IL CASTO TAGLIA LA CASTA? - MONTI PYTON RINUNCIA AI 5MILA € DI INDENNITÀ CHE SPETTANO AL PREMIER MA, A PARTE IL GESTO DI ‘SENSIBILITÀ ISTITUZIONALE’, C’È DA CALARE L’ASCIA SUGLI SPRECHI DELLA POLITICA - IL GOVERNO CON LA LACRIMA DOVRÀ METTERE A DIETA CONSIGLI E LE GIUNTE PROVINCIALI CHE COSTANO 35 MLN € L’ANNO - VANNO TAGLIATI ‘I GETTONI DI PRESENZA’ ELARGITI NELLE CIRCOSCRIZIONI E NEI MUNICIPI, RIDOTTI I CONSIGLIERI NEGLI ENTI E ACCORPATI QUELLI INUTILI…

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Eduardo Di Blasi per il "Fatto quotidiano"

Mario Monti lo chiama un "atto di sensibilità istituzionale", quello di rinunciare all'indennità che prenderebbe da presidente del Consiglio. Nel momento difficile che il Paese attraversa, la scelta annunciata appare giudiziosa. Il suo predecessore Silvio Berlusconi, di quei 5102,42 euro lordi spettanti mensilmente a un capo del governo che già sieda in Parlamento, affermava di farci beneficenza. Bontà sua.

Il nuovo premier, del resto, conserva lo "stipendio" da senatore a vita con una indennità di 12.005,95 euro lordi al mese, cui si sommano 3.500 euro di diaria, 4.180 euro (2.500 dei quali si ritiene debbano essere versati al gruppo politico di appartenenza, qui difficile da identificare) di "rimborso forfettario per l'attività di senatore" e di un ulteriore "rimborso forfettario" per spese accessorie di 1.650 euro.

I suoi ministri, tutti "non parlamentari", hanno un'indennità parametrata sul Parlamento nazionale, vale a dire 12mila euro al mese per dodici mensilità, che fanno 144mila euro lordi l'anno. Per questo motivo qualcuno ha già eccepito che il governo tecnico costi agli italiani più di quello politico (12mila euro lordi sono più di 5.102).

Eppure i 5.102 euro lordi messi a disposizione da Mario Monti, sono l'unica cifra che il governo riuscirà ad incamerare senza conflitti tra quelli che ha scelto di sottrarre alla "politica". Sugli altri, infatti, dovrà lottare. Nella bozza del decreto che in questi giorni è all'attenzione di Camera e Senato, ci sono almeno quattro altri fronti aperti. Si chiamano Province, municipalità, enti inutili e indennità dei parlamentari. Vediamo cosa vorrebbe fare il governo e quali difficoltà troverà sul suo cammino.

LA CARICA DEGLI ENTI LOCALI
Chissà se il 30 aprile 2012 ci sarà ancora il governo Monti. Entro quella data, infatti, le Regioni dovranno trovare il meccanismo che metterà in grado i Consigli comunali del territorio di eleggere"non più di dieci componenti" del proprio nuovo "Consiglio provinciale", di trasferire le competenze delle vecchie Province a se stesse o ai Comuni e di provvedere che, assieme a queste, si muovano verso gli enti locali "risorse umane, finanziarie e strumentali"permettere in grado enti comunali e regionali di esercitare al meglio quelle competenze.

Quando queste leggi saranno completate, le Province elette come noi le conosciamo, decadranno in automatico. E se entro la fine di aprile le Regioni non avranno provveduto, lo farà lo Stato.

Una partita complicata che ieri, all'assemblea nazionale dell'Upi (l'Unione delle Province) si è concretizzata con alcuni fischi all'augurio di buon lavoro fatto pervenire dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e nelle frasi rivolte a Nicola Zingaretti , presidente Pd della Provincia di Roma, reo, a detta di un contestatore, di non aver protestato con "i comunisti" e con "Bersani" per le nuove misure avanzate dal governo.

La modifica "per decreto" viaggia sul sentiero stretto dell'articolo V della Costituzione, quindi non "cancella" ma modifica competenze e funzioni delle Province, prosciugandone le funzioni politiche. Affermano i diretti interessati al taglio che Consigli provinciali e giunte costano 35 milioni di euro l'anno: troppo poco per meritare tanta attenzione. Quelle che cadono nelle Regioni a Statuto speciale, invece, già si blindano dietro la Costituzione per evitare il taglio. Monti conta che le Camere decidano di cancellarle con legge costituzionale. Occorrerà del tempo, oltre che la volontà.

LA BATTAGLIA DEI GETTONI
L'altro fronte aperto è quello con le municipalità. È scritto nella bozza che i Comuni si possono dotare di organi di raccordo ma senza spendere. Tutti gli organi territoriali eletti non previsti dalla Costituzione (quindi Circoscrizioni e Municipi) devono essere considerati "onorifici" e non prevedere gettoni di presenza. Gli ultimi due fronti aperti sono con le Autorità, che vedranno ridotti il numero dei consiglieri (simile dieta seguirà il Cnel).

Su alcuni enti inutili si studia un accorpamento. Infine a Camera e Senato si chiede conto dell'indagine, avviata quando premier era Berlusconi, sulle indennità "medie" dei Paese Ue. Camera e Senato hanno tempo sino a fine anno. Un appunto: i partiti, anche questa volta, non pagano nulla.

 

il premier mario monti2p35 gustavo selvaFrancesco Giavazzi alberto alesinaNICOLA ZINGARETTI