DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per www.corriere.it
marianna madia elly schlein foto di bacco
Difende la «filosofia del Jobs act», che «non era una riforma del solo Renzi, ma del partito e che nel partito fu lungamente discussa». E riguardo alla scelta di Elly Schlein di firmare il referendum della Cgil per cassarla, è lapidaria: «Questo film avrei preferito non vederlo mai».
Marianna Madia, lei era responsabile Lavoro nella segreteria Renzi e ministra della pubblica amministrazione nel suo governo. Si sente sconfessata nel merito o il problema è politico?
«Direi che non condivido la mossa della mia segretaria da nessun punto di vista».
ELLY SCHLEIN CON Maurizio Landini A FIRENZE
Non crede che quella riforma abbia favorito la precarizzazione del lavoro?
«No. Il Jobs act aboliva i contratti a progetto, le false partite Iva, le dimissioni in bianco. Finanziava ammortizzatori sociali per lavoratori che non ne avevano. Arrivava in una fase di frammentazione del mondo del lavoro e ha avuto il merito di avviare l’unificazione dei diritti».
Dieci anni dopo nessuna autocritica?
«Le riforme sono processi. Andrebbero attuate e monitorate. Non nego che in parte l’attuazione sia mancata e che i finanziamenti […] siano stati attivati tardi e forse in misura insufficiente. Ma ogni governo si scontra con la limitatezza delle risorse».
L’attuale segretaria, però, non ha mai considerato il Jobs act uno strumento valido: lasciò il Pd anche per via di quella vostra riforma. Non è una espressione di coerenza che firmi per cassarla?
«Elly Schlein di dieci anni fa non è la stessa di oggi. E oggi è la segretaria del mio partito. Un partito ancora grande e plurale, spero. Che firmi il referendum di Landini trovo sia una mancanza di generosità e di visione strategica: non aiuta i candidati che stanno andando a raccogliere consenso per le Europee per il Pd, e non ha niente a che fare con la scadenza elettorale imminente. Dovremmo parlare di integrazione europea, di difesa comune, di ambiente e sicurezza sul lavoro, drammaticamente urgente. Dovremmo portare il dibattito su temi che ci vedono radicalmente opposti al governo Meloni, non […] opporci a un governo dello stesso Pd di dieci anni fa».
ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY EDOARDO BARALDI
Schlein, riconoscendo sensibilità diverse sul tema, ha però chiarito che firma a titolo personale.
«Il Pd non è un partito personale come altri, per fortuna. Ma non può nemmeno essere un partito a titolo personale. Si può invocare una sorta di libertà di coscienza sulle politiche del lavoro, cuore di un partito progressista?».
Sembra d’accordo con Renzi quando dice a voi riformisti «Che ci fate ancora lì?»: non si sente più a casa nel Pd?
«E non potrebbe essere, al contrario, che si debba cambiare il Pd? […] una segretaria che dice che firma un referendum contro una riforma del suo partito a titolo personale, e lo fa una settimana dopo Conte e Fratoianni, cosa sembra?».
A lei cosa sembra?
«A me sembra che l’ambizione del Pd […] non può essere quella di seguire ma di guidare».
ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY USBERGO ELLY SCHLEIN CON Maurizio Landini A FIRENZEELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE marianna madia a gubbiomaria elena boschi marianna madia foto di bacco (2)marianna madia foto di baccomarianna madia foto di bacco (1)
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