“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
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"E' ora di pensare all'interesse del Paese". à la lapidaria dichiarazione di stamani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parlando alle Fosse Ardeatine ha aggiunto: "si sente un forte bisogno di unità , di piena adesione agli interessi generali del Paese e di continuità delle istituzioni repubblicane".
Così facendo Re Giorgio non ha fatto che instillare un dubbio, che traduciamo in una affermazione molto semplice: le tre minoranze che, per modo di dire, hanno vinto le elezioni e cioè Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle non si stanno muovendo nell'interesse del Paese. E il richiamo di Re Giorgio significa una sola cosa: ora basta.
Infatti il primo a temere l'iceberg del Titanic e' proprio il Capo dello Stato, che stamane dopo la lettura dei giornali deve aver avuto un sussulto di preoccupazione per una situazione che sta precipitando in direzione contraria ai legittimi interessi e alle aspettative dei cittadini italiani.
Il Pd continua a inseguire Grillo che lo sbeffeggia ed aspetta che la magistratura gli tolga di mezzo definitivamente il grandissimo ostacolo che, nel bene e nel male, Berlusconi Silvio continua ad essere e ad essere in modo efficace.
Il Pdl ritiene che se fallisce il tentativo Bersani perche' il premier preincaricato non e' in grado o non vuole fare un accordo con loro e' meglio che rimetta rapidamente l'incarico nelle mani del Capo dello Stato, e magari da quel momento inizia anche l'implosione dello stesso Pd che è già nell'aria da qualche settimana e sono in tanti con i pugnali affilati pronti ad aprire una guerriglia interna senza precedenti.
I grillini rischiano di essere il più grande flop della storia repubblicana, dopo aver suscitato enormi speranze in un quarto degli italiani che fra protesta e bisogno si sono rivolti a loro con il voto per determinare un cambiamento reale portando a casa risultati concreti, tangibili ed immediatamente apprezzabili.
Invece con questo inspiegabile arroccamento dal sapore aventiniano stanno seriamente rischiando l'irrilevanza. E già se ne vedono i primi forti sintomi, se neppure il blocco della Tav può rappresentare un buon motivo per far cominciare il cammino di un governo con la prospettiva di portare a casa diversi punti del loro programma, a cominciare dall'abolizione dell'Imu. Allora vuol dire che siamo di fronte ad una pochezza politica allarmante di cui anche i loro sostenitori presto chiederanno conto a Grillo, Casaleggio, Crimi, Lombardi e portasilenzi vari e avariati.
Cosa fare allora per dare risposte concrete alle serie preoccupazioni del Quirinale? Ecco alcune ipotesi che sicuramente non dispiacerebbero al Colle e di cui si sta discutendo in queste ore in previsione della Direzione del Pd di domani che dovrà fare una scelta chiara e definitiva sul percorso immediato di Bersani Pierluigi, premier preincaricato.
Uno. Il segretario del Pd vuol fare il governo a tutti i costi? O fa un accordo alla luce del sole con il M5Stelle o lo fa con il Pdl di Alfano su punti precisi, condivisi e sottoscritti, oppure si deve affidare agli espedienti di tecniche parlamentari che avranno il fiato cortissimo, come dimostrano tutti i precedenti.
E lasci stare improvvisati esponenti della cosiddetta società civile che non avendo cultura di governo e una visione d'insieme delle esigenze del Paese gli provocherebbero solo disastri (vedi Terzi di Santaqualcosa, che ha prodotto danni devastanti come Cernobyl all'Italia e alla diplomazia italiana, per non parlare di tutti gli pseudo tecnici arruolati da Monti Mario).
Due. Bersani passa la mano? Si trovi immediatamente una personalità che metta in piedi un governo di competenti di ispirazione politica che si presenti al Parlamento con dei punti programmatici ben chiari e definiti che potremmo chiamare Agenda Napolitano se non fosse che la precedente agenda, quella dell'apprendista stregone Monti, e' finita nel ridicolo.
Tre. Tutti dovrebbero ricordare che a maggio c'è un importante turno di elezioni amministrative, Roma in testa, e che a giugno non si possono spendere altri 400 milioni di euro per elezioni politiche generali che, senza cambiamenti nella legge elettorale, darebbero risultati sostanzialmente analoghi a quelli attuali con una certezza: al Senato non si avrebbe di nuovo alcuna maggioranza.
Quattro. Attenzione alle date. Solo a fine aprile si comincerà davvero a votare per l'elezione del Capo dello Stato, ma intanto il 18 aprile la Corte di Cassazione si dovrà pronunciare sulle istanze di remissione da Milano a Brescia dei processi Mediaset e Ruby. Fino a quella data i processi sono sospesi in attesa del verdetto della Cassazione, che però potrebbe anche slittare di qualche settimana. Si realizza così l'ausilio del Quirinale di garantire al leader della seconda coalizione più votata alle elezioni "il diritto di partecipare adeguatamente te alla complessa fase politico istituzionale già in pieno svolgimento". Ma questa tregua, sembra dire il Capo dello Stato, utilizzatela almeno per fare qualcosa di utile al Paese.
Cinque. Pd e Pdl condividono un modello elettorale da introdurre anche in Italia: il doppio turno alla francese, con o senza modifiche costituzionali. Hanno numeri ampi per portare a casa questo risultato. Perché non farlo?
Sei. Governo nuovo o vecchio, ma almeno un Decreto per restituire una parte dei debiti della Pa alle aziende ma perché non si fa? L' "ora basta" del Presidente della Repubblica si riferisce anche a questo.
GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO BERSANI E NAPOLITANO BERLUSCONI NAPOLITANO MARIO MONTI E TERZI DI SANTAGATA A NEW YORK jpeggrillo al quirinale sorri BERLUSCONI IN TRIBUNALEPROTESTA PDL DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO PRO BERLUSCONI Berlusconi arriva al tribunale di Milano con il medico Zangrillo
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