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LA MOSSA DELLA DISPERAZIONE DI URSULA PER NON AMMETTERE DI ESSERE STATA UMILIATA DA TRUMP – BRUXELLES HA RESO PUBBLICA UNA NOTA SULL’INTESA SUI DAZI CHE DIVERGE IN DIVERSI PUNTI DAL TESTO DIFFUSO DAGLI STATI UNITI, IN PARTICOLARE SU CHIP E WEB TAX. LA COMMISSIONE UE AVVERTE: "L’ACCORDO NON È GIURIDICAMENTE VINCOLANTE" – VON DER LEYEN PROVA A NASCONDERE LA DISFATTA POLITICA E LA VITTORIA SCHIACCIANTE DI “THE DONALD” GIOCANDO SU QUESTA AMBIGUITÀ GIURIDICA – MA I MARGINI PER CORREGGERE LE CONCESSIONI AGLI USA ORMAI SONO MINIMI – IN QUESTO GRAN PASTICCIO, I 27 PAESI PROCEDONO IN ORDINE SPARSO: LA FRANCIA PUNTA A ESENZIONI SUL VINO, ITALIA E SPAGNA SULL'AGROALIMENTARE, LA GERMANIA SULLA FARMACEUTICA - IL BRACCIO DI FERRO CON TRUMP NON È FINITO
1. DAZI, L'ACCORDO FRAGILE I TESTI DI EUROPA E USA DIVERSI SU CHIP E WEB TAX
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
Ursula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresse
«L'accordo non è giuridicamente vincolante». Almeno non per ora. Ma lo è politicamente. L'intesa sui dazi sta spaccando l'Unione europea e la Commissione corre ai ripari tentando di limitare la propaganda vittoriosa di Donald Trump.
E lo fa sottolineando che molti aspetti vanno ancora concordati e che diversi annunci della Casa Bianca sono a dir poco imprecisi: dagli acquisti di armi a quelli di gas, dai farmaci agli alcolici.
Così ieri mattina Palazzo Berlaymont ha pubblicato una sorta di nota informativa che presenta diverse discrepanze rispetto a quella presentata da Washington. Ma si tratta di "contromosse" volte solo a non confermare pubblicamente la vittoria schiacciante di Trump e giocate su un'ambiguità: ossia l'assenza di un vincolo giuridico che occulta il vincolo politico.
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI
È evidente che la piattaforma euro-americana dovrà essere ratificata a Bruxelles come minimo in Consiglio, attraverso una proposta legislativa, ma nello stesso tempo nessuno immagina di poterla rimettere in discussione.
Entro dopodomani ci sarà una dichiarazione formale congiunta che di fatto incardinerà legalmente l'accordo e sarà lo strumento per bloccare le tariffe al 30% che sarebbero scattate dal primo agosto. E per molti settori andrà anche successivamente specificata la tariffa, compresi quelli senza dazi a partire dagli aerei e dall'alcol su cui è in corso il tentativo di iscrizione alla lista "zero".
Ma quali sono i punti su cui sta emergendo una distanza formale tra le due sponde? Il primo è la "Web Tax". Il presidente americano ha detto esplicitamente che non ci sarà. Nella nota europea questo impegno non è contemplato.
«Non cambiamo le nostre regole e il nostro diritto di regolamentare autonomamente lo spazio digitale», è stata invece la risposta di un portavoce della Commissione. Una formula che non smentisce gli Usa ma con una "excusatio non petita" ribadisce la possibilità di adottare leggi.
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN
Poi ci sono gli standard fitosanitari, quelli relativi a prodotti agricoli e alimentari (in primo luogo la carne). Da tempo Washington insiste per esportare in Ue anche cibo trattato con additivi chimici non legali nel Vecchio continente (antibiotici e non solo) e per gli States, appunto, le due parti «collaboreranno per affrontare le barriere non tariffarie che incidono sul commercio dei prodotti alimentari e agricoli, compresa la semplificazione dei requisiti relativi ai certificati sanitari per i prodotti lattiero-caseari e suini statunitensi».
Bruxelles si riferisce invece solo alla «cooperazione in materia di norme automobilistiche e misure sanitarie e fitosanitarie» e di «facilitazione del riconoscimento reciproco delle valutazioni di conformità in ulteriori settori industriali». […]
Secondo l'Unione, poi, sull'acciaio e l'alluminio verranno previste delle quote in base alle quali si potrà modulare e ridurre il dazio del 50%. Ipotesi non prevista in America. Altri due punti controversi riguardano i farmaci e i chip (fondamentali per i beni tecnologici). Per l'Ue, il tetto del 15% riguarderà anche questi settori. Ma per ora l'indicazione deve essere confermata da Trump.
Anche i due "vincoli", fondametali per il tycoon, si stanno giocando sull'ambiguità europea. Il leader statunitense ha annunciato che l'Europa comprerà 750 miliardi di dollari di energia americana e 600 miliardi di armi. Il problema è che in entrambi i casi la competenza è nazionale e non comunitaria.
A parte il fatto che l'anno scorso l'Ue ha speso in totale per prodotti energetici poco più di 300 miliardi di euro e quindi arrivare a quella soglia – anche in un triennio – è complicatissimo, in ogni caso sono i singoli Paesi a doversi impegnare. Come per le armi. […]
2. CAOS AZI
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni e Emanuele Bonini per “la Stampa”
ursula von der leyen donald trump
Il nodo delle esenzioni, tutte da definire, e le caselle ancora da riempire in un accordo, quello tra Unione europea e Stati Uniti sui dazi, che produce poche certezze e molte incognite.
Tra queste il ruolo di un Parlamento europeo che sarà chiamato a votare sui testi legislativi, quando arriveranno, con le incognite del caso. «Il più grande accordo commerciale» mai firmato, così l'hanno definito i due contraenti, è in realtà una scatola pressoché vuota da farcire con gli aspetti che interessano davvero agli europei, per cui l'unica garanzia, ammesso che lo sia, è che da venerdì scatteranno le tariffe del 15%, e quindi pagheranno di più per vendere negli Stati Uniti.
[…] «L'umore attorno al tavolo riflette abbastanza bene le reazioni pubbliche degli Stati», confermano fonti europee al termine della riunione dei rappresentanti permanenti dei 27, divisi sul da farsi.
Le economie sono diverse, e non sorprende se adesso ognuno vorrebbe mettere al sicuro i rispettivi settori chiave: così la Francia chiede alla Commissione europea di riprendere con vigore tutto nuovo le trattative per esentare dai dazi al 15% vino, liquori e cosmetici, la Germania chimica e farmaceutica tutta.
friedrich merz e donald trump alla casa bianca foto lapresse 5
L'agroalimentare sta a cuore a Irlanda e Spagna, così come all'Italia, mentre il Belgio è preoccupato per birre e presidi medici.
Alla fine qualcuno dovrà cedere, immaginare che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, possa accontentare tutti i 27 appare difficile.
Certo, l'esecutivo comunitario dovrà negoziare, perché dall'1 agosto tutto ciò che non è esentato sarà tassato, e bisognerà fare in fretta per togliere quante più tariffe possibile al prezzo di vendita oltre Atlantico. È un lavoro lungo, complesso, legato anche a come potrà sfruttare l'imprevedibile interlocutore americano i margini di manovra offerti da un quadro generico non chiarito, da chiarire, e già interpretato in modo diverso.
MEME SU DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI
Anche per questo gli addetti ai lavori non si aspettano i testi legali prima di settembre. Fino a quel momento saranno dazi generalizzati, al netto delle poche eccezioni concordate. Poi ci sarà il Parlamento europeo, che non può esprimersi sull'accordo politico ma che dovrà votarne i testi legali. Un eventuale voto contrario potrebbe far saltare tutto.
L'unica certezza è che l'Ue pagherà più caro il proprio export verso gli Stati Uniti, il cui segretario al Commercio Howard Lutnick ha fornito alcune precisazioni alle incertezze innescate dall'accordo quadro.
Anzitutto ha precisato che «continuano» i negoziati con l'Unione europea principalmente su due questioni: le quote su alluminio e acciaio; e la regolamentazione sui servizi digitali. Sui metalli Trump tiene i dazi al 50%, la versione europea è che c'è un accordo per tornare a un sistema di quote. […]
MEME SU DONALD TRUMP GOLFISTA E DAZISTA
ursula von der leyen e donald trump in scozia
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