1. VUOI VEDERE CHE MORIREMO LETTIANI? MASSI’ IN FONDO PERCHÉ NON PROVARE A TIRARE AVANTI ALMENO FINO AL 2015, DOPO LA FINE DEL SEMESTRE EUROPEO, IN MODO DA AGGANCIARE LA RIPRESA ECONOMICA E PRESENTARSI DA PREMIER-SALVATORE ALLA GUIDA DEL CENTROSINISTRA, ALLA FACCIA DI QUEL ROMPICOJONI DI MATTEUCCIO RENZI? 2. LETTANIPOTE LASCIA IL MEETING DI COMUNIONE & FATTURAZIONE CON MOLTE CERTEZZE E UN PROGETTO BEN DEFINITO: PASSARE DALLE LARGHE INTESE ALLE LUNGHE PRETESE 3. RE GIORGIO, PRESENTE IN VIDEOMESSAGGIO SOPORIFERO, LO PROTEGGE DALL’ALTO DEI COLLI. OGNI TIPO DI LOBBY POSSIBILE E IMMAGINABILE, DA QUELLA DEI BANCHIERI IMBAZOLITI A QUELLA COSMOPOLITA DEL “METODO ASPEN”, LO SOSTIENE E LO COCCOLA

a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. MORIREMO LETTIANI?
Ma in fondo perché non provare a tirare avanti almeno fino al 2015, dopo la fine del semestre europeo, in modo da agganciare la ripresa economica e presentarsi da premier-salvatore alla guida del centrosinistra, alla faccia di Matteuccio Renzi? Lettanipote abbandona il Meeting di Comunione & Fatturazione con molte certezze in tasca e un progetto ben definito: passare dalle larghe intese alle lunghe pretese.

Re Giorgio, presente in videomessaggio soporifero, lo benedice e lo protegge dall'alto dei Colli. Ogni tipo di lobby possibile e immaginabile, da quella dei banchieri imbazoliti a quella cosmopolita del "Metodo Aspen", lo sostiene e lo coccola. E un partito irrimediabilmente molliccio, spaventato dal Rottamatore e ancora ostaggio di vecchi oligarchi come il Mago Dalemix, alla fine potrebbe affidarsi alla leadership di questo giovane mutante democristiano che ti cloroformizza con un solo piccolo aggiustamento degli occhiali sul naso.

Fantapolitica? Dipende molto da zio Gianni e dalla sua capacità di tenere fermo il Banana. E anche l'annuncio di ieri sulla revisione del Porcellum, in fondo, è più una minaccia al Cainano che non un'avvisaglia di elezioni vicine.

La Repubblica degli Illuminati prova a forzare i toni: "Letta dal Meeting sfida Berlusconi. ‘Chi segue interessi di parte sarà punito, già in ottobre cambiare il Porcellum'. Stoccata anche alla fronda del Pd: alt ai professionisti del conflitto". "Messa con i ciellini e larghe intese. A Rimini un revival in stile Dc" (p. 2).

Il Corriere delle banche creditrici retrosceneggia: "Quel faccia a faccia del premier con Lupi. Poi il richiamo all'ala dura del Pd. Il ministro: non abbiamo più margini" (p. 3). Il giornale diretto da don Flebuccio de Bortoli ci rassicura con la storia degli applausi ciellini al premier e ci fa venire in mente quanto diceva Pietro Nenni: "L'Italia ha un applauso per ogni vincitore". E naturalmente questa è l'Italia che meno amiamo, ma tant'è.

La Stampa filosofeggia con l'aiuto di Violante Uno e Violante Due, l'ex toga rossa che si fece statista bipartigiano: "L'accordo sulla legge elettorale è possibile, il Pdl non mandi ancora tutto all'aria. Il lavoro dei saggi è a buon punto, entro settembre presenteremo la relazione" (p. 2 e non P2, fare attenzione).

2. SENTENZA PUBBLICA, VENDETTA PRIVATA
Non gli ha fatto bene, al Banana, il primo Ferragosto senza passaporto. Ha trascorso le sue giornate a ragionare con il cagnolino della Pascale su come Re Giorgio lo sta cucinando a fuoco lento. E allora oggi abbaia attraverso i consueti canili. "Il Cavaliere pensa già al voto. ‘Il Pd ha scelto di farmi fuori. Letta sappia che cadrà con me'. Ai militanti: resisto. I legali: decadenza illegittima".

La Santadechè: "Loro ci odiano ma sono attaccati alle poltrone. Gli italiani se la prenderanno con il premier se il suo partito farà cadere il Cavaliere" (Repubblica, p. 4). Sul Messaggero, tocca a Ciquito Cicchitto latrare come può: "Il premier faccia riflettere chi vuole giustiziare Silvio. Non sostituiremo mai il nostro leader" (p. 4).

Confusione totale sul Corriere: "Berlusconi: avanti, io resisto. Il pressing sul Quirinale. Il Cavaliere: non si chiude così una storia politica. Ma l'addio dei ministri potrebbe non bastare al leader. I membri pdl del governo pronti a dimettersi. L'ipotesi che un Letta bis possa nascere grazie ai Cinque Stelle e a una spaccatura nel partito" (p. 4).

Sull Stampa, solita interessante ricostruzione di Ugo Magri: "Berlusconi prepara il discorso che farà saltare il banco in Senato. L'intervento contro le ‘toghe rosse' previsto dopo il voto in Giunta per la decadenza. I ministri del Pdl ormai giudicano inevitabili le loro dimissioni dal governo. Il Cavaliere deciso anche se difficilmente Napolitano scioglierà le Camere" (p. 4).

Sul Giornale di Paolino Berluschino, ecco "le mosse del leader Pdl": "Berlusconi rilancia: la grazia è un problema anche dei democratici. Richiama il Pd e Napolitano alle proprie responsabilità e sprona i militanti: ‘Io non mollo, prepariamoci al meglio'. L'ira della Santanchè: "Nella nota, il Colle dice al Cav: stai accucciato che poi forse ti grazio" (p. 3).

3. MA FACCE RIDE!
Il grillino Crimi: "Se cadono le larghe intese, tocca a noi governare" (Repubblica, p. 6).

4. SPOSTANDO RENZI SEMPRE PIU' IN LA'
Solito casino nel piddimenoelle, con il calore agostano che certo non aiuta a schiarirsi le idee. Per il Corriere, "nel Pd parte la conta sulla mozione che blinda l'esecutivo. I renziani: una trappola contro Matteo" (p. 6). Su Repubblica: "Pd conservatore, via questi dirigenti'. Il documento pro-governo del lettiano Boccia al congresso: basta ‘vecchiezza'. ‘Riflettere sulla sconfitta, non si vive nel blasone dei capicorrente'". Hai capito che pensata il signor Di Girolamo?

Gli risponde il renziano Ernesto Carbone: "Quest'idea mi sembra deboluccia. Invece di bloccare Renzi presentino un loro candidato". Mentre il grigio Fassina parla di "proposta bizzarra, che non aiuta il governo. Torna la retorica nuovista, ma Enrico ha una lunga storia" (p. 9). Un po' minaccioso, questo richiamo alla "lunga storia".

4. LA BELLA POLITICA IN STILE BOLDRINMEIER
Il Giornale pizzica l'austera presidentessa della Camera: "L'ultima follia della Boldrini: sito della Camera da 4 milioni. Storace incalza la presidente di Montecitorio su un appalto per la gestione informatica. E lei per ora non da' spiegazioni. Già soprannominata ‘Gold-rini": altro che spending review" (p. 8).

5. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non vi sono bastate le prese per i fondelli delle privatizzazioni all'italiana, con le banche pubbliche svendute agli odierni protettori di Lettaenrico e i colossi di Stato come la Telecom spolpati dagli amici degli amici? Non vi preoccupate: qualcosa è ancora rimasto e con la solita scusa del debito pubblico qualcuno pronto a far festa con le dismissioni lo si troverà anche a questo giro.

Repubblica (p. 10) annuncia giuliva: "Palazzo Chigi gioca la carta delle privatizzazioni. Il presidente del Consiglio e Saccomanni lavorano ad un piano di cessioni per fare cassa. L'ad di Ferrovie, Moretti: ‘In caso di vendita di una quota, noi siamo pronti'. Ma pronti a cosa? Pronti a deragliare? "Via anche gli immobili", che tanto il mercato della casa è già totalmente paralizzato. E infatti il Giornale intervista Giampaolo Corsini, di Prelios Valutations: "Non sarà facile cedere il mattone di Stato'. L'ad della società che dà un prezzo alle case: ‘Ripresa del mercato tra 12-18 mesi'. In un anno dimezzate le richieste di valutazione" (p. 18).

Intanto il governino del Fare (ammuina) ci prepara l'autunno caldo: "Su Imu, Iva e Cig in deroga dieci giorni per la soluzione. Al prossimo Consiglio dei ministri arriva il piano per i precari della Pa. Sulla nuova imposta immobiliare si riunisce in settimana la cabina di regia". Da Istituto Luce questo sommario del Messaggero: "Archiviate le brevi vacanze, il governo deve affrontare i dossier economici più caldi" (p. 6). Ma com'è operoso il Giovine Letta.

6. UN POLIZIOTTO PER AMICO
Sul precottone del lunedì del Cetriolo Quotidiano, lo scandalo del famoso "numero unico" per chiamare la polizia. "Centrali senza numero unico, mezzo miliardo buttato via. Da vent'anni l'Ue chiede un solo contatto per l'emergenza. Noi preferiamo la multa da 40 milioni e 800 centri con 20mila agenti" (CQ, p. 4).

7. LA MENZOGNA E' GIA' NELLA TITOLAZIONE
"Migranti, scoppiano i centri di accoglienza" (Messaggero, p. 13). Il titolo corretto era: "Clandestini, scoppiano le galere".

8. ULTIME DAL COMANDO NATO
Gli alti papaveri del Pentagono scelgono la Stampa di Torino, il giornale più a stelle e strisce tra quelli che controllano in Italia, per "rivelare in esclusiva" la seguente "notizia". "L'agente che rapì Abu Omar: ‘Chiederò scusa agli italiani, vorrei vivere nel vostro Paese'.

L'avvocato di Seldon Lady: ‘Presto un messaggio a Napolitano. Speriamo nella grazia per tutti gli agenti coinvolti nel caso. E' stato un processo politico. Il Procuratore sapeva che gli imputati non avevano modo di difendersi. Per salvarsi avrebbe dovuto violare il segreto di Stato, ma Bob non è Snowden, non tradisce il Paese. Molti agenti della Cia rifiutano l'Italia come destinazione perché temono di finire come lui" (p. 13).

Naturalmente finirà che, a seguito di una campagna stampa ben orchestrata, Re Giorgio sarà ben lieto di concedere la grazia a tutti quanti gli agenti Usa. Berlusconi compreso. La lezione sarà la solita: da noi i processi si fanno solo ai poveracci, mentre i pezzi grossi o la sfangano con la prescrizione o, se proprio vengono condannati, se la cavano con la grazia del Presidente.

9. LA BAVA SEPARATA DALLE OPINIONI
"Mai atti di giustizialismo nella mia Corte dei Conti". Il Messaggero, con un'intervista a firma di Osvaldo De Paolini, dedica un'indigesta paginata a Luigi Giampaolino, che lascia la guida della magistratura contabile. "Quello di Giampaolino è stato un triennio tra i più dinamici che la Corte abbia vissuto", si legge in prima pagina nello strillo svuota-edicole.

Dentro, apprendiamo che "a suo merito va detto che non ha quasi mai mancato le numerose adunanze di vario grado della Corte, oltre a essere stato ascoltato ben 31 volte dal Parlamento in altrettante audizioni. Sotto la sua guida, la Corte ha gestito anche istruttorie piuttosto delicate, come quella sui derivati all'origine della crisi del Monte Paschi".

Ah, la fatal Siena. Adesso si capisce tutto. Non era forse il Monte dei Pacchi quella banca dalla quale Calta-riccone scappò a gambe levate grazie al suo mitologico fiuto? Giampaolino, che Dio ti benedica.

colinward@autistici.org

 

 

 

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