1- MONTI AMMOSCIA IL RIGORE E S’ATTOVAGLIA COL CAINANO: SENTE PUZZA DI BRUCIATO 2- LA COLAZIONE DOMANI CON BERLUSCONI SAREBBE STATO MONTI A SOLLECITARLA (SEBBENE PURE BERLUSCONI NON CHIEDESSE DI MEGLIO). PER NULLA MISTERIOSI I PERCHÉ. SUPERMARIO AVVERTE IL RISCHIO DI ELEZIONI A OTTOBRE, SA CHE BERSANI E IL PD NON POSSONO ATTENDERE CHE L’ANTIPOLITICA DEI GRILLO E IL PROSSIMO MISCHIONE DI CENTRO (PARTITO DELLA NAZIONE) DI PIERFURBY CASINI PRENDANO POSSESSO DEL PROSSIMO PARLAMENTO E DUNQUE CERCA SPONDE DOVE È CERTO DI TROVARLE 3- IN CAMBIO IL BANANA, CHE NON VUOLE IL VOTO A OTTOBRE, CHIEDERA’ LE SOLITE FREQUENZE 4- QUESTO INCONTRO METTE DOPPIAMENTE IN DIFFICOLTÀ CULATELLO BERSANI. FIGURARSI COME REAGIRANNO NEL SUO PARTITO SE MONTI FARÀ FELICE SILVIO SULLE FREQUENZE: CHIEDERANNO AL SEGRETARIO PD CHE COSA È ANDATO A FARE IERI NOTTE A PALAZZO CHIGI, SE POI LE DECISIONI VERE MONTI LE PRENDE A COLAZIONE COL CAVALIERE

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Ugo Magri per "la Stampa"

Un'ora di diapositive: così è incominciato il vertice di Monti con i tre segretari. E come spesso in questi casi, grandi sbadigli perché sullo schermo non sono state proiettate belle fotografie, tipo quelle del Professore in viaggio nel medio Oriente, bensì tabelle e diagrammi illustrati dal ministro Passera circa i possibili interventi per la crescita. Con una serie di anticipazioni del Piano per le riforme che verrà presentato oggi in Consiglio dei ministri.

Grande la folla di buoni propositi ma soldi per implementarli pochi, anzi praticamente zero se si dà retta alle voci da dentro. Le quali sussurrano che la discussione si è poi infiammata, perché «A-B-C» gareggiano nel chiedere più crescita e in fretta, dopo i sacrifici la gente vorrebbe scorgere la luce in fondo al tunnel. Laddove il presidente del Consiglio, spalleggiato dal viceministro Grilli, è meno preoccupato dal consenso e più dai mercati che attendono un passo falso del governo per poter dire «ecco i soliti italiani, hanno già abbandonato il rigore...».

Mentre andiamo in stampa, l'incontro prosegue. Né si prevede che finisca prima delle ore piccole, perché la carne al fuoco è assai, come pure i motivi di tensione. Soprattutto Alfano, nelle ultime due settimane, ha incassato con stile parecchi colpi; dunque è salito sul ring di Palazzo Chigi con l'intenzione di restituirne qualcuno.

Sulla riforma del lavoro, anzitutto, dove la sua controparte non è il Pd, semmai la Camusso, sicuramente il ministro Fornero che ha un'idea tenace della flessibilità in entrata, diametralmente opposta a quella che nel Pdl predica l'ala ex-socialista dei Sacconi, dei Brunetta, dei Cicchitto, dei Cazzola.

Ma pure sulla giustizia Angelino vorrebbe smentire l'impressione che il Pdlstia beccando ceffoni, specie dopo lo «spacchettamento» della legge anticorruzione (marcerà a tappe forzate) dalle riforme care al Cavaliere (intercettazione e responsabilità dei magistrati) destinate invece al binario morto. Per non dire dello scontro sulle tivù, di cui nessuno in verità sentiva il bisogno, che da ieri mattina fa fibrillare il Palazzo.

Il «falco» berlusconiano Romani accusa il governo, e Passera in particolare, di avere cambiato nottetempo col Pd l'asta sulle frequenze per mettere fuori gioco Rai e Mediaset; però nel giro di Bersani si nega la circostanza, e curiosamente perfino nello staff del Cavaliere qualcuno ipotizza che Romani abbia voluto farsi bello col Capo, mostrandosi vigile e reattivo su una materia (le tivù) che ad Arcore notoriamente interessa.

Pure Bersani s'è presentato da Monti con i guantoni del pugile. Deciso a strappare qualche denaro per i Comuni, un po' di sostegno dalla Cassa depositi e prestiti, insomma segnali concreti di stimolo all'economia perché «così le cose non vanno», dicono nel suo giro, di troppo rigore l'Italia potrebbe morire. Inevitabili le scintille con Grilli e pure una freddezza nei confronti del Professore.

Il quale ha fatto rendere nota sul sito del governo una colazione domani con Berlusconi. Addirittura, se sono vere le voci dal Plebiscito, sarebbe stato Monti a sollecitarla (sebbene pure Berlusconi non chiedesse di meglio). Misteriosi i perché. Qualcuno azzarda che il presidente del Consiglio senta puzza di bruciato, avverta il rischio di elezioni a ottobre, dunque cerchi sponde dove è certo di trovarle.

Però questo incontro mette doppiamente in difficoltà Bersani. Figurarsi come reagiranno nel suo partito se Monti farà felice Silvio sulle frequenze: chiederanno al segretario Pd che cosa è andato a fare ieri notte a Palazzo Chigi, se poi le decisioni vere Monti le prende a colazione col Cavaliere. E Bersani si domanderà a sua volta se vale la pena di considerare Alfano un interlocutore, dal momento che poi Angelino viene scavalcato dal fondatore di Forza Italia. Stanotte al vertice non era invitato, ma a modo suo c'è stato ugualmente.

 

BERSANI - MONTI - ALFANO - CASINI DA TWITTERIL TRIO BERSANI CASINI ALFANOBERSANI E MONTI A CERNOBBIOANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINI gb40 viittorio grilli corrado passeraPIER LUIGI BERSANI E MARIO MONTI berlusconi-bersaniCAMUSSO E MONTI A CERNOBBIOPAOLO ROMANI