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Spin Doctor per Dagospia
Fossimo in America i nostri telefonini, mail, account internet sarebbero riempiti di appelli elettorali, riceveremmo telefonate dai Comitati di questo o quel candidato o verremmo avvicinati dai promoters incaricati di scandagliare le liste degli incerti e dei renitenti al voto, mentre i candidati si fronteggerebbero in duelli televisivi e affronterebbero le convention negli Stati incerti.
Invece siamo in Italia e la campagna elettorale prosegue, anche in questi ultimi giorni con il solito clichè: apparizioni televisive a go go, dichiarazioni estemporanee a catturare un consenso effimero, nessun confronto tra i candidati. E noiosamente arriveremo al fine settimana carichi di incertezze e di dubbi. Le buche delle lettere restano vuote (ma quanto erano utili i cosiddetti santini con volto e nome del candidato?), le caselle mail pure.
E' triste vedere che, nonostante schiere di consulenti e di spin doctor, i nostri candidati pensino ancora di fare da sé, forti di un intuito che nemmeno il miglior esperto di marketing avrebbe l'arroganza di sbandierare. Culatello Bersani annuncia la "bomba atomica" della base Pd. Forse ricorda i tempi in cui il Pci aveva schede di ciascuna famiglia del collegio elettorale e un esercito di iscritti batteva porta a porta a verificare che tutti sapessero come e chi votare.
I volontari prelevavano gli anziani e gli infermi e li accompagnavamo al seggio, dove i famosi controllori di lista spuntavano dal loro elenco chi effettivamente veniva all'urna. Fino all'ultimo minuto. Ma esistono ancora? Vengono ancora formati da riunioni su riunioni in sezione? Purtroppo no. La spettacolarizzazione della politica, la personalizzazione, la delegittimazione dei partiti e - perché no - la fine della contrapposizione figlia della Guerra Fredda hanno raffreddato gli spiriti e allontanato la gente dalla politica attiva, quella volontaria (ma non alle ben retribuite seggiole di aziende pubbliche e consulenze comunali).
Se Bersani avesse consapevolezza della realtà , più che di bomba atomica avrebbe parlato di "mobilitazione dei responsabili", con una chiamata alle armi di tipo civile più che di appartenenza partitica. Ma così è e ne vedremo le conseguenze se la bomba atomica farà l'effetto di un petardo.
La campagna più sorprendete rimane quella di Mortimer Monti. Consigliato da spin doctor d'oltre oceano, supportato da giornalisti nostrani, con l'ausilio di sondaggisti e di strumenti alla Google cambia registro ogni giorno. Così però disorienta il suo elettorato e non conquista nuovi territori. Anzi con violenza e furbizia il Cavalier Pompetta gli sta scavando la buca sotto i piedi. Se passa, come pare, la consapevolezza che arriverà addirittura quarto in molti elettori penseranno se è ancora utile dargli il voto o se non è meglio concentrarsi sulle coalizioni maggiori. In più l'alleanza di comodo con l'Udc non porta un valore aggiunto né al lui, né a Pierfurbi Casini che è sempre più relegato nel ruolo di gregario.
L'unica novità , positiva, di questa campagna è forse il maggior controllo sociale e informativo su ciò che dicono i candidati. Sorprende lo scivolone di Giannino, beccato da Zingales con un falso master alla Chicago Booth. Ma che necessità aveva di inventarsi un titolo falso? Non era più credibile la sua carriera di giornalista economico? Trasparenza battuta da un provincialismo inutile.
Ma anche Bersani e Grillo hanno subito il controllo della rete che ha rivelato che le piazze non erano esattamente quelle dei comizi, ma foto di repertorio ben più affollate o modificate ad hoc. Purtroppo non è decollato da noi il fact checking, cioè il controllo in tempo reale della veridicità dei dati e delle dichiarazioni dei politici a causa di un sistema informativo più orientato alla spettacolarizzazione e all'infotaiment che alla analisi e alla verifica.
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