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Paolo Emilio Russo per "Liberoquotidiano"
Per costituire un gruppo parlamentare al Senato, come ben sa qualunque studente di Diritto costituzionale, servono almeno dieci eletti. Senza, i parlamentari possono solo iscriversi nel Misto, condividere uffici e benefits con altri "peones".
Un vero peccato per chi sfiora quella cifra di eletti, come Scelta civica e Sinistra e libertà . à così che sono state indirizzate all'Ufficio di presidenza del Senato due richieste per costituire altrettanti gruppi parlamentari «in deroga». Il presidente di Palazzo Madama Piero Grasso, che fu eletto anche coi voti di grillini, sarebbe favorevole. Le due richieste hanno storie molto diverse.
La prima discende dalla rottura, avvenuta ormai due mesi fa, tra le varie componenti di Scelta Civica. Il leader Udc Pier Ferdinando Casini e il ministro Mario Mauro hanno infatti deciso di abbandonare la formazione che li aveva eletti in Parlamento e di costituire un gruppo autonomo al Senato, chiamato "Progetto per l'Italia". Gli "scissionisti" che li hanno voluti seguire sono dodici. Avranno il loro capogruppo con diritto ad usufruire delle auto a disposizione, le segreterie allargate, un ufficio stampa.
Avranno un pochino più di soldi da gestire in autonomia grazie ai finanziamenti che Palazzo Madama riconosce ai gruppi e, che, nel loro caso, sarà di poco inferiore agli ottocentomila euro. Se il 75% della cifra è vincolata a pagare stipendi, il restante 25% può essere utilizzato per qualunque attività politica.
Il guaio è per gli altri, gli otto senatori rimasti dentro a Scelta Civica, in numero insufficiente per costituire un gruppo. Ma, scorrendo il regolamento, qualcuno di loro ha scovato un comma del regolamento del Senato che permetterebbe una «deroga». Il comma prevede che il presidente del Senato conceda l'autorizzazione se «almeno cinque» senatori sono «eletti in macroregioni».
E i montiani, ovviamente, lo sono: ci sono lombardi come Gabriele Albertini, Pietro Ichino e Benedetto Della Vedova, Andrea Oliviero che è stato eletto in Piemonte, Alessandro Maran in Friuli Venezia Giulia. Linda Lanzillotta, apprezzata vicepresidente del Senato, è stata invece eletta in Umbria. Hanno presentato la richiesta di deroga e attendono una risposta a settimane. Se Grasso dirà sì, potranno usufruire di contributi per circa 530 mila euro. «Non ci sarà alcuna spesa aggiuntiva, i soldi a bilancio del Senato restano quelli, semplicemente saranno ripartiti in modo diverso», puntualizzano.
E lo stesso vale per gli uffici: Pd e Fi dovranno cedere un po'dei loro spazi. Saputo della richiesta depositata e della disponibilità dell'Ufficio di presidenza ad accettarla, si sono mossi pure i senatori di Sel. Loro sono sette da inizio legislatura e Loredana De Petris è presidente del Gruppo Misto. Ora vogliono "mettersi in proprio". Palazzo Madama nel 2013 è costato la bellezza di 541 milioni 500 mila euro: l'1,6% in meno dell'anno scorso.
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