DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
1. IL VENETO, ULTIMA POSIZIONE DEL KAMASUTRA-MORETTI
Selvaggia Lucarelli per "Libero Quotidiano"
alessandra moretti con fabio volo alla leopolda
A me piace molto Alessandra Moretti. No, forse no, non mi piace affatto. Cioè, non è male. Anzi, è pessima. È indubbiamente una fine statista. In fin dei conti è una cialtrona. Perdonate la confusione, ma ho appena finito di passare al setaccio la carriera politica di Alessandra Moretti e non sono più certa neppure della mia identità sessuale. Sento che contagiata dalla sua coerenza potrei dichiararmi etero a pranzo e transgender entro sera.
Anche ermafrodita volendo, ma solo per il bene del partito, sia chiaro. Perché la Moretti è così. Lei cambia idea con la frequenza con cui la Pellegrini cambia allenatore, ma lo fa mica per incoerenza o ambizioni personali, no, lei lo fa per il bene del partito.
O dei partiti, visto che la pupilla di Renzi, la Carol Bouquet del pd, appena sette anni fa, candidata alle elezioni per il consiglio provinciale di Vicenza, appoggiò, per il bene del partito, la candidatura di un uomo di Forza Italia, Giorgio Carollo. Lui inseguiva il sogno di un nuovo centrodestra, lei di una poltrona su cui sedere. La lista si chiamava «Under 35», nome che era un profetico omaggio alle 35 posizioni politiche che la Moretti avrebbe assunto nei sette anni a venire. E in effetti poi la Moretti di Vicenza, la sua città, divenne vicesindaco.
Ovviamente per il bene del partito, solo che questa volta il partito era il Pd. Non è da escludere che tra qualche anno diventi sindaco di Vicenza con il Movimento 5 stelle, riceva le chiavi della città da Vendola e acquisti il Vicenza calcio in una cordata con Angelino Alfano, Beppe Civati, Matteo Salvini, Jerry Scotti, Fedez e la gallina Rosita. Interessante poi il suo rapporto di grande affetto con Bersani, di cui nel 2012 divenne portavoce.
matteo renzi e alessandra moretti all incontro con i grillini
«È bello come Cary Grant», disse di lui. «È 'mbriaca come Lindsay Lohan» pensarono tutti. Del resto aveva anche detto di D'Alema «è intelligentissimo e simpatico», che voglio dire, dare del simpatico a D’Alema è come dare dell’emaciato a Joe Maska. Nel 2013, dopo la sconfitta, molla Bersani, tenta la carta Renzi ma le dice male e allora va con Cuperlo, affermando: «Non ho abbandonato Bersani perché sconfitto, mi sono emancipata», che è come dire che Buffon s'è emancipato dalla Seredova.
Di Cuperlo dice: «Gianni è più in sintonia con la mia idea di sinistra». Ci tiene però anche a far sapere che Beppe Civati è un uomo coraggioso, che il lettiano Sanna è uno degli uomini più intelligenti che conosce e già che c’è che stima tanto Matteo Renzi. Ci manca solo «Delrio mi fa sangue» e più o meno se l’è allisciati tutti. La parte divertente della faccenda però è che per il bene del partito, quando era ancora la portavoce di Cary Grant, a Renzi aveva dedicato qualche tweet che non trasudava esattamente la stima espressa a posteriori.
PRIMARIE PD BERSANI CON TOMMASO GIUNTELLA ALESSANDRA MORETTI ROBERTO SPERANZA jpeg
Lo definiva «Misogino, costruito a tavolino, uguale a Berlusconi, uno con la corte di donne e maschilista». Per giunta, tutte queste cose le affermava rispondendo a un fake di Matteo Renzi che l’aveva paragonata a Belen Rodriguez senza accorgersi che era, appunto, un fake. Per intenderci, è come se l’addetto alla comunicazione di Papa Francesco si mettesse a twittare con @Iddio pensando che sia quello vero. Nel 2013 la Moretti diventa deputato.
Nel 2014 il maschilista Renzi le propone di essere capolista alle europee. Lei è ancora un po’ arrabbiata per cui non dice «Renzi è bello come Ryan Gosling» ma accetta per il bene del partito. Diventa eurodeputato con 230.000 preferenze, mica cotica. Anzi, mica lampredotto. Lascia Roma e fa avanti e indietro in aereo con Bruxelles. Neanche il tempo di diventare cliente Freccia alata, che ora annuncia la candidatura a governatore del Veneto. Dopo averla smentita con fermezza giorni prima. Per il bene del partito, chiaro. Afferma: «Sento il dovere di assumermi questa responsabilità, non mi sono mai tirata indietro».
ALESSANDRA MORETTI E MASSIMO GILETTI.
Ecco, che non si fosse mai tirata indietro ce ne eravamo accorti. Provinciali, comunali, politiche, europee, regionali, in sette anni la Moretti s’è candidata a tutte le cariche possibili. Le mancano solo la candidatura a Miss Grand Prix, a rappresentante di classe della terza b del Liceo Giulio Cesare e a capocantiere dei lavori per l’Expo. Si è perfino candidata a fidanzata di Giletti. E per il bene del (buon) partito, ovvio. Naturalmente, qualche mese prima aveva elogiato la bellezza del ritrovarsi single a 40 anni dopo una separazione, ma l’abbiamo capito, la coerenza è la sua cifra. Del resto, come diceva qualcuno, «solo gli stupidi non cambiano mai idea». Ma solo la Moretti lo fa per il bene del partito.
2. “MI FACCIO UN MAZZO COSÌ E CORRERÒ PURE IN VENETO”
Antonello Caporale per “il Fatto Quotidiano”
Squilla il telefono, è Alessandra Moretti. L’Espresso l’ha definita “la candidata perenne”. Effettivamente ovunque ci sia un’elezione lei c’è. Ieri deputata, oggi eurodeputata ma già ricandidata altrove. “Prima di commentare la mia candidatura vorrei che lei capisse di che pasta sono fatta. Io ubbidisco al partito, non rispondo mai di no. Dove mi dicono vado. E lui mi ha detto: abbiamo bisogno di te in Veneto, con te possiamo vincere”.
Tre mesi fa lui le aveva detto: abbiamo bisogno di te in Europa, con te possiamo vincere.
Esattamente così. Ma crede che sia facile per me fare questa vita? Però so che senza Moretti c’è Zaia, a lei sta bene Zaia al governo del Veneto? A me no. Al Pd no. E anche se è un sacrificio pesantissimo, perchè le dico cosa significa, poi lei commenti quel che vuole... Anzi, commenti ma non giudichi. Qui ognuno si sveglia al mattino e giudica.
La nostra Europa con Alessandra Moretti. Capolista nel nord-est del Pd. Eletta con 230 mila voti. Eletta per far cambiare verso all'Europa.
Infatti, mi sto facendo un mazzo così, perché alla sera preparo il dossier sulla maternità che mi è stato affidato a Strasburgo.
Al mattino il Veneto, alla sera la maternità di Strasburgo.
Conosce la fatica? Sa cos’è un sacrificio? Ha mai fatto un doppio lavoro? Ecco, io sto dando l’anima al Veneto, ma non perdo di vista i miei doveri in Europa.
Pensavo si fosse già dimessa dall'Europa.
Dimessa? Ma chi, cosa? Dopo, certo.
Prima. Prima di candidarsi a governatrice del Veneto. Una bellissima prova di trasparenza, di sincerità, di coraggio.
Ma cosa sta dicendo? Io me lo tengo stretto il dossier sulla maternità e lo porto in sessione plenaria. Io fatico caro mio, e sono abituata a far bene le cose.
Se il partito chiama lei obbedisce.
Mi chiama e mi dice: con te Ale possiamo vincere il Veneto. Ora o mai più.
E mettiamo che domani Lui richiami e dopo il Veneto dica: con te Ale possiamo vincere a Venezia, a Roma, ad Agrigento, a Ostia.
Paola Concia e Alessandra Moretti
Ah no! Dei 230 mila voti che ho ottenuto 160 mila li ho raccolti in questa regione. È il mio popolo che mi ha trascinato in questa contesa. Io rispondo a loro.
Se il popolo l’ha trascinata, allora è giusto farsi trascinare.
E basta con questa storia di bersaniana, renziana o che so io. Sono qui che mi sbatto per la mia terra, e se lei scrive che sono come quei democristiani di trent’anni fa che scambiavano Strasburgo per una sedia girevole.
I soliti politici che prendono in giro. Mi impegnerò, farò, dirò
Ecco, quelle cose lì. Se lei scrive farà solo un favore alla Rubinato (avversaria della Moretti in casa Pd ndr) che dice le stesse cose.
Qui c’è gente che si sbatte.
Se la Puppato non fosse venuta di corsa a Roma a fare la parlamentare oggi avevamo qualcuna su cui puntare.
C’è donna e donna
Mica le donne sono tutte uguali.
Con la Moretti si vince
Ne ho parlato anche in famiglia prima di accettare. Comunque scriva quel che le pare, s’intende.
Senza la famiglia saremmo tutti gattini ciechi.
E sempre amici.
ALESSANDRA MORETTI jpegALESSANDRA Moretti
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