DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, siamo sull’orlo del precipizio. Niente di più e niente di meno. Parlo da cittadino repubblicano leale al mio Paese, altri titoli non ho. E da cittadino repubblicano allibisco e tremo. Ieri sera all’ora in cui debutta su la7 la trasmissione di Massimo Giletti, ho ascoltato Daniela Senzadeché che perorava contro l’Alto Tradimento di Sergio Mattarella. Ho poi intravisto da qualche parte un messaggio Fecciabook di Luigino di Maio che spiegava come e perché il Gran Cambiamento che lui e Matteo Salvini avrebbero assicurato all’Italia era stato stoppato dai poteri forti e dalle agenzie di rating.
sergio mattarella carlo cottarelli
Oggi all’ora di pranzo ho ascoltato un comizietto da quattro soldi di Giorgia Meloni contro la decisione di Mattarella di affidare un governo pro tempore a Carlo Cottarelli.
Ho dunque ascoltato, e fatti in nome della maggioranza degli italiani, dei discorsi che non supererebbero un esame da quinta ginnasio e mentre aumenta vertiginosamente lo spread e dunque i soldi che noi dobbiamo cavare dal bilancio pubblico per pagare gli interessi di quelli che comprano i nostri bot e ci permettono di pagare a fine mese i medici degli ospedali, i vigili urbani, i poliziotti che intercettano le conversazioni telefoniche degli aspiranti terroristi, i magistrati cui ci rivolgiamo in sede civile e penale, i milioni e milioni di pensionati di invalidità.
Tanto che in Germania cresce l’onda di quelli che vogliono uscire dall’Europa “da destra” perché non hanno alcuna intenzione di continuare a pagare i debiti dei Paesi europei allegri dello spendere. (I giornali tedeschi ci sono andati di mano pesante nell’usare stereotipi anti-italiani, epperò che il nostro fosse un “Paese di analfabeti” lo pensava e lo diceva Orson Welles.)
Dipendesse da me, l’ottimo Cottarelli potrebbe restare a Palazzo Chigi dieci anni, e pur di tenere in piedi la baracca. Faccio parte di quel 4 per cento di italiani che tutti assieme pagano il 32 per cento dell’Irpef totale incassata dallo Stato. Sono pronto a mettere per iscritto che da qui al tempo (non lontano) della mia morte sono disposto a pagare l’aliquota fiscale marginale che è la mia oggi, il 49 per cento di tutto quello che incasso a forza di lavoro e di talento.
sergio mattarella carlo cottarelli
Mi auguro vivamente che questo programma, il tenere in piedi la baracca con migliorie ove possibili e se possibili e quando possibili, sia un programma che avrà dalla sua comparti consistenti della nostra gente e dei nostri partiti. Di certo il Pd, spero il Berlusca, spero tornino a canossa quei dilettanti di Liberi e Uguali, colpevoli di avere indebolito il Pd in un momento in cui la lotta politica era per la vita e per la morte.
Mattarella ha difeso la democrazia in un momento in cui la debolezza della democrazia – il fatto di pensare che ogni testa vale sempre e comunque un voto – manifestava tutte le sue crepe.
Volevano fare il “governo del cambiamento” quei due simpaticoni talvolta colpevoli di Alto tradimento nei confronti della lingua italiana e della cultura politica la più elementare (''Pinochet leader politico venezuelano''), ossia spendere un centinaio di miliardi che non avevano e che non abbiamo. Povero nostro adorato Paese. Altro che cambiamento. La discesa a precipizio nella condizione della Grecia.
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