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FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
Dagoreport
1. I CLAN AL CINEMA
Sedici arresti per una truffa da 250 milioni di euro ai danni dello Stato: nell'inchiesta della Dda di Napoli sul business della pirateria audio-video, gestito dai clan della camorra in tutt'Italia, gli arresti domiciliari sono scattati anche per il rappresentante legale Verbatim Marco Balducci, all'epoca dei fatti responsabile amministrativo; per l'ex ad, licenziato nel 2012, Mauro Santi; e per il responsabile vendite sud Europa Matteo Locatelli, all'epoca responsabile vendite Italia della multinazionale.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 23 milioni di cd e dvd vergini, che venivano importati in Italia evadendo completamente le tasse grazie ad una falsa triangolazione tramite società situate in paradisi fiscali o in altri paesi dell'Unione Europea.
2. ARRESTATI E ASSOLTI: LA STRAGE (GIUDIZIARIA) DEI PROF
(ANSA) Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i 14 imputati (tra cui svariati docenti universitari) nel processo per le presunte irregolarità nei collaudi degli impianti di Combustibile da rifiuti (Cdr) della Campania. La sentenza è stata fa dal giudice monocratico Giustina Caputo, che ha accolto la richiesta del pm Ernesto Sassano.
La vicenda risale al 2009, quando gli allora titolari dell'inchiesta, i pm Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, chiesero e ottennero l'arresto degli indagati, accusati di avere collaudato solo in maniera fittizia i sette impianti campani dove venivano lavorati i rifiuti: in realtà , sempre secondo quella prospettazione accusatoria, gli esperti agivano in base a criteri di tipo politico. Al termine del processo, il nuovo sostituto era invece giunto a conclusioni opposte rispetto a quelle dei colleghi, chiedendo l'assoluzione di tutti gli imputati, tra cui l'ex presidente della provincia di Benevento Aniello Cimitile, con formula ampia. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati del collegio difensivo.
3. TROPPI PERMESSI SINDACALI: VIA ALL'INDAGINE
Luigi Roano per "Il Mattino"
C'è un dirigente sindacale della Cgil impiegato nel comando della Polizia municipale che dal primo gennaio al 31 marzo non ha mai messo piede in ufficio e viene regolarmente pagato dal Comune. à come se fosse titolare di una rendita di posizione a vita solo perché sindacalista, perché come è noto i diritti dei lavoratori si tutelano semplicemente non lavorando. Altri due della Cisl, invece, ogni santo giorno si prendono tre ore di permesso e poi scompaiono da via De Giaxa.
Dovrebbero fare attività sindacale, ma non risulta pervenuta. Eppure vengono retribuiti per intero. E così è scattata l'inchiesta amministrativa che sta già profilandosi con contorni molto ben chiari che conducono diritto alla trasformazione della stessa in inchiesta giudiziaria. Giusto per gradire, solo tra i vigili, su un corpo di meno di 2000 agenti ci sono 400 dirigenti sindacali.
Tremano a Palazzo San Giacomo e tremano in via De Giaxa, il bubbone della eccessiva sindacalizzazione (non solo dei caschi bianchi) che consente di fare lo sfaticato retribuito, l'incarnazione del sogno di «'o posto», sta riesplodendo. E i delegati sono a caccia del cavillo per sfuggire alle accuse. Per capire l'ordine di grandezza in cui ci si muove basta dire che i permessi sindacali retribuiti per tutte le sigle ammontano a 10.688 ore. Ogni 3000 ore equivalgono a 500 giorni di assenza retribuita. Monte ore che raddoppia con una serie di escamotage.
I distacchi e i trucchi. Nel pubblico impiego i sindacati godono di personale in distacco con pagamento della retribuzione da parte degli Enti di provenienza, in questo caso Palazzo San Giacomo. I distacchi possono essere assegnati full time o part time. Nel secondo caso il dirigente sindacale è obbligato a fornire il 50% della prestazione lavorativa e non può usufruire di altri permessi che trasformino di fatto il distacco part time in full time. Cosa significa? Il caso di chi non è mai andato al lavoro per tre mesi di fila è emblematico: pur essendo in distacco al 50 per cento, di fatto diventa full time perché somma altri permessi sindacali che non dovrebbero essere cumulabili secondo la legge.
Quali sono? Quelli per partecipare ai direttivi degli organi costituenti delle associazioni di cui fanno parte. L'amministrazione ha chiesto lumi all'Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) che contratto nazionale alla mano ha messo nero su bianco questa risposta: non è possibile cumulare i due permessi. Insomma un abuso d'ufficio, un trucco a danno dell'ente e dei contribuenti. Il bello - si fa per dire - di questa storia è che i direttivi secondo i permessi richiesti si riunirebbero almeno 3-4 volte alla settimana. Oggettivamente complicato se non impossibile. In questa guerra a colpi di circolari e di denunce, il Comune ha chiesto le convocazioni di questi direttivi e le firme dei partecipanti.
Il calcolo del monte ore. I dipendenti del Comune sono poco più di 9500, gli iscritti alle sigle sindacali sono meno di 4000, 3200 sono assorbiti da Cgil, Cisl e Uil gli altri dalle sigle autonome. Quindi meno della metà dei dipendenti è sindacalizzato. La metà è delegato. Eppure, il monte ore viene calcolato non sugli iscritti ma sul totale dei dipendenti. Così si aggiungono ulteriori ore di permesso per attività sindacale. E così si paralizza l'intera macchina comunale.
Ticket e circolari. Andiamo al caso di specie: più volte l'amministrazione de Magistris ha invitato i sindacati a disciplinare meglio le modalità di utilizzo dei permessi visto l'utilizzo sinora fatto: richieste continue di permessi nei giorni festivi, di sabato, in orari serali o notturni, spezzettamenti che rendono impossibile l'utilizzo del lavoratore. Fa scuola la Polizia municipale dove tutto questo è presente in maniera accentuata, compreso un virus da limitazione fisica alla viabilità del quale sono affetti centinaia di agenti e molti capitani. Clamorosi i casi di assemblea il primo dell'anno e nel giorno della Befana oppure quelle convocate alle 4 e alle 5 del mattino.
E si capisce perché, al di là delle responsabilità politiche, Napoli zopppica o è fanalino di coda su servizi come i trasporti, i rifiuti e quello dei vigili urbani. La beffa è che il Comune, per far lavorare i suoi dipendenti, ha dovuto introdurre la produttività , come se fare il proprio dovere non faccia parte dello stipendio. E chi è che protesta? Il sindacato. Una vera casta. Il Comune, oltre all'inchiesta, ha battuto un altro colpo con il capo di gabinetto Attilio Auricchio, che sta cominciando a tagliare con l'accetta i ticket mensa. Auricchio, con una circolare ha chiarito che bisogna fare sei ore di lavoro «presso l'Ente per beneficiarne». Atteso che i delegati sindacali sono oltre 2000 e ogni ticket vale 10 euro, il risparmio si fa interessante.
Il caso delle Rsu. Le Rsu, acronimo che sta per Rappresentanze sindacali interne, è qualcosa di veramente inspiegabile. Sono 70 e si gestiscono la bellezza di 4500 ore di permessi l'anno, hanno già polverizzato ogni record facendo calendari per usufruirne per tutta l'estate. Periodo di ferie, ma si sa, i sindacalisti come i politici lavorano sempre al servizio dei cittadini. O no?
vesuviosegreto@gmail.com
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