DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Un lunedì di ordinaria sbornia elettorale. «Ci stiamo espandendo a macchia d’olio. Siamo pronti a governare – esultano i cinquestelle, il giorno dopo l’exploit di Roma – Cambiamo tutto». Brinda nella saletta del gruppo parlamentare della Camera Luigi Di Maio, fanno festa i grillini romani e le “sentinelle” della Casaleggio associati che circondano Virginia Raggi dall’alba al tramonto.
La notizia del giorno, però, è che il Movimento - in vista dei ballottaggi in cui è rimasto escluso - prepara un’alleanza di fatto con tutti i candidati antirenziani: ufficialmente scheda bianca (o annullata) ovunque, ma ufficiosamente partirà una campagna sulla rete e via WhatsApp per ricordare ai militanti che il Pd è l’arcinemico ed è impossibile sostenerlo. Un endorsement di fatto ai candidati leghisti o berlusconiani di Milano, Bologna e Novara, insomma, senza dimenticare il feeling con Luigi de Magistris. Tutto, pur di sgambettare il premier.
Sul blog di Beppe Grillo campeggia un enorme “Grazie”. «Il Movimento si sta espandendo a macchia d’olio – si legge - I risultati di Raggi e Appendino sono storici». Segue un elenco dei 20 grillini che hanno strappato il ballottaggio e dei quattro sindaci già eletti a Dorgali, Grammichele, Fossombrone e Vigonovo: 30 mila abitanti in quattro. Conta però il trend: «Dove non è al ballottaggio il Movimento ha raddoppiato, triplicato o quintuplicato i voti». In tutto, è la conta, 150 consiglieri comunali. «Un miracolo», sintetizza il blog, mentre «Renzie è un mentitore cronico e seriale, il Pd sta scomparendo e Forza Italia è quasi un ricordo».
DAVIDE CASALEGGIO ABBRACCIA LUIGI DI MAIO
Oltre la propaganda, però, c’è una pianificazione attenta delle prossime mosse, gestita a distanza da Davide Casaleggio, che ha sentito i principali candidati in corsa. L’input è quello di portare avanti una campagna sui temi cari al centrodestra, perché a Roma sono state le periferie a premiare Raggi: quindi attenzione a sicurezza e immigrazione. E d’altra parte pochi giorni fa, a Bologna, Luigi Di Maio era stato esplicito: «Prima il reddito di cittadinanza agli italiani, poi pensiamo all’accoglienza».
E poi ci sono gli apparentamenti. La linea è: non accettarli, né concederli, per non “sporcarsi le mani”. E infatti: «Al ballottaggio annullerò la scheda», promette il milanese Gianluca Corrado. Sottotraccia, però, proseguono le grandi manovre per far perdere ovunque il Pd. «L’unico modo per scongiurare il pericolo degli inciuci permanenti – attacca Alessandro Di Battista - è smettere di votare Renzi».
BOSCHI RENZIvirginia raggi beppe grillo a porta a porta
Nel mirino c’è già il governo. E poco importa se Federico Pizzarotti dalla Cina ricorda che a Bologna «si sarebbe potuto fare di più». Contano i ballottaggi e, subito dopo, la rincorsa per Palazzo Chigi: «Ieri gli italiani ci hanno riconosciuto la capacità di governare », si propone Luigi Di Maio. Il reggente ha sentito al telefono proprio Grillo, che scherzando ma non troppo l’ha incoronato una volta di più: «Luigi, adesso tocca a voi».
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