DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratti da “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti”, di Alessandro Giuli (ed. Einaudi) - 2007
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La premessa è che il vecchio Movimento sociale italiano è sempre stato un partito a basso tasso di laicità, genericamente nazional-conservatore, allineato alle battaglie del Vaticano in materia di divorzio e aborto. Se si escludono i cenacoli evoliani e poco più, il Dio missino è sempre stato quello giudaico-cristiano, la Patria missina e sempre stata l’Italia concordataria.
[…]
Mantovano si sente autorizzato ad attaccare con la lezione classica adottata da Alleanza nazionale prima della recente rivoluzione neodestrista:
pietro parolin alfredo mantovano
L'Italia esiste da quasi un millennio come unità culturale e linguistica, sulla base di una eredità romana maturata in un complesso mosaico di lingue e di stirpi: non confondiamo questa molteplicità con una presunta multiculturalità, o addirittura con un presunto politeismo.
Ciò che contesto alla «bozza Granata» è di sovrapporre multietnicità e multiculturalismo. La straordinaria varietà italiana ha sempre avuto, e ha tuttora, un collante che va riconosciuto nella sua oggettività: in Italia c'è Roma e a Roma c'è il Vicario di Cristo.
Ratzinger: Meloni Mantovano Lollobrigida
Non fosse stato abbastanza chiaro:
Questa nostra identità somiglia a un grande affresco, bello, ricco, pieno di particolari interessanti, in cui spiccano tre colli, quelli sui quali si fonda la nostra civiltà europea: Golgota, Acropoli e Campidoglio.
Gerusalemme, con la fede nel Dio unico; Atene, con la filosofia dell'essere; Roma, col suo diritto radicato nella realtà. Quest'affresco si è deteriorato con il tempo, ma un giorno - l'11 settembre 2001 - ci si è resi conto che quest'affresco meritava un restauro e un rilancio.
alfredo mantovano e gianfranco fini 2002
L'identità non è soltanto qualcosa da riscoprire o da tutelare. È qualcosa da promuovere, giocando all'attacco, formulando proposte, ragionando «in positivo», sui grandi temi che attendono risposte: la difesa della vita (penso alla bioingegneria), la tutela della famiglia (è inattuale?), la libertà di educazione, e la libertà dal terrorismo. Questo mi attenderei da un forum di destra: non delle improbabili variazioni sul tema politeismo.
È forse il caso di ricordare che Mantovano riprende quasi alla lettera un vecchio passaggio mussoliniano, un accenno «sfuggito» al Duce nel 1924, quando ricevette sul Campidoglio la cittadinanza onoraria romana e volle certificare che il Colle dell'Urbe era secondo soltanto al Golgota, facendo così infuriare fior d'influenti fascisti pagani (altro che politeisti neodestristi) come Arturo Reghini e Amedeo Rocco Armentano e Julius Evola.
Quanto al resto, pure Mantovano scade nella sommarietà del politico a corto di fantasia e preoccupato dal ritorno dei lanzichenecchi discepoli di Tarchi. Tuttavia, dal suo punto di vista, fa leva sul principio di coerenza e ricorda al proprio capo i bei tempi in cui era o si fingeva un po' neo o teoconservatore.
Quando insomma Fini (a Montecassino, l'11 giugno 2004) magnificava «l'opera di inculturazione» europea assicurata dalla Chiesa, senza la quale «l'Europa sarebbe una semplice appendice geografica dell'Asia». Parole morte, nel cuore di Fini? Certo che no. […]
ALESSANDRO GIULI - IL PASSO DELLE OCHE Benito Mussolini incontra Papa Pio XI - Achille BeltrameMussolini in Vaticanopapa francesco con giorgia meloni al g7 di borgo egnazia giorgia meloni e papa francesco al g7 5Pro Vitapietro parolin alfredo mantovano
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