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EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA
Luca Josi per “il Fatto Quotidiano”
Quando si dice: fare sistema Italia! Prostitute intruppate all’EUR (E42), come risposta carnale e romana, all’Expo di Milano. Lassù il cibo, quaggiù il “pelo”; per i più pignoli rimarrà da interpretare quel 42 (non indicava la taglia, ma l’anno dell’Esposizione universale, quella del 1942, cancellata per la guerra). In effetti, l’argomento nell’esistenza umana è centrale: “Quella cosa importante come il bere e il mangiare” per De Sade, appunto.
Cibo e sesso ed è subito geomarketing: al nord si cura la panza, poi Alta velocità, giusto il tempo di digerire – magari con Italo, che inforca un nome consono e autarchico – e ... si tromba! Sì perché la vocazione dell’EUR – Esposizione Universale Roma – era proprio quella: esporsi e mostrare al mondo commerci, prodotti, identità dei popoli. Così i residenti, rigettando alcuni anni fa l’idea del sindaco post fascista Alemanno di trasportare tra quei viali i bolidi post futuristi della F1, si sono beccati oggi il Figodromo (il cosiddetto: Puttan Tour).
La Capitale, va ricordato, col tema c’è sempre andata a letto fin dalle sue origini: che fosse Acca Larenzia, figura semidivina, etrusca, prostituta, protettrice del popolo umile o, alternativamente, Larenzia, moglie del pastore Faustolo che soccorse i gemelli Romolo e Remo, allattandoli, come “lupa” (termine con il quale s’indicavano le prostitute e dal quale deriva il termine “lupanare” cioè bordello). Che toccasse a un sindaco genovese, mio conterraneo, provare a razionalizzare, nel razionalismo architettonico piacentiniano, quel troiaio dell’interchange carnal, per dirla all’Expo, è singolare.
Non che la nostra città natale non avesse, già dai tempi delle Repubbliche Marinare, regolato il commercio delle operaie del buon umore: 5 genovini al giorno e tutte dietro la recinzione. Poi, anche lì, fino all’Unità d’Italia non cambierà nulla; sarà Cavour a legiferare per le “case chiuse” senza rinunciare alle tasse ma oscurando il “recinto” con pudiche persiane.
Una storia lunga, un tema eterno, indossato ogni volta secondo il vestito consono all'ipocrisia dei tempi. Perché l’italiano rimane duale: conservatore nel non voler mai affrontare i problemi nella loro sostanza; riformatore, pensando di risolverli cambiando loro il nome.
Così, mentre dal 2002 il paese della Merkel inquadra fiscalmente la redditività delle sue lucciole incassandone 6 miliardi di tributi – quanto Adidas e Porsche, per arrivare oggi a percepirne 15! – da noi, magari, ci s’inventerà una “tassa di scopo” o “della Trojka” (entrambe assai onomatopeiche e immaginifiche e già stimate per il nostro Paese, tra i 7 e gli 8 miliardi; infatti il mercato della prostituzione ha contribuito ad addrizzare il Pil grazie al calcolo della “economia non osservata”).
Tutto consumato sotto il presidio delle parole vigili e severe dei vescovi tuonanti contro questa civiltà secolarizzata e dissoluta che “si lava la coscienza”, ma un po’ distratti verso la vergogna del racket. In realtà se si potessero lavare almeno le pudende e si consegnasse un po’ di decoro igienico e logistico a quella primaria attività umana forse si potrebbero arginare alcune problematiche più inclini a diffondersi attraverso il contatto del corpo che in ragione della corruzione dello spirito.
pisapia e cinzia sasso foto riccardo schito
E comunque, commerciare il proprio pensiero e i propri impegni, ancor più per un cristiano, dovrebbe risultare ben più disdicevole del barattare la propria carne; è con l’arbitrio, libero, dell’anima che si decide il nostro destino in terra – e per molti anche altrove – mentre del corpo sembrerebbe rimanere solamente polvere.
Ma è risaputo e notorio come la società politica abbia preservato le istituzioni dalla commistione con questa decadenza e mercificazione sessuale; è meritoria l’azione di contrasto degli ultimi governi, tanto berlusconiani che renziani, obbligatisi a rinunciare a ogni piacevolezza estetica per privilegiare esperienza, autorevolezza e capacità preferendo rincorrere la parità uomo-donna sull’impervio cammino del confronto politico e delle virtù intellettuali.
D’altre parte per scongiurare che il penale accarezzasse la politica – nella sua locuzione normativa e non pubica – in molti sospettano che il Patto del Nazareno includesse anche la mai disvelata clausola della Maddalena: “In caso di condanna per il caso Ruby/Olgettine la maggiore età sarà portata, con effetti retroattivi, a 14 anni”.
Poi, certo, all'EUR e non solo, sono rimaste quelle povere e poveri cristi, impegnati a esercitare il loro “valore aggiunto”. Ma, in fondo, trattasi di sinceri “responsabili” o “stabilizzatori”. Almeno dell’eros sociale.
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