MILANESE: SMENTISCE LE VOCI SU UN LEGAME AFFETTIVO TRA LUI E GIULIETTO: “CERTE DICERIE SUL RAPPORTO TRA ME E TREMONTI NON MI HANNO FERITO ASSOLUTAMENTE. ANCHE PERCHÉ NON CI SAREBBE NULLA DI MALE, SE NON FOSSERO COSE INVENTATE DI SANA PIANTA” - GALAN CHIEDE DI COMMISSARIARE IL MINISTRO: "MI STUPISCO CHE NON SI SIA ANCORA DIMESSO"

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1- MILANESE: FALSE LE DICERIE SU DI ME E TREMONTI
Corriere della Sera -
«Non mi considero l'emblema della casta. Posso dire solo che voglio essere trattato come un normale cittadino, anche se mi sembra che in questo momento un parlamentare sia invece qualcosa di meno di un normale cittadino. Mi sorge il dubbio: ma se non fossi stato parlamentare, mi sarebbe accaduto tutto questo?».

Lo ha detto ieri il deputato del Pdl Marco Milanese, intervistato da Klaus Davi per KlausCondicio un giorno dopo il voto della Camera che ha respinto la richiesta di arresto avanzata nei suoi confronti dalla Procura di Napoli. L'ex braccio destro di Giulio Tremonti, indagato nell'inchiesta sulla presunta P4, ha smentito poi le voci su un legame affettivo tra lui e il ministro dell'Economia: «Certe dicerie sul rapporto tra me e Tremonti non mi hanno ferito assolutamente. Anche perché non ci sarebbe nulla di male, se non fossero cose inventate di sana pianta. Se fosse vero, non avrei timore a dirlo. Si tratta solo di pettegolezzi falsi».

A Davi che gli ha domandato se potessero essere stati i servizi segreti a diffondere quei «pettegolezzi» per calunniarlo, il deputato ha risposto: «Lo dice lei... Io penso invece che ci sia tanta gente pettegola». E in ogni caso «è tutto falso» anche se «non sarebbe un disonore in quanto tale».


2- GALAN CHIEDE DI COMMISSARIARE IL MINISTRO: "MI STUPISCO CHE NON SI SIA ANCORA DIMESSO"
Paolo Griseri per La Repubblica

Tremonti? Un ministro da commissariare. Il collega della Cultura, Giancarlo Galan, concede al titolare dell´Economia solo l´onore del giro di parole: «Commissariare è un po´ brutto. Chiamiamola nuova collegialità».

Ministro Galan, come giudica gli attacchi a Tremonti?
«Sa che mi ero ripromesso di tacere?».

Come mai?
«Perché quando si realizza quel che hai chiesto da tanto tempo, è meglio gioire in silenzio».

Che cosa si sta realizzando?
«Che finalmente molti si rendono conto di quanto sia stato sbagliato lasciare a Tremonti la regia quasi unica delle scelte economiche».

Non è sempre stato così in Italia?
«Quando si è trattato di compiere scelte difficili, penso alla scala mobile, c´è stata una regia a Palazzo Chigi con molti ministri coinvolti. Non si è lasciata la scelta al solo ministro delle Finanze».

Invece oggi?
«Da via XX settembre le decisioni calavano a palazzo Chigi. La prima manovra, quella di agosto, l´ho letta sui lanci di agenzia che mi portavano durante il Consiglio dei ministri, due minuti prima che parlasse lui».

Rapporto difficile con Tremonti?
«Pensavo che il Consiglio dei ministri fosse un organo collegiale, non un uomo solo al comando».

Ha mai protestato per questo?
«Certo. Appena arrivato l´ho fatto con due colleghi del governo».

Quali?
«Non glielo dico».

Che cosa le hanno risposto?
«Io mi lamentavo: dicevo, non sono venuto qui per fare il sottosegretario di Tremonti. Uno di loro mi ha risposto: sei un presuntuoso, certi sottosegretari contano più di te».

I ministri che devono spendere se la prendono con quello che deve tagliare. Fisiologico no?
«C´è modo e modo. La strategia delle cose fatte è la peggiore. Arrivare a Palazzo Chigi e trovarsi sul tavolo un tomo da 800 pagine con le indicazioni del ministero senza averle potute discutere, prendere o lasciare, è un modo sbagliato».

Altri errori secondo lei?
«Non dimenticherò mai la scena di Bondi che in Consiglio dei ministri si lancia in un appello accorato (lui faceva sempre appelli accorati) a difesa del Fus, diceva guardate che i musei stanno per chiudere».

E Tremonti?
«Niente. Salvo poi una sera incontrare Muti e Alemanno e uscirsene con "veni, vidi, capii". Bondi è un signore e ha trangugiato. Ma se fosse capitato a me...».

Se fosse capitato a lei?
«Beh, gliene avrei cantate quattro».

Lo ha mai fatto?
«Una volta gli ho detto: "Guarda che se vai avanti così finiremo con i conti in ordine e senza un voto". Lui mi ha risposto: "Ma i conti non sono in ordine". Capito? Abbiamo fatto un sacrificio inutile».

Non è quello che chiede l´Europa di mettere i conti in ordine?
«L´Europa ci chiede di fare quel che abbiamo promesso agli elettori: meno burocrazia, più privatizzazioni, meno tasse per favorire la ripresa. Se si abbassano le tasse la gente le paga di più».

Tremonti non fa questo?
«Tremonti è un socialista statalista. Fa il contrario di quel che abbiamo promesso ai nostri elettori. Per questo perdiamo consensi. Non è che le ragazze e tutto il resto ci aiutino, ma questo è il vero problema, la politica economica».

Se non ci fosse la crisi internazionale, avrebbe chiesto le dimissioni di Tremonti?
«Tremonti sarebbe un ottimo ministro delle Finanze. Se ad affiancarlo ci fosse un ministro del Tesoro».

Lei avrebbe chiesto le dimissioni di Tremonti?
«Devo dirle la verità: mi stupisce molto che non si sia ancora dimesso lui».

Pensa al caso Milanese?
«No, penso al fatto che nel governo le sue scelte di politica economica non sono apprezzate»

Con la «nuova collegialità» in economia arriverete al 2013?
«Sono contrario al voto anticipato. Così abbiamo 18 mesi di tempo per ripartire con slancio con scelte coerenti con il nostro programma elettorale».

E nel 2013 pensate di vincere?
«Se siamo stati coerenti possiamo giocarcela. Poi scelgono gli elettori. Anche Churchill perse le elezioni».

Sì ma lui aveva vinto la seconda guerra mondiale...
«Effettivamente il paragone è un po´ ardito».

 

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