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Paolo Bracalini per il Giornale
La sinistra ha trovato il nuovo nemico: Marco Minniti. Troppo di destra sui migranti, troppo popolare nei sondaggi, troppo elogiato anche all' estero (il New York Times gli ha dedicato un lungo ritratto, «Italy' s Lord of the Spies»), più temibile di Renzi ormai considerato in fase declinante (anche Crozza ha sostituito l' imitazione).
Prima le bordate di un guru della sinistra umanitaria come Gino Strada («Minniti ha una storia da sbirro, per lui buttare in mare i bambini è normale»), poi la sufficienza di D' Alema (di cui il ministro era braccio destro a Palazzo Chigi) che l' ha degradato a semplice «tecnico della sicurezza», quindi l' etichetta finale alla riunione tra Mdp e Campo progressista: «Minniti è come Berlusconi», racconta il retroscena di Repubblica. Che fa il paio con il comunicato di Rifondazione comunista dove Minniti è equiparato a Salvini e Meloni per la linea dura sui migranti. Il fatto che il ministro abbia confermato la sua presenza alla festa di Fdi «Atreju», poi, non fa che convincere la sinistra che Minniti sia un infiltrato da eliminare al più presto.
Individuato l' obiettivo, partono i primi siluri. Sul ministro è piombato quello di un volo di Stato usato per andare a vedere Juventus-Real Madrid a Cardiff, lo scorso 3 giugno. «Un aereo blu ha accompagnato il ministro da Reggio Calabria in Galles per assistere alla finale di Champions League» scrive La Notizia. Un viaggio di autopromozione per sfruttare una ribalta internazionale, a spese dei contribuenti, come fu il volo di Renzi premier alla finale degli Us Open? O un' iniziativa personale come il volo della Boldrini in Sudafrica per i funerali di Mandela?
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Nel caso di Minniti la spiegazione è diversa e arriva direttamente dal Viminale: «Il 3 giugno scorso il ministro dell' Interno, Marco Minniti, è stato formalmente delegato in qualità di rappresentante del Governo, a partecipare alla manifestazione internazionale a Cardiff». Insomma il cerimoniale richiedeva la presenza di un membro dell' esecutivo italiano e per questo è stato delegato Minniti, che non è neppure juventino ma interista. Mistero risolto, ministro non affondato.
La caccia allo «sbirro» Minniti però è aperta, lo schieramento dell' artiglieria trasversale. Il «codice Minniti» sulle Ong, considerato antiumanitario e crudele perché limita l' attività (e il business) delle navi delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo, ha trovato l' opposizione di parte del mondo cattolico (Avvenire: «Molti si vergogneranno davanti a Dio di ciò che hanno malamente detto e fatto per prendersi cura dell' umanità»), della sinistra estrema tipo Manifesto («Caro ministro, lei non riuscirebbe più a dormire se indagasse nella sua coscienza»), ma pure del club progressista-intellettuale di «Libertà e giustizia», oltre che dell' inevitabile Saviano («il lavoro sporco di Minniti...»).
Appunto la linea del Viminale sui migranti è stata che «la goccia che ha fatto traboccare il vaso» e convinto Gad Lerner a lasciare il Pd e a diventare il Casaleggio di Pisapia. Ma il ministro si è guadagnato i sospetti, per motivi opposti, anche dentro il Pd. Come racconta L' Espresso in una «fenomenologia di Minniti», «i più vicini a Renzi temono la sua ascesa dopo il voto del 2018, verso Palazzo Chigi». Per una volta, Renzi e D' Alema potrebbero trovarsi d' accordo.
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