DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO
Una partita complessa. E aperta a diversi finali. Il M5S, si sa, vive una fase caotica al suo interno e l'ala ribelle freme per un cambio di passo, se necessario anche per una scissione. Uno scenario che potrebbe subire una accelerazione nelle prossime settimane, al punto che c'è chi cita Francesco Guccini: «Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare».
I governisti frenano: «Manca un progetto, una struttura e in questo momento anche una guida: difficile ipotizzare uno strappo», ma anche se ammettono che ci potrebbero essere nuovi possibili addii come «singoli atti di ribellione», più che come un disegno strutturato. Intanto, però, i frondisti cominciano a contarsi.
L'ala che vede come catalizzatori - per motivi diversi - Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista è una minoranza nel gruppo parlamentare: c'è chi assicura che ci siano una trentina di deputati e tra i quindici e i venti senatori pronti a dire addio, tutti accomunati dall'idea che «il Movimento abbia tradito sé stesso».
Numeri esigui rispetto alla truppa di circa trecento parlamentari, ma che potrebbero avere un impatto importante specie a Palazzo Madama (anche in caso di un cambio negli equilibri della maggioranza di governo giallorossa)). Diverso è il rapporto a Bruxelles, dove i frondisti (e Casaleggio) possono contare su rapporti migliori con gli eurodeputati (a partire da Piernicola Pedicini e Eleonora Evi).
STEFANO BUFFAGNI LUIGI DI MAIO
E ancora l'ala che chiede un ritorno alle origini risulta ancora più incisiva a livello regionale. Il momento della scelta cadrà più o meno a ridosso del voto delle Regionali e per ora le fughe in avanti di chi vorrebbe un cambio di passo sono frenate. «Sotto coperta» è la scelta in attesa dell'evoluzione degli eventi.
«C'è molto movimento all'interno del gruppo in questa fase», assicurano i ben informati. C'è chi ancora spera in un cambio di leadership interna. Lo stesso Di Battista dice sibillino: «Quando tornerò in prima linea lo farò solo per i miei ideali». Una parte del Movimento, con esponenti di spicco come Stefano Buffagni spinge per una mediazione.
Ma all'orizzonte in realtà si prepara un'altra battaglia tra i due gruppi: quella sui ritardatari delle rendicontazioni. Il gruppo frondista - alla luce anche delle ultime polemiche - chiede rigore: nessuna deroga stavolta per chi è in ritardo di mesi con una delle norme «identitarie» dei Cinque Stelle. I governisti, invece, temono di perdere numeri preziosi per l'esecutivo e vestono i panni delle colombe.
CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO
Nel mezzo ci sono i probiviri che saranno chiamati nei prossimi giorni a una decisione (che potrebbe spalancare le porte della scissione) e il reggente Vito Crimi, in questi giorni in vacanza, è chiamato a «seguire» a distanza una scelta dai difficili equilibri e dai risvolti imprevisti.
«Se prevarrà la linea dura sarà una mattanza, sarà quella la vera scissione», dicono nel Movimento, ricordando l'elevato numero di parlamentari che devono versare gli arretrati (non solo i 300 euro mensili a Rousseau, oggetto di contestazione interna, ma anche le altre voci prevista dalle rendicontazioni»»).
«Serve un chiarimento tra di noi e serve che sia fatto prima del voto delle Regionali: dobbiamo avere le idee chiare su cosa accadrà dopo le urne a prescindere dai voti raccolti. Dopo le Regionali potrebbe essere troppo tardi per un confronto sincero», dice un esponente di peso pentastellato. Che parla di risultati «in linea con quelli dell'Emilia-Romagna» e prevede: «In ogni caso non ci sarà nessuna guerra sul simbolo: sarebbe troppo lunga ed estenuante per tutti».
grillo fico di maio di battista
Insomma resta aperto lo scontro sull'asse permanente con i dem caldeggiato anche dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: «Se le alleanze si fanno a livello locale, perché non valutare con che partiti farle a seconda delle zone e delle affinità tra gruppi locali?». Veleni su veleni per un Movimento che appare ormai sempre più diviso.
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