DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Da open.online
«Ho sempre avuto fiducia in Mario Draghi e nella sua straordinaria capacità di analisi intellettuale». Così l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, oggi 99enne, ha voluto complimentarsi con il premier italiano uscente. La scorsa notte, Draghi ha ricevuto a New York il premio di “Statista dell’anno”. Tra i complimenti più calorosi ricevuti dal premier ci sono senz’altro le parole di Kissinger, secondo cui Draghi «ha sempre dimostrato capacità, coraggio e visione, analizzando le questioni che gli si ponevano con il giusto approccio».
L’ex segretario di Stato ha poi ricordato il loro primo incontro in aereo: «Era un volo in cui non si serviva cibo – ha spiegato Kissinger -. Io mi ero portato dei panini e ho finito per condividerli proprio con Mario Draghi».
L’ex segretario di Stato americano ha aggiunto che «il suo coraggio e la sua visione faranno sì che resterà con noi a lungo», mentre Draghi, seduto accanto a lui, gli faceva segno con la mano di fermarsi. Prima di accettare il World Statesman Award, il premier italiano ha voluto ringraziare Kissinger per le parole d’affetto. «Sono davvero commosso per tutto quello che è stato detto questa sera – ha detto Draghi dal palco – In particolare, le parole del dottor Kissinger. Mi commuove il fatto che abbia voluto essere qui. La sua presenza è un immenso regalo per me».
DRAGHI LODATO DA KISSINGER
Gabriele Carrer per formiche.net
“La nostra amicizia è cominciata trent’anni fa”, quando “viaggiavamo assieme sull’aereo di un amico comune che non teneva cibo sull’aereo e io, conoscendolo, portavo dei panini da condividere con il signor [Mario] Draghi”. Che poi poi precisa: esattamente 30 anni fa, cioè il 1992, anno che ha fatto la storia d’Italia.
Un aneddoto che a molti dei presenti ha fatto pensare all’avvocato Gianni Agnelli e agli anni Novanta, quando Draghi era direttore generale del Tesoro. Così il quasi centenario Henry Kissinger, presentatosi a sorpresa all’evento, ha iniziato la sua laudatio in occasione della consegna al presidente del Consiglio italiano del “World Statesman Award 2022” della Appeal of Conscience Foundation.
Il premio gli è stato assegnato dall’organizzazione guidata dal potente rabbino Arthur Schneier “per la sua multiforme leadership nella finanza e nel servizio ai cittadini di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione Europea e ha aiutato la cooperazione internazionale”. “Draghi è stato una voce potente nella promozione della tolleranza e della giustizia, lo ringrazio per la sua leadership”, ha detto Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, in un messaggio inviato all’evento, sottolineando che il presidente italiano – un “amico” – “ha ricevuto il premio “per il suo lavoro per fare avanzare i diritti umani nel mondo”.
Durante la serata la fondazione ha premiato anche Jean-Paul Agon, presidente di l’Oreal Group, e Robert Kraft, fondatore di Kraft Group. Il rabbino Schneier, ricordando come la missione della fondazione abbia le radici nella sua esperienza di sopravvissuto all’Olocausto, ha definito Draghi “un leader esemplare”, con “grandi capacità di visione, che unisce e possiede le competenze finanziarie e politiche necessarie per affrontare le complesse questioni economiche, umanitarie e geopolitiche che il mondo ha davanti”.
DRAGHI RICEVE IL PREMIO COME STATISTA DELL ANNO
Dall’ex segretario di Stato americano Kissinger (la sua “capacità analitica, il coraggio e la visione” ci”dicono che continuerà a essere con noi ancora per molto tempo”) all’amministratore delegato di Blackstone Stephen Schwarzman (“Ha ispirato una rinnovata fiducia globale nell’Italia”) è stato un coro unanime di amicizia, stima e sostegno a Draghi, in viaggio a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tutti con l’auspicio – dichiarato o meno – che il presidente del Consiglio continui ad avere un ruolo per l’Italia e per l’Europa.
DRAGHI RICEVE IL PREMIO COME STATISTA DELL ANNO
Presenti in sala Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, e il cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede. Ma anche Maurice Lévy, fondatore di Publicis Group, Brian Thomas Moynihan, amministratore delegato di Bank of America, l’ambasciatore John Negroponte, ex direttore dell’Intelligence nazionale e vicesegretario di Stato americano, John Elkann, amministratore delegato di Exor e nipote prediletto di Gianni Agnelli, oltre a molte personalità del mondo economico e finanziario di New York.
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