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Giovanna Casadio per âLa Repubblica'
Le urla di Michele Emiliano al telefono le hanno sentite in tanti, mentre Lorenzo Guerini, il parafulmine di Renzi, gli comunicava con una certa cautela: «Caro Michele ecco, c'è la scelta di Pina Picierno come capolista nel Sud, tu saresti secondo... ». E apriti cielo. Il sindaco di Bari, da settimane trainer certo al sud del Pd per l'europarlamento, ha tuonato: «Io allora ritiro la mia candidatura».
In un paese che non ama le donne, e ancora meno quelle che tolgono a un maschio la poltrona, la mossa di Renzi ha spiazzato le truppe dei dirigenti, ma mediaticamente fa bingo. à stata una direzione del Pd sulle candidature per le europee surreale: politically correct e veleni. Emiliano minacciava di sfilarsi, e poco dopo però ha twittato: «Veramente è una buona notizia quella di tutte donne capolista Pd alle europee. L'ho fatto anche io con la lista civica Emiliano nel 2004!».
Renzi lo annuncia al mattino: «Il Pd alle europee avrà cinque capolista donne». Le elenca in direzione del partito: «Alessia Mosca a Nord Est... no vedo che siete attenti, a Nord Ovest; Alessandra Moretti a Nord Est; Simona Bonafè al Centro; Pina Picierno al Sud; Caterina Chinnici nelle Isole». Tutti gli altri dietro. A Ovest, dietro Mosca, c'è Mercedes Bresso e il maschio Sergio Cofferati è terzo, così non si discrimina il genere. A Est Paolo De Castro è stretto a sandwich tra Moretti prima e Cecile Kyenge e Isabella De Monte.
Eppure niente fila liscio. Guerini, il vice segretario, tesse e ritesse. Ancora a tarda sera è intervenuto il Pd pugliese a chiedere al sindaco Emiliano di ritirarsi perché «doveva essere capolista, allora è meglio si dedichi alla candidatura per la Regione tra un anno. à imbarazzante il ripensamento di Renzi». Finché lo stesso Emiliano invita alla calma, esprime stima alle donne e a Pina Picierno: «Ho subito fatto presente a Matteo Renzi che non c'era più bisogno di candidare anche me alle elezioni europee.... ma il segretario ha comunque ritenuto necessario candidarmi, comprendo la vostra amarezza».
Altrove non è andata molto meglio. Scomparso dalla corsa Stefano Boeri, su tutte le furie quando sa che non è più capolista nel Nord Ovest. Dove Renzi ha voluto la lettiana Mosca. Stefano Bonaccini, responsabile degli enti locali del partito e segretario
regionale emiliano-romagnolo, rimarca che De Castro l'ha presa da gentleman. Conferma Sandra Zampa, vice presidente del Pd. Tuttavia l'ex ministro dell'Agricoltura, amico personale di Romano Prodi, prima di complimentarsi con la Moretti, ha mormorato: «Ce la giochiamo con le preferenze».
De Castro ne avrà tante - ritiene Bonaccini - perché molto conosciuto e stimato. Buon viso a cattivo gioco ha dovuto fare David Sassoli, capogruppo democratico all'europarlamento, sicuro di essere capolista che si vede davanti la Bonafè, che sembrava piazzata a Nord Est. A Bonafè garantisce il suo appoggio Beppe Fioroni, che si dichiara contento perché «miracolosamente » è in corsa Enrico Gasbarra, nono posto, nel Centro ma una macchina macina-preferenze.
E poi c'è il capitolo Sicilia. Qui è vero incrociare di spade e di rapporti di forza, e si litiga su tutto tra Fausto Raciti, il neo segretario regionale e Rosario Crocetta il "governatore". Ne resta fuori Giuseppe Lupo l'ex segretario, uomo di unità e mediazione: «La Sicilia è in una enorme difficoltà , così raccogliamo il discredito della gente ». Prova a fare da paciere Davide Faraone. Raciti la spunta sulla Chinnici capolista; Crocetta critica e avrebbe voluto Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, data in testa per settimane e scelta simbolica. A sorpresa Raciti dice in direzione che si vuole sfilare dalla lista e lasciare il suo posto a Antonello Cracolici.
Crocetta rilancia: «No, allora io propongo Giuseppe Lumia». Resta tutto com'è. Cracolici si sfoga da Palermo: «Contro di me vendetta mafiosa di Crocetta e Faraone, continuerò in Regione». Ovviamente la Sicilia spera nelle donne. Candidato per la Sardegna Renato Soru, l'imprenditore di Tiscali e ex "governatore". Deroga a Gianni Pittella. Le donne nelle liste dem sono il 40%. Ma le 5 capolista partono in pole position e fanno un po' ombra ai colleghi rosiconi.
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