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di Piera Matteucci per la Repubblica
grillo e grillini fuori montecitorio
L'Aula della Camera, con 109 voti di scarto, ha approvato la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge del M5S sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. La seduta odierna, che vedeva all'ordine del giorno come primo punto la discussione del disegno promosso dal Movimento 5 stelle e che ha come prima firmataria Roberta Lombardi, si è aperta con le prime scintille tra la maggioranza e i rappresentanti del Movimento.
Lorenzo Dellai, capogruppo di Democrazia solidale - centro democratico, ha proposto, infatti, di rinviare in Commissione il disegno di legge. Richiesta definita 'inaccettabile' dalla promotrice Lombardi e rifiutata anche da Forza Italia, FdI e Sinistra italiana. "Avremmo preferito una discussione più approfondita in commissione, senza la tentazione di far diventare il tema uno spot o un'occasione per delegittimare le istituzioni. Ma siccome sappiamo che la proposta va in quota all'opposizione, riteniamo sia giusto non comprimere il diritto delle opposizioni di discutere le loro proposte, per questo siamo contro il rinvio", ha detto Roberto Occhiuto (FI).
Proteste in piazza. Subito dopo il voto dell'Aula, alcuni deputati M5s hanno lasciato l'emiciclo e si sono uniti a circa duecento attivisti del Movimento, radunati davanti all'ingresso principale della Camera per protestare, con slogan e striscioni, contro i costi della politica. "Quella di oggi è la dimostrazione plastica di quello che sono questi politici: sono indignato! Spero che a dicembre metteremo fine a questo disgusto. Spero che sia l'ultima volta che avremo il dispiacere di vedere questa gentaglia all'opera. Non hanno nemmeno un briciolo di coraggio, non hanno neppure il coraggio di votare la nostra proposta. Rinviano in Commissione. Sono gentaglia, sono pericolosi perché non sono liberi", ha detto il deputato M5s Alessandro Di Battista in piazza a Montecitorio.
GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO
"Siamo Davide contro Golia - ha proseguito Di Battista -, ma non molleremo di un centimetro! Viva la Repubblica viva la sovranità popolare". La piazza ha urlato: "Onestà, onestà" e Di Battista ha annunciato: "Fino al 4 dicembre si va avanti, saliremo sui treni per difendere quei brandelli di sovranità popolare che ancora resistono". Preso il megafono, Di Battista, si è scagliato contro la decisione: "Questa è democrazia? Gli stessi che oggi non hanno avuto il coraggio di votare sono gli stessi che in tv lamentano ritardi. Ipocriti!". "Qualunque porcata renziana viene approvata", ha aggiunto, mentre la proposta del Movimento 5 Stelle per ridurre lo stipendio dei parlamentari "é stata rinviata con un escamotage tipico della partitocrazia".
Furente, Di Battista, ha aggiunto: "C'è una rabbia enorme dentro di noi. E stiamo incanalando una rabbia sana, che esplode in canali democratici".
Anche la reazione di Beppe Grillo, seduto in tribuna a Montecitorio per vegliare sui lavori, non si è fatta attendere: "Il Pd ha votato per affossare la nostra proposta di dimezzamento degli stipendi dei parlamentari! #renzinonnasconderti", ha scritto in un tweet.
Nei giorni scorsi non erano mancate polemiche e botta e risposta a distanza tra il premier, Matteo Renzi, e Luigi Di Maio: il presidente del Consiglio aveva avanzato una controproposta legata alle presenze in Aula e, riferendosi al vicepresidente della Camera e membro del direttorio del M5s, aveva detto: "Ha il 37% di presenze in Aula, diamogli il 37% dell'indennità. I 5 stelle giocano a fare i più puri ma sono come gli altri".
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