CINA, SVOLTA A DESTRA - FA SCALPORE IN CINA “DIALOGUE”, LA TRASMISSIONE DEL FAMOSO ANCHORMAN YANG RUI - IN UN CONTINUO INCITAMENTO ALLA XENOFOBIA, YANG SE LA PRENDE ANCHE CON UNA GIORNALISTA DI AL JAZEERA ESPULSA DAL PAESE: “BISOGNA FARE PIAZZA PULITA DELL’IMMONDIZIA STRANIERA E PROTEGGERE LE RAGAZZE INNOCENTI. ABBIAMO CACCIATO A CALCI QUELLA PETULANTE PUTTANA. CHIUNQUE DEMONIZZI LA CINA CHIUDA LA BOCCA”…

Marco Del Corona per "Le vie dell'Asia - I blog del Corriere della Sera"

Se Yang Rui è uno strumento del soft power cinese, dev'essere un martello. Che scappa di mano. E sferra colpi decisi, anche a costo di danneggiare lo stesso soft power, già di per sé acerbo. Yang è forse l'anchorman più famoso di Cctv-9, il canale inglese della televisione di Stato.

Il suo talk show "Dialogue" è un luogo di confronto reale, sebbene regolamentato, tra ospiti stranieri e una Cina sempre più orgogliosa. Ma la foga nazionalistica di Yang ha assunto di recente toni particolarmente ruvidi. E si è sommata a un paio di filmati che circolano sul web e a una campagna contro gli stranieri che lavorano illegalmente o soggiornano oltre la durata del visto, alimentando fremiti xenofobi immediatamente colti dagli espatriati residenti in Cina.

PROSTITUTA
Sul suo microblog Yang ha colpito con particolare veemenza Melissa Chan, la corrispondente del canale in inglese della tv Al Jazeera, cui non sono stati rinnovati visto e accredito. Di fatto un'espulsione, la prima di un giornalista dal 1998. Per Yang l'americana Melissa Chan è una "puttana straniera", come ha testualmente pubblicato su weibo (il Twitter cinese) mercoledì 16.

SPIE E GPS
Tuttavia l'offesa alla Chan era inserita in una tirata xenofoba che è stata poi ripresa, commentata, chiosata, irrisa, a sua volta attaccata sul web. Prendendo spunto dalla stretta su visti e permessi di lavoro, Yang ha scritto che "il ministero della Sicurezza pubblica deve fare piazza pulita dell'immondizia straniera: acchiappare pezzenti stranieri e proteggere le ragazze innocenti... Eliminate i trafficanti umani stranieri, disoccupati americani ed europei che vengono in Cina per fare soldi (...) traviando il pubblico e incoraggiano la gente a emigrare.

Imparate a riconoscere le spie straniere che trovano una ragazza cinese da portarsi in giro mentre campano compilando rapporti d'intelligence, fingendosi turisti per fare rilievi e mappature e migliorare i dati GPS per Giappone, Corea del Sud, Usa ed Europa. Abbiamo cacciato a calci quella petulante puttana straniera e chiuso l'ufficio di Al Jazeera a Pechino (in realtà solo quello dell'edizione in inglese, ndr). Dovremmo fare in modo che chiunque demonizza la Cina chiuda la bocca e vada a quel paese". Il saggista James Fallows, più volte ospite di "Dialogue", ha scritto su The Atlantic: "Credevo fosse una parodia. Invece no".

DIALOGUE E MONOLOGUE
In altri post Yang Rui se la prende con il Wall Street Journal che gli ha dato dello xenofobo, ma anche con i propri connazionali, troppo accondiscendenti, "lì a capo chino" pronti a ubbidire agli stranieri. Un paio di giorni dopo Yang ha ammesso che la Cina deve guardarsi dalla xenofobia", ma ormai il vaso di Pandora era scoperchiato.

Il terreno, peraltro, era preparato dalle immagini viste e riviste dell'insolenza di un violoncellista russo dell'orchestra sinfonica di Pechino contro una cinese che si lamentava dei piedi appoggiati sullo schienale del suo sedile e dal video dell'aggressione in strada a un britannico ubriaco accusato di aver molestato una cinese. Il propagandato rigore sui visti delle Sicurezza pubblica fa il resto. Qualcuno, ripensando alla trasmissione di Yang Rui, ha già fatto la battuta: più che "Dialogue", la Cina preferisce il "Monologue".

 

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