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“NELLA VICENDA ALMASRI NORDIO È STATO UN BURATTINO NELLE MANI DELLA SUA CAPA DI GABINETTO E DI MANTOVANO” – A PALAZZO CHIGI È ESPLOSO UN “BUBBONE” PER IL CASO DEL TORTURATORE LIBICO – MARCELLO SORGI: “MELONI SI TROVA ANCORA UNA VOLTA ALLE PRESE CON UN PASTICCIO REALIZZATO DA UNO DEI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, UNO DEI POCHI A CUI LA PREMIER SI RIVOLGE CON PIENA FIDUCIA: “CI PENSI TU?”. LA BUGIA ATTRIBUITA A NORDIO SUL FATTO CHE IL MINISTERO NON ERA STATO INFORMATO DELL'ARRESTO DEL GENERALE-TORTURATORE LIBICO SI DEVE AL TANDEM DI MANTOVANO CON LA CAPA DI GABINETTO DEL MINISTERO DI VIA ARENULA. GIUSI BARTOLOZZI. CHE APPUNTO, RICEVUTA LA NOTIZIA, NON AVVERTÌ IL SUO MINISTRO. QUI CI SONO FATTI DI CUI IL GOVERNO DOVRÀ RISPONDERE, E PER CUI NORDIO RISCHIA DI PERDERE LA FACCIA...”
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
ALFREDO MANTOVANO. - GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - FOTO LAPRESSE
Che il "caso Almasri" non sarebbe stato seppellito tanto facilmente anche dopo le – lacunose a dire il vero – informazioni fornite a caldo dal ministro di Giustizia in Parlamento, era perfettamente chiaro. Ma che si sarebbe riproposto svelando una ragnatela di rapporti di cui Nordio era all'oscuro, e mettendolo in imbarazzo proprio su quello che aveva detto alle Camere, è senz'altro più grave.
In altre parole Meloni si trova ancora una volta alle prese con un pasticcio realizzato da uno dei suoi più stretti collaboratori, il sottosegretario Mantovano, uno dei pochi a cui la premier si rivolge con piena fiducia: «Ci pensi tu?».
E in genere non deve pentirsi. Stavolta invece la bugia attribuita a Nordio sul fatto che il ministero non era stato informato dell'arresto del generale-torturatore libico, che adesso rischia perfino di essere messo sotto inchiesta nel suo Paese, si deve al tandem di Mantovano con la capa di gabinetto del ministero di via Arenula Bartolozzi. Che appunto, ricevuta la notizia, non avvertì il suo ministro.
Un comportamento assai grave, adoperato in Senato da Renzi muovendosi da par suo, e che difficilmente, come prova adesso a fare la premier in prima persona, potrà essere mescolato con la contrarietà delle opposizioni alla riforma della separazione delle carriere tra pm e magistrati giudicanti. Qui ci sono fatti di cui il governo dovrà rispondere, e per cui Nordio rischia di perdere la faccia.
GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO - FOTO LAPRESSE
Quanto alla poltrona di ministro, si può star certi fin d'ora che non la perderà. Nelle vicende che riguardano il "cerchio magico" di Meloni, c'è [...] un copione che si ripete.
La premier si dispera, com'è accaduto per i casi Santanché o Del Mastro-Donzelli, ma alla resa dei conti c'è sempre qualcuno che le sussurra all'orecchio (La Russa per la ministra del Turismo, tanto per fare un esempio) che far cadere una o più teste significherebbe solo fare un favore alla sinistra.
La quale, incurante del fatto che presentare una mozione di sfiducia, che verrà certamente respinta dalla maggioranza, contro Nordio servirà solo a rafforzarlo, la presenterà lo stesso al solo scopo di farlo apparire per quel che è stato nella vicenda Almasri: un burattino nelle mani della sua capa di gabinetto Bartolozzi e del sottosegretario di Meloni Mantovano.
carlo nordio e il caso almasri
GIUSI BARTOLOZZI
GIUSI BARTOLOZZI
alfredo mantovano giorgia meloni
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