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MINCHIA, CHE SCAZZO ALL’AEROPORTO DI PALERMO! – IL GOVERNATORE FORZISTA, RENATO SCHIFANI, HA VOLUTO A CAPO DELLA GESAP, LA SOCIETÀ CHE GESTISCE LO SCALO PALERMITANO, GIANFRANCO BATTISTI, L’EX AD DI FERROVIE DELLO STATO. IN BALLO C’È LA PRIVATIZZAZIONE DELL’AEROPORTO – MA IL SINDACO CENTRISTA DELLA CITTÀ, ROBERTO LAGALLA, FORTE DEL 73% DELLE QUOTE DEL COMUNE NELLA SOCIETÀ, NON INTENDE LASCIARE MANO LIBERA A BATTISTI, ANZI LO HA MESSO “SOTTO TUTELA”: IL BANDO PER SCEGLIERE L'ADVISOR CHE DARÀ IL VIA ALL'OPERAZIONE DI PRIVATIZZAZIONE LIMITA I POTERI AL MANAGER CIOCIARO (PROPRIO COME TAJANI). COME LA PRENDERANNO SCHIFANI E QUEL MERLUZZONE DEL LEADER FORZISTA?
Estratto dell’articolo di Gioacchino Amato per “la Repubblica – Palermo”
Nel grande affare della privatizzazione della Gesap, la società che gestisce l'aeroporto di Palermo, il sindaco Roberto Lagalla ha deciso di marcare stretto Gianfranco Battisti, nuovo amministratore delegato della società scelto dal presidente della Regione, Renato Schifani.
Dall'alto del suo 73% di quote fra Città metropolitana e Comune, il sindaco nell'assemblea dei soci ha ufficialmente dato il via all'iter con una delega al consiglio d'amministrazione della Gesap.
Una delega che non somiglia affatto alla "carta bianca" che si aspettava l'ex presidente e ad di Ferrovie, manager ciociaro di Fiuggi come Antonio Tajani, adesso nel cda di Fincantieri e prima della Luiss Guido Carli.
renato schifani antonio tajani
La delibera, per il momento, delega Gesap soltanto ad elaborare il bando europeo per la scelta dell'advisor. In più fissa punto per punto quali sono i compiti che dovranno essere affidati alla società di consulenza.
[...] In poche parole, l'advisor dovrà quanto meno controllare la qualità del piano industriale previsto dal cda e in particolare dall'ad e nel caso correggerlo. Come se non bastasse, una volta messo a punto il testo del bando, la Gesap dovrà sottoporlo all'esame dei soci per la definitiva approvazione.
Un Battisti sotto massima sorveglianza, dunque, per un iter che, concluso il lavoro dell'advisor, dovrà passare anche dalle forche caudine del neonato consiglio della Città metropolitana dove gli equilibri sono ancora più delicati di quelli del consiglio comunale.
E anche quest'ultimo, che formalmente ha già dato il via libera alla vendita con il piano di riequilibrio, si dovrà probabilmente esprimere nuovamente su tempi e modi della privatizzazione.
Anche questo, nei documenti della Città metropolitana, firmati dal segretario generale, Francesco Mario Fragale, è messo nero su bianco. Segnali felpati, come nel classico stile Lagalla, ma non per questo poco decisi, anche perché i primi passi dell'ad Battisti sono stati tutt'altro che felpati.
Ha iniziato svolgendo da solo i colloqui con i tre candidati selezionati per la carica di direttore generale, Carmelo Scelta, Francesco D'Amico e Roberto Tundo, con qualche malumore degli altri quattro membri del Cda, in testa il presidente meloniano, Salvatore Burrafato.
Poi in un'intervista al Sole 24 ore ha parlato del progetto "Aeroporti di Sicilia", lasciando a bocca aperta i manager degli scali di Trapani e Catania, fedelissimi molto più di lui di Schifani.
A inizio agosto arriva l'incarico di consulenza strategica da 132 mila euro affidato da Gesap alla società Biman s.r.l per "supportare il riposizionamento commerciale, l'internazionalizzazione e lo sviluppo del business aeroportuale e turistico".
antonio tajani e renato schifani
La Biman ha come socio di maggioranza il manager di origini palermitane Antonio Barreca, studi alla Harvard University, professore alla Luiss e direttore generale di Federturismo Confindustria di cui fino al giugno 2020 era presidente proprio Battisti. Fra i due c'è un sodalizio professionale e una conoscenza personale solida.
Su questo e sulla qualità del manager scelto da Battisti, secondo i bene informati visto negli uffici di Punta Raisi già dal primo giorno della nuova gestione, nessuno ha da ridire.
Ma su alcuni particolari la tensione sembra già alta. Molti fanno notare che la Biman nasce nel 2022 ma inizia la sua attività soltanto a febbraio dell'anno scorso. Inoltre, ha un capitale sociale di appena 10 mila euro di cui 2.500 versati. Secondo le norme, Battisti può affidare incarichi diretti sotto la soglia di 140 mila euro e dunque la consulenza è perfettamente legale.
[...]
Ma il vero errore di Battisti sembra sia stato un altro: a saltare sulla sedia dopo aver visto l'incarico del quale erano all'oscuro non sono stati solo il presidente della Gesap Burrafato e il sindaco Lagalla, che hanno tentato pure di chiedere la revoca, ma anche il presidente Schifani.
Ecco perché la marcatura decisa dal sindaco su Battisti potrebbe non dispiacere neanche a Palazzo d'Orleans.
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