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Francesco De Dominicis per "Libero"
Da una parte mettono sul tavolo i numeri, che raccontano una situazione drammatica, per i risparmi degli italiani. Dall'altra parte, più o meno in coro, dicono che la crisi impone ancora nuovi sacrifici. Quel «rigore» richiamato ieri alla Giornata mondiale del risparmio dal ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, corre il rischio di massacrare ancora di più i salvadanai delle famiglie italiane. «Occorre fare ancora di più»: il pareggio di bilancio da solo non basta e la riduzione del debito pubblico rimane «un impegno fondamentale» ha detto l'ex direttore generale del Tesoro.
Grilli ha chiuso i lavori all'evento Acri e accanto a lui era schierato un pezzo rilevante dell'establishment economico del Paese, a cominciare dal governatore della Banca d'Italia. Ignazio Visco ha parlato prima del ministro è gli ha tracciato il solco: bisogna conseguire «gli obiettivi di bilancio annunciati» e «dare piena attuazione al programma di riforme, ampliandone il campo d'azione» ha detto l'erede di Mario Draghi a via Nazionale.
Le riforme, ha spiegato Visco, «non potranno dispiegare i propri effetti se dubbi e incertezze sul futuro» dell'euro «dovessero mantenere gli spread sopra i valori coerenti». Secondo l'inquilino di Palazzo Koch «la politica monetaria» è «un argine» ma i benefici duraturi sono disciplina di bilancio e riforme. Che tradotto vuol dire: ancora tasse e ancora sacrifici in vista per gli italiani. Sui quali, per il biennio 2012-2013, pesa un macigno di nuovi balzelli e mazzate fiscali pari a 96 miliardi di euro. Un conto salatissimo, imposto dalla cura dimagrante messa in azione dal premier Mario Monti per tenere a bada la speculazione finanziaria e mettere in sicurezza le finanze pubbliche.
Fatto sta che, per saldare il conto col fisco, le famiglie italiane sono state costrette a intaccare i loro risparmi. Fenomeno che preoccupa, eccome, lo stesso governatore di Bankitalia. A preoccupare Visco è, infatti, il circolo vizioso di un'economia che «cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate, la crescita frena ulteriormente». Di soldi in tasca, insomma, ce ne sono sempre meno e il governatore ha ricordato come «la formazione di risparmio in Italia, a lungo fra le più alte del mondo avanzato, è in calo da oltre un ventennio».
Poi l'allarme rosso. La quota risparmiata del reddito nazionale è ora inferiore alla media Ue, sotto il 17%, circa 4 punti in meno rispetto alla prima metà dello scorso decennio. Visco ha quindi rilevato come sono soprattutto le famiglie a essere colpite a causa della caduta del loro reddito disponibile negli ultimi 5 anni mentre in Germania e Francia questo è salito, sebbene a ritmo contenuto.
Soffre il risparmio e soffre il mercato dei mutui, sostanzialmente dimezzato negli ultimi due anni. La liquidità delle banche è ridotta all'osso e chi bussa allo sportello per comprare casa si vede respinta la richiesta di prestito. Così, l'Abi si appresta a riproporre le cartelle fondiarie come soluzione per sostenere il mercato immobiliare e delle infrastrutture. L'idea è stata lanciata ieri dal presidente dell'Assobancaria, Giuseppe Mussari. Secondo l'ex numero uno del Monte dei paschi di Siena l'esperienza «virtuosa» del dopoguerra potrebbe essere riproposta oggi per sostenere la raccolta e il credito a medio lungo termine. La soluzione, ha detto Mussari, «potrebbe essere riconsiderata, in parallelo ad altre forme, creando le condizioni per una proficua interazione, sul mercato della provvista a lungo termine, tra banche e Cassa depositi e prestiti». Si tratta di strumenti, simili alle obbligazioni, emessi dagli istituti di credito come mezzo per raccogliere denaro da destinare esclusivamente ad alimentare il mercato dei mutui. Il dossier è già sul tavolo di Visco.
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