il dibattito sulla politica monetaria espansiva condotta da Mario Draghi e colleghi è legittimo, siamo in un territorio di tassi sotto zero e di creazione di moneta mai calpestato prima. Ma una cosa è la discussione tra economisti, un’altra l’ingresso di un governo, il più potente d’Europa, in un campo che non gli è consentito. Ingresso, tra l’altro, effettuato in forme pesantissime.
GLI ANTI EURO DI ALTERNATIVE FUER DEUTSCHLAND
Quando Schäuble accusa la Bce di avere favorito, con i tassi d’interesse troppo bassi che non piacciono ai risparmiatori tedeschi, il successo elettorale del partito nazionalista Afd in elezioni regionali tedesche, non solo non coglie che il senso di una politica monetaria espansiva è proprio quello di fare risparmiare meno e spendere e investire di più. Non si limita a non cogliere che la Bce ha un mandato per l’Eurozona e non solo per la Germania.
anche jens weidmann ha i suoi momenti gordon gekko
Soprattutto, lancia un’accusa tremenda: che la Banca centrale sta destabilizzando la politica tedesca. Di fronte a questo, la Bce non potrà che reagire e difendere la sua azione finalizzata a sostenere l’intera Eurozona, quasi sempre lasciata sola dai governi. L’intervento del ministro tedesco, però, non è un pezzo di un dibattito tra economisti: crea un problema serio alla Bce, la quale difficilmente può operare «contro la Germania». Si apre una fase decisamente delicata. Angela Merkel è di nuovo chiamata a mostrare la sua saggezza.
Delegittimare la Banca centrale europea è un notevole rischio. Non è che sia intoccabile: il dibattito sulla politica monetaria espansiva condotta da Mario Draghi e colleghi è legittimo, siamo in un territorio di tassi sotto zero e di creazione di moneta mai calpestato prima. Ma una cosa è la discussione tra economisti, un’altra l’ingresso di un governo, il più potente d’Europa, in un campo che non gli è consentito. Ingresso, tra l’altro, effettuato in forme pesantissime.
Quando Schäuble accusa la Bce di avere favorito, con i tassi d’interesse troppo bassi che non piacciono ai risparmiatori tedeschi, il successo elettorale del partito nazionalista Afd in elezioni regionali tedesche, non solo non coglie che il senso di una politica monetaria espansiva è proprio quello di fare risparmiare meno e spendere e investire di più. Non si limita a non cogliere che la Bce ha un mandato per l’Eurozona e non solo per la Germania.
Soprattutto, lancia un’accusa tremenda: che la Banca centrale sta destabilizzando la politica tedesca. Di fronte a questo, la Bce non potrà che reagire e difendere la sua azione finalizzata a sostenere l’intera Eurozona, quasi sempre lasciata sola dai governi. L’intervento del ministro tedesco, però, non è un pezzo di un dibattito tra economisti: crea un problema serio alla Bce, la quale difficilmente può operare «contro la Germania». Si apre una fase decisamente delicata. Angela Merkel è di nuovo chiamata a mostrare la sua saggezza.
@danilotaino
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