DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlo Tarallo per Dagospia
1 - Non dite a Vincenzo De Luca, tanto già lo sa, che il suo “nuovo” dream team della comunicazione è nel mirino di tutta ma proprio tutta la stampa napoletana. Dopo la balla delle dimissioni di Nello Mastursi per i “troppi impegni”, che ha fatto passare De Luca per bugiardo peggiorando assai una situazione già complicata, ieri è arrivata la conferenza stampa senza domande. Oggi, il colpo di grazia: De Luca ha risposto solo alle domande de Il Mattino, il giornale dal quale proviene Paolo Russo, nuovo spin nel fianco del Governatore. Risultato: tutti gli altri giornali contro…
IL VIDEO DELL’INTERVISTA AL MATTINO DI DE LUCA
2 - “Non regge”. “Non dura”. “Troppe bugie”. “Renzi aspetta solo che i giornali lo mettano ko”. Vincenzo De Luca da sceriffo è diventato “wanted”, da censore censurato, da comunicatore doc diventa “l’uomo che ha mentito a tutti”. Sommerso dallo scandalo dell’inchiesta sulla sentenza “aggiustata” (secondo i pm di Roma) e dalle troppe palle (come ama definirle lui stesso) il governatore è nell’angolo. Renzi sul caso non si esprime: “Me lo chiedete qui a Malta?”. La sensazione è che ormai per Vincenzino sia partito il conto alla rovescia. La difesa che arriva dal Pd campano è solo di maniera, ma è chiaro che anche all’interno stesso del cerchio magico salernitano qualcosa si è rotto. E iniziano a volare gli stracci.
A quanto riporta l’agenzia Dire, una rottura clamorosa si è consumata tra due fedelissimi di De Luca: il vice- Fulvio Bonavitacola, e il capogruppo a Palazzo Santa Lucia Mario Casillo. Una lite furiosa, avvenuta al telefono, dopo che Casillo aveva in qualche modo aperto alla richiesta del M5S di un immediato chiarimento in Consiglio Regionale. “Ne Mario - avrebbe urlato Bonavitacola a Casillo - tu nun può ffà na cosa e chesta a Enzo De Luca. Tu sì o capogruppo, nè Mario... Nun ppo ffàchest, co ‘e Cing stelle ca caghn o cazz!”, (non puoi fare una cosa del genere mentre i Cinque stelle perseverano).
Nervi tesi, tesissimi, e al Nazareno è già partita la caccia al responsabile di questa situazione. Sono due i principali indiziati di aver sbagliato tutto. Il primo è Luca Lotti: il potente braccio destro di Renzi è colui il quale più di ogni altro ha spalleggiato De Luca nei mesi precedenti alle elezioni, quando dall’interno del Pd in molti prevedevano problemi enormi legati alla Legge Severino. Lotti ha offerto sempre e comunque appoggio a De Luca, anche nei momenti più critici.
E ora dovrà assumersi le sue responsabilità. Un altro “colpevole” dell’accaduto è certamente Matteo Orfini. Il 21 gennaio 2015, il giorno in cui De Luca viene condannato per abuso d’ufficio, Matteo Renzi si convince che occorre in ogni modo evitare che l’ex sindaco di Salerno si candidi alle primarie.
VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI
De Luca è un problema per tutto il partito, ma ha un asso nella manica: la minaccia di candidarsi ugualmente con una coalizione di liste civiche e provocare la sconfitta del Pd in Campania. A quel punto interviene Orfini: “So io come fare. Sosteniamo tutti la candidatura di Andrea Cozzolino, vince facile e De Luca dovrà fare buon viso a cattivo gioco”.
Orfini e Cozzolino appartengono alla stessa corrente, i Giovani Turchi. Renzi si convince e Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale del Pd che fino a quel momento aveva tentato in tutti i modi di evitare le primarie e trovare una soluzione unitaria per la candidatura a governatore, parla con Cozzolino e gli promette il sostegno del partito alle primarie.
ANDREA COZZOLINO - BASSOLINIANI ALLA RISCOSSA
Il colloquio avviene nella sede nazionale del partito, un fonte di Dagospia scatta una foto indicativa, inedita e che oggi pubblichiamo in esclusiva: Guerini e Cozzolino si accordano mentre Gennaro Migliore, in lizza tra i candidati “unitari” aspetta fuori. Cozzolino avrà il via libera, ma alle primarie verrà sconfitto da De Luca. Il resto della storia, è cosa nota…
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