Il ministro della salute alla rai: nella giornata dell'aids: vietato parlare di profilattico

2 dic 2011 11:22

1- IL MINISTRO DELLA SALUTE ALLA RAI: NELLA GIORNATA DELL'AIDS: VIETATO PARLARE DI PROFILATTICO
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

La parola profilattico nell'Italia del 2011 Ã¨ ancora un tabÃ¹. Almeno lo Ã¨ per la Rai e per il ministero della Salute, che da pochi giorni Ã¨ guidato da Renato Balduzzi.

Non bisogna pronunciarla nemmeno in occasione della giornata mondiale contro l'Aids. Che Ã¨ stata celebrata ieri, con una serie di trasmissioni su Radio 1. Ebbene, i conduttori e le redazioni dei programmi coinvolti nell'iniziativa, mercoledÃ¬ scorso, hanno ricevuto un'email che lasciava adito a pochi dubbi: Â«Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessitÃ di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concettoÂ».

L'email, con prioritÃ alta, Ã¨ firmata da Laura De Pasquale, funzionaria della tv di Stato in rapida ascesa, nonchÃ© fidanzata del Â«cameraman privatoÂ» del Cavaliere, Roberto Gasparotti. La missiva, come era ovvio, ha creato qualche sconcerto: piuttosto difficile fare ore e ore di trasmissioni sull'Aids senza poter parlare del preservativo.

Ma tant'Ã¨. Del resto, la linea del ministero guidato da Balduzzi - cattolico, buon amico di Rosy Bindi, padre dei Dico, componente fino all'insediamento nel governo, della Commissione dei diritti del Pd, cioÃ¨ l'organismo che dovrebbe dirimere le divisioni interne sui temi etici - Ã¨ proprio questa. L'ufficio stampa in serata precisa: Â«Non ci risulta che siano partite mail con queste indicazioniÂ».

Ma sia nel comunicato ufficiale che pubblicizzava la giornata mondiale dell'Aids, che nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa, non sono mai state pronunciate le parole profilattico o preservativo. Un silenzio che Ã¨ sembrato sospetto alla presidente del network italiano delle persone sieropositive, Rosaria Iardino, che infatti lo ha denunciato.

Uscendo dall'incontro che il ministero aveva organizzato con la stampa alla vigilia della giornata mondiale contro l'Aids, Iardino non ha usato mezzi termini: Â«Sono davvero arrabbiata perchÃ© non cambia mai niente. Si Ã¨ parlato di tutto tranne che dell'unica cosa veramente importante: il profilattico. Ãˆ una semplice parolina che nessuno ha mai il coraggio di direÂ».

E ora, dopo l'email in cui si dettava la linea del dicastero della Salute, si rafforzano i sospetti delle associazioni gay, convinte che la proibizione dell'uso della parola profilattico sia stata influenzata dalla posizione della Chiesa sull'argomento. Sembra passato un decennio dalla campagna che in analoga occasione venne promossa da Livia Turco, ministro della SanitÃ del governo Prodi. E, invece, sono trascorsi solo tre anni.

All'epoca lo spot per sensibilizzare gli italiani nella lotta contro l'Aids fece discutere e ricevette molti plausi perchÃ© veniva sdoganata la parola-tabÃ¹. L'attrice Ambra Angiolini, alla fine del filmato, pronunciava questa frase: Â«Rispetta la vita, rispetta te stesso e gli altri, usa il preservativo e nell'amore non rischiareÂ».

Adesso la situazione Ã¨ molto diversa. Lo teme Rosaria Iardino. E lo temono anche i movimenti omosessuali, che ieri, davanti a Montecitorio hanno esposto un condom di quattro metri. L'iniziativa Ã¨ stata sponsorizzata oltre che dal network delle persone sieropositive, dall'Arcigay e da Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, che ha riassunto con queste parole il senso della kermesse: Â«Vogliamo dire al governo Monti che per risparmiare sui costi della sanitÃ deve investire nella prevenzioneÂ».

In piazza anche Paola Concia, unica parlamentare omosessuale dichiarata, che ha presentato una proposta di legge per l'istallazione dei distributori di preservativi nelle scuole. Ãˆ quasi superfluo aggiungere che le trasmissioni di Radio 1 non hanno dato ampia eco alla manifestazione.

2- RICCARDI: NOI CATTOLICI CHIAMATI A RICUCIRE "FORSE AVRÃ’ LE DELEGHE PER FAMIGLIA E ISLAMICI"
M. Ans. per "la Repubblica"

I cattolici sono vivi, dice Andrea Riccardi, uno degli esponenti di punta di quel mondo ora entrato nel governo Monti. Â«Ma non credo che rinascerÃ nÃ© la Dc - spiega il ministro della Cooperazione e fondatore della ComunitÃ di SantÂ´Egidio - perchÃ© la storia non si riproduce. Ma sento crescere un cattolicesimo responsabile, che ha una nuova voglia di parlare della cosa pubblica. Una componente importante, che aiuterÃ i partiti a ripensare il loro ruoloÂ». Riccardi Ã¨ intervenuto alla presentazione del libro LÂ´ultima chance. Per una generazione nuova di cattolici in politica scritto dal sociologo Luca Diotallevi.

Ci troviamo di fronte a una nuova stagione?, era la domanda che aleggiava in sala davanti a una prima fila di politici cattolici, da Casini a Binetti, da Follini a Buttiglione. Presente anche un altro protagonista del recente convegno di Todi, il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, ora ministro dei Beni culturali. In serata a Otto e mezzo Riccardi a proposito delle deleghe del suo ministero: Â«Credo che dovrei occuparmi anche di famiglia, giovani e consulta islamica. Ma questo non Ã¨ ancora definitoÂ».